Vino: il mercato vale 4,4 miliardi di euro

Finalmente una buona notizia che vede crescere il nostro paese in uno dei settori chiave per la nostra economia, ossia la produzione di vino. Secondo gli ultimi dati Istat diffusi in occasione di Vinitaly, la più importante manifestazione del settore, il mercato del vino ha subito, nel 2011, una crescita del 12% arrivando ad un valore d’affari di circa 4,4 miliardi di euro. Nel corso dello scorso anno, infatti, sono stati venduti oltre 24 milioni di ettolitri di vino con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Insomma nonostante la crisi il vino italiano continua a riscuotere un enorme successo specialmente all’estero dove viene apprezzata la qualità della nostra produzione frutto di secoli di tradizione.

Ma a Vinitaly è stato possibile fare il punto della situazione anche di quelle che potrebbero essere le previsioni di crescita per il futuro in un mercato che ci vede leader ormai da decenni. Prospettive tutt’altro che negative visto che molti paesi emergenti come il Brasile, tanto per fare un esempio, hanno cominciato ad interessarsi al nostro vino in maniera molto più significativa.

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Aumenta l’Irpef, stangata per i dipendenti

Brutte notizie per i dipendenti che vedranno ridursi la busta paga di Marzo per via dell’aumento delle addizionali Irpef regionali e comunali. Secondo il Caf-Cisl nazionale, infatti, le buste paga saranno più leggere da un minimo di 51 euro ad un massimo di 137 euro a seconda del valore della busta paga.A questo aumento andrà ad aggiungersi quello delle aliquote comunali che potrebbero portare le trattenute aggiuntive fino ad un massimo di 193 euro. Insomma, arriva l’ennesima stangata per i dipendenti che, oltre a veder aumentare continuamente i prezzi dei principali prodotti di prima necessità, vedranno ridursi ulteriormente la propria busta paga.

Secondo il Caf Cisl le buste paga a Marzo potrebbero essere più leggere da un minimo di 51 euro per una busta paga di 1200 euro ad un massimo di 193 euro per una busta paga di 3200 euro al mese. Ovviamente le trattenute varieranno in funzione delle variazioni dell’addizionale Irpef su base territoriale (regionale e comunale).

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BTP Italia: il tesoro ne vende oltre 7 miliardi

Neanche le più rosee previsioni degli analisti avevano immaginato che si potesse arrivare a tanto: i BTP Italia hanno superato i 7 miliardi di euro con una domanda che ha lasciato sbalordito il tesoro italiano. L’obiettivo, infatti, era quello di raggiungere i 2 miliardi di euro mentre in realtà il collocamento ha permesso al tesoro di recuperare quasi il quadruplo, ossia 7,29 miliardi di euro. Insomma gli italiani credono nell’economia del paese e investono nei titoli di stato approfittando della possibilità, offerta per la prima volta con questo BTP Italia, di acquistare direttamente via web comodamente da casa o dall’ufficio utilizzando una piattaforma abilitata per il trading online. Ma cosa ha spinto veramente gli italiani a investire i propri risparmi in questo strumento?

In effetti una forte spinta è stata data dal fatto che il BTP Italia avrà una remunerazione fissa, che è stata fissata alla quota del 2,45%, più una remunerazione legata all’inflazione italiana che, secondo le stime, dovrebbe aggirarsi intorno al 2,3% portando il rendimento effettivo al 4,83%. Senza contare che l’Iva, che il governo potrebbe decidere di aumentare ad Ottobre, potrebbe far lievitare ancora di più l’inflazione aumentando il rendimento del titolo.

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Mediaset: calano utili e raccolta pubblicitaria

Brutte notizie in casa mediaset: dopo che il Consiglio di Amministrazione ha approvato il bilancio di esercizio rilevando una perdita dei ricavi e degli utili della società il titolo ha perso il 4% a Piazza Affari nella sola giornata di mercoledì arrivando alla quotazione di 2,20 euro ad azione. I conti del colosso televisivo hanno risentito del difficile contesto economico e del conseguente calo della raccolta pubblicitaria che ha fatto sprofondare gli utili dai 352 milioni del 2010 ai 225 milioni dello scorso anno con la posizione finanziaria netta che passa da -1.590,2 milioni a 1.775,50 milioni di euro. In particolare Mediaset ha risentito della forte crisi italiana che ha caratterizzato la seconda metà del 2011 riducendo sensibilmente la raccolta pubblicitaria tanto che il gruppo sta elaborando, in questi giorni, un piano per ridurre sensibilmente i costi di gestione (si parla di tagli per 250 milioni di euro da qui al 2014).

Non a caso è stata ridotta sensibilmente anche la cedola che verrà distribuita agli azionisti, che scende a soli 0,10 euro contro i 0,35 del 2010, proprio per rafforzare la solidità del bilancio dell’azienda. Insomma vista la crisi è meglio che la liquidità venga lasciata in azienda, piuttosto che distribuita agli azionisti , così da garantire maggiore serenità nell’affrontare un 2012 che lo stesso Piersilvio Berlusconi vede come un anno estremamente difficile.

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Piazza Affari negativa e lo spread torna su

Ancora una pessima giornata, quella di ieri, per la nostra borsa che si conferma come una delle peggiori piazze europee con una perdita che si attesta intorno al (dopo aver perso anche il 2%) contro il . Al tempo stesso lo spread torna a rialzarsi raggiungendo nuovamente i 300 punti base e tornando pericolosamente in quella zona che speravamo di aver abbandonato definitivamente. A pesare sull’andamento dei listini le parole di Bernanke, secondo cui la crisi del debito in Europa è ancora molto lontana dall’essere superata. In effetti anche gli Stati Uniti non se la passano troppo bene visto che la loro ripresa appare quanto mai flebile e inconsistente come dimostrano i dati relativi al mercato immobiliare al di sotto delle attese. Nel mese di Febbraio, infatti, le vendite di case in USA sono diminuite scendendo a quota 4 milioni e 590 mila (calo dello 0,9%) nonostante i tassi ai minimi storici.

Inutile sottolineare che le aspettative degli analisti erano tutt’altre e, seppur il dato su base annuale resti positivo all’8,8%, le stime parlavano di una ripresa più consistente che, per il momento, non pare esserci. In Italia, intanto, tornano ad acutizzarsi i conflitti relativi all’articolo 18 con la CGIL che minaccia uno sciopero generale di ben 16 ore (8 da dedicare allo sciopero vero e proprio e 8 per le assemblee).

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Usa: aumentano i finti malati

Anche se qualcuno pensa che siano solo gli italiani a mettere in pratica le “finte malattie” pur di assentarsi dal lavoro si sbaglia di grosso. Secondo un articolo del Wall Street Journal, infatti, lo scorso anno sono aumentati del 18% il numero di lavoratori americani che hanno usufruito di giorni di malattia pur non avendone bisogno. Spesso i falsi malati vengono scoperti proprio grazie ai social network, dove si è soliti condividere tutto quello che si fa durante l’arco della giornata anche quando non si dovrebbe. Ovviamente questo tipo di comportamento pesa in maniera significativa sui conti delle aziende e, ovviamente, sull’economia in genere. Tuttavia, secondo quanto sostiene il quotidiano americano, una maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori da parte dei responsabili di azienda potrebbe arginare sensibilmente il fenomeno.

Il fenomeno, stando agli ultimi dati diffusi, sarebbe molto più accentuato nelle grandi aziende e nelle pubbliche amministrazioni rispetto alle piccole aziende a gestione familiare per via delle maggiori difficoltà nell’effettuare i controlli.

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