L’Eni vuole 2 miliardi di dollari per le attività commerciali del primo decennio dell’anno nei confronti della compagnia petrolifera iraniana Nioc, ma il partner non ritiene doveroso procedere al pagamento dovuto. Questa sembrava essere, in estrema sintesi, l’evoluzione di una vicenda che rischia di complicare ulteriormente i rapporti tra la compagnia italiana e quella iraniana, mettendo a rischio il credito vantato. Tuttavia nelle ultime 36 ore si sono visti i primi segnali di apertura al dialogo che potrebbero rimettere le cose a posto.
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Carburanti troppo cari in Italia!
Duro attacco del Codacons contro le compagnie petrolifere, denunciando un prezzo dei carburanti troppo caro ne distributori italiani. Secondo l’associazione dei consumatori il costo dei carburanti in Italia è troppo superiore rispetto alla media europea e chiede un abbassamento delle tariffe di 5 centesimi sulla benzina verde e di 4 centesimi sul gasolio. Una riduzione che, seppur di poco, contribuirebbe a ridurre la spesa dei consumatori alla pompa di circa 1-2 euro per ogni pieno. Una somma esigua ma che se calcolata nell’arco di un anno potrebbe allegerire (non di poco) le spese che le famiglie italiane devono sostenere per mantenere la propria auto.
L’impatto del “Oil Crunch” sull’economia
L’Oil Crunch (detto anche “picco petrolifero”) sarà, secondo molti esperti, la causa principale della prossima crisi economica. Una crisi che, secondo gli esperti, potrebbe avere ripercussioni inimmaginabili sull’economia mondiale per via dell’altissima dipendenza da questo combustibile fossile di cui abbiamo una disponibilità ancora molto limitata. Una dipendenza che è cresciuta nel corso dei decenni fino a raggiungere il consumo attuale che, da molti analisti, è considerato insostenibile sia per la scarsità di petrolio presente sulla terra, sia per l’alto inquinamento con cui stiamo mettendo a rischio l’ambiente in cui viviamo.
Visto il continuo aumento della domanda di greggio sul mercato molte stime riferiscono che si dovrebbe arrivare al picco di produzione già verso il 2013 – 2014.
Petrolio: scendono i prezzi del greggio
In questi giorni stiamo assistendo ad una corsa al ribasso dei prezzi del greggio che è sceso fin sotto alla soglia dei 100 dollari al barile dopo essere arrivato su valori record. Dato sicuramente positivo per ridare fiato ai consumi che erano scesi inevitabilmente di diversi punti percentuali, cosa inevitabile visto che al prezzo del greggio sono legati i prezzi di produzione di molti dei beni di più largo consumo.
La Cina taglia le scorte di petrolio!
La compagnia petrolifera Sinopec, società cinese numero uno in Asia nella raffinazione, prevede un forte calo della domanda di greggio in Cina nella seconda metà del 2008 a seguito della diminuzione di ordinativi dovuti alla crisi economica in corso con il crollo dei consumi negli Stati Uniti. L’annuncio, che ha suscitato molto interesse a livello mondiale, potrebbe avere ripercussioni importanti sull’attuale prezzo del petrolio.