Webank diminuisce lo spread sui mutui

Per i clienti di mutuionline che sceglieranno di stipulare un mutuo casa con Webank sono in arrivo delle nuove interessanti condizioni che faranno variare anche il preventivo della rata. In una condizione di crisi economica in cui cala la domanda di mutui per l’acquisto della casa è normale che gli istituti di credito provino a variare le condizioni dei propri prodotti con il tentativo di avvicinare quanti più clienti possibili. Per questo riteniamo sia di assoluto interesse questa notizia e non potevamo esimerci dal riportarvela fedelmente con la speranza che anche gli altri istituti di credito si apprestino a rendere meno pesanti le rate dei mutui a tasso fisso e a tasso variabile stimolando la crescita del settore.

Si tratta di variazioni favorevoli (spesso) che nel caso di Webank portano ad una diminuzione dello spread dello 0,10%. Una percentuale che può sembrare insignificante ma che sul lungo periodo di un mutuo per l’acquisto della casa può significare un risparmio piuttosto corposo.

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Le borse europee aprono tutte in negativo

Ancora una volta ci siamo trovati ad aspettare l’apertura delle borse europee con un po di paura ed ecco che i dati cominciano ad arrivare. Milano, ancora una volta, apre la settimana in negativo con un -2,9% che fa ipotizzare un lunedì nerissimo per la borsa italiana, segno che il week end non è servito a raffreddare i bollenti spiriti degli speculatori. Ormai siamo in quella che viene definita la “crisi del debito sovrano europeo” che molti hanno inteso come un vero e proprio attaccodella speculazione alla zona euro per ridimensionare l’economia del vecchio continente colpendo proprio quei paesi considerati più fragili.

Tornando alla cronaca della mattinata c’è da riconoscere che i primi segnali che non sarebbe stata una giornata facile già erano arrivati qualche ora fa con l’oro che ricominciava la sua corsa verso quotazioni assurde e l’euro che ricominciava a perdere sul dollaro.

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Aerei, c’era una volta Malpensa

Il grande progetto dell’hub europeo di Malpensa è definitivamente tramontato pochi giorni fa, quando Air France ha dichiarato la volontà di trasferire a Linate – l’altro scalo dell’area metropolitana milanese – i voli per Parigi. La compagnia transalpina ha infatti optato per una scelta sicuramente più conveniente, occupando gli slot che saranno lasciati liberi dalla compagnia aerea di bandiera, ottimizzando quindi le spese. Si tratta di un durissimo colpo per Malpensa che torna ad essere messa sotto i riflettori da chi giudica il progetto assolutamente insostenibile.

D’altronde come non dare torto all’azienda: in ottica di crisi economico-finanziaria ottimizzare i costi di gestione è fondamentale per poter pianificare un progetto di lungo periodo.

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Debito pubblico sempre più su

Il debito pubblico italiano è salito ancora durante il mese di luglio, toccando la cifra record di 1.911,807 di euro. Una cifra difficile da immaginare, ma numericamente superiore a 10 miliardi di euro rispetto al mese precedente, quando per la prima volta nella sua storia il debito pubblico del Belpaese ha sfondato la soglia – non solamente psicologica – dei 1.900 miliardi di euro.  Una somma immensa che rischia di portare inesorabilmente il nostro debito su livelli che molti analisti giudicano “fuori controllo”, tanto che comincia a circolare un certo scetticismo circa la possibilità di tentare un rientro su valori più tranquilli.

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Aumento dei prezzi, rincari del 54% in 10 anni

Negli ultimi dieci anni (e con un particolare picco subito dopo il lancio della moneta unica europea), i prezzi dei consumi al dettaglio sono aumentati in maniera considerevole. Come abbiamo avuto modo di scrivere ieri (famiglie italiane in crisi) secondo il Casper – acronimo di Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, dietro il quale si celano la Adoc, il Codacons, il Movimento di difesa del cittadino e l’Unione nazionale dei Consumatori – dal settembre 2001 ad oggi i prezzi sarebbero infatti rincarati del 53,7%.

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Conti correnti nella dichiarazione dei redditi

Come noto, dalla prossima dichiarazione dei redditi il contribuente avrà l’obbligo di indicare gli estremi identificativi dei rapporti intrattenuti con gli intermediari finanziari durante il periodo d’imposta oggetto della dichiarazione. Una novità che va a interessare coloro che presentano dichiarazioni dei redditi e dell’Iva, e che dovrebbe permettere all’Agenzia delle Entrate di poter trarre delle liste “selettive” di contribuenti da sottoporre a controllo. Una novità che sta destando molto clamore tra le parti sociali (specialmente tra le associazioni di categoria interessate) e i cui sviluppi sono ancora molto incerti.

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