In una recente intervista rilasciata dall’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, al quotidiano americano Detroit Free Press, è emerso come l’attesa fusione completa tra l’azienda torinese e il partner d’oltreoceano Chrysler sia negli obiettivi dei vertici societari, ma come la transazione non potrà che avvenire dopo il 2015. “Nulla accadrà fino a dopo il 2015” – ha dichiarato Sergio Marchionne – “a meno che io non venga investito da un autobus”.
Chrysler
Fiat, pronte le nuove mosse per scalare Chrysler
I piani per predeterminare le mosse che porteranno Fiat ad acquisire una partecipazione di controllo maggioritario assoluto in Chrysler sono oramai pronti. Quello che si prospetta per la casa torinese è un passo estremamente importante e delicato perchè potrebbe segnare la svolta per un possibile ritorno sul mercato degli states, ossia uno dei più grandi e ricchi del mondo, utilizzando proprio la rete vendita della casa automobilistica di Detroit. Ovviamente, ancora, ci sono numerosi nodi da sciogliere ma quello che appare certo è che la partita si fa davvero molto interessante per il futuro del marchio italiano.
Il gruppo si appresta infatti a predisporre un veicolo di piccole dimensioni che rispetti i requisiti posti a suo tempo dal governo, licenziando di fatto la possibilità di poter metter mano su un’altra fetta della torta americana.
General Motors e Chrysler: fusione al via?
Con la crisi economica sempre più drammatica e una situazione nel mercato dell’auto disastrosa si parla sempre più spesso di una possibile fusione tra General Motors e Chrysler, i due colossi dell’industria automobilistica americana oggi sempre più in crisi per via della scarsa richiesta di veicoli di grande dimensioni a discapito di quelli più piccoli, ossia di taglia europea.
Il fondo Cerberus, infatti, avrebbe deciso di vendere Chrysler (acquistata nel 2007 e ritenuta oggi un pessimo affare) ed oltre a GM è in trattativa con Nissan – Renault, in affanno anche loro ma con una condizione economica migliore rispetto a GM che deve sopportare il grosso calo di vendite del mercato USA.