Torna la paura della crisi: crolla Piazza Affari

Un’altra giornata di passione, quella vissuta ieri, sui mercati finanziari con Milano che ha perso oltre il 3%, l’indice tedesco l’1,77% , quello francese l’1,43% e Londra che ha chiuso con un -1,5%. Malissimo i titoli del comparto bancario con il Monte dei Paschi di Siena che perde quasi l’11%, l Banca Popolare di Milano il 10,44% e Ubi Banca che perde il 6,55%. Il tutto sembra essere stato scatenato dalla paura di un possibile contagio della Spagna e dell’Italia che potrebbero veder riaccendere gli attacchi speculativi nei confronti dei propri titoli di stato con le conseguenze di riazzerare tutti i passi avanti fatti fin’ora.

Lo spread tra Italia e Germania torna a 340 dopo aver sfiorato, in giornata, i 350 punti base mentre quello tra Spagna e Germania sale fino a 365 punti base. Insomma torna alta la tensione sui mercati per via dell’allarme lanciato sui conti della Spagna e le non eccezionali notizie dal fronte macroeconomico con i dati sulle richieste settimanali di disoccupazione che si sono attestate a 359 mila (da 364 mila), un dato di per se buono ma inferiori alle aspettative degli analisti che si aspettavano 350 mila richieste.

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Spagna: Citi lancia l’allarme sui conti

E’ la Spagna che, ora, fa tremare l’Europa. A lanciare l’ennesimo allarme sullo stato di salute ci pensa la banca americana Citi che, nell’ultimo rapporto diffuso ieri, ipotizza che il governo di Madrid possa aver bisogno di attingere a qualche forma di aiuto da parte dell’Unione Europea. Un’ipotesi estremamente pericolosa che potrebbe rendere nulli gli sforzi fatti fin’ora per evitare il contagio della crisi verso gli altri paesi del vecchio continente. Ma un eventuale “caso grecia” che coinvolga la Spagna potrebbe dare vita ad una crisi senza precedenti con ripercussioni drammatiche per l’intera Europa, Italia compresa. Se si pensava al Portogallo come possibile pericolo numero 1, ora a preoccupare sono i conti della Spagna che, è bene ricordarlo, ha un’economia ben più grande di quella di Lisbona.

I vertici del paese e quelli dell’Unione Europea hanno, ovviamente, smentito tutto ribadendo che la Spagna non ha assolutamente bisogno di nessun tipo di aiuto da parte degli altri paesi dell’Unione. Tuttavia secondo la banca americana i conti del paese iberico per il 2012 non saranno conformi alle stime del governo. Gli analisti di Citi, infatti, prevedono una contrazione del pil pari al 2,7% contro l’1,7% ipotizzati dalle auorità spagnole.

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Sequestrati i beni di Gheddafi

La notizia è rimbalzata su tutti gli organi di stampa appena ieri pomeriggio: la guardia di finanza ha sequestrato i beni di Gheddafi per un valore di oltre 1,1 miliardi di euro. Tra questi spiccano le azioni Unicredit, Eni, Finmeccanica, Fiat e Juventus che verranno congelate in attesa che la giustizia internazionale  faccia il suo corso. Il sequestro è stato eseguito, in seguito alla rogatoria internazionale emanata dal Tribunale penale internazionale de L’Aja nell’ambito del procedimento per crimini contro l’umanità nei confronti di Gheddafi, dai militari del nucleo di Polizia tributaria di Roma. Secondo le Fiamme Gialle le quote azionarie erano gestite da 2 fondi sovrani libici, il Libyan Arab Foreign Investment Company e il Libyan investment Authority. Questi 2 fondi gestivano circa il 2% di Finmeccanica, l’1,5% della Juventus, lo 0,58% di Unicredit e di Eni oltre allo 0,33% di Fiat e Fiat Industrial.

Quello sequestrato finora è un patrimonio immenso che, da solo, basterebbe per ridare respiro al settore delle pensioni nel nostro paese. Ovviamente i titoli azionari rappresentano solo una parte, seppur molto importante, dei 1,1 miliardi di euro sequestrati dalle forze dell’ordine (tanto per fare un esempio tra i beni risulta esserci anche un bosco di 150 ettari).

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Monti in oriente per trovare investimenti

Il premier Monti sarà in viaggio per circa 8 giorni in un tour che lo porterà tra Corea del Sud, Giappone e Cina alla ricerca di contatti e investimenti. Monti, infatti, incontrerà i vertici dei principali paesi asiatici presentando le riforme che il governo sta attuando con lo scopo di invogliare i paesi asiatici ad investire in Italia. Il tour di Monti è cominciato con la partecipazione al summit internazionale sulla sicurezza nucleare che si svolge a Seul dove, tra l’altro, si è svolto un incontro con il presidente Indiano per valutare alcune situazioni attualmente in sospeso come quella relativa ai nostri Marò. Ma il viaggio in oriente di Monti avrà il suo culmine quando il premier incontrerà i vertici cinesi, appuntamento che avrà una forte visibilità sui media attirando l’attenzione sul nostro paese forte della ritrovata fiducia dei mercati.

Il tour asiatico del presidente del consiglio arriva dopo i viaggi in Inghilterra e Stati uniti che hanno permesso al nostro premier di riallacciare i rapporti politici ed economici con alcuni dei partner commerciali storici del nostro paese. Proprio questi viaggi, infatti, sono stati organizzati per presentare le novità introdotte dal nuovo governo e attirare parte della liquidità delle principali potenze mondiali a sostegno della nostra economia.

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Rinnovabili: possibile riduzione degli incentivi

Brutte notizie per chi sperava di investire nell’energia rinnovabile. Stando alle indiscrezioni di questi ultimi giorni il governo starebbe lavorando al Quinto Conto Energia (che andrà a sostituire il quarto conto energia) all’interno del quale gli incentivi dovrebbero essere dimezzati rispetto a quelli precedenti. Nonostante il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, abbia dichiarato che “quello che ci interessa è l’effetto di volano sull’economia che queste nuove filiere possono avere” è altrettanto vero che il forte ritardo con cui verranno approvati i provvedimenti in materia non farebbe sperare a nulla di buono. In sostanza si dovrebbe passare dall’attuale stanziamento di 810 milioni di euro a circa 500 milioni l’anno che verranno impegnati fino alla fine del 2014. Una riduzione del 40% degli stanziamenti che rischiano di impattare fortemente sul settore.

Non a caso le associazioni di settore, tra cui l’Anev e la Federpern, chiedono di velocizzare lo sviluppo dei provvedimenti per fare chiarezza sulla direzione che il governo intende prendere mentre Francesco Starace, amministratore delegato di Enel Green Power, ha sottolineato come “In Italia dal 2013 in avanti c’è poca chiarezza sulla remuneratività degli impianti, speriamo che i decreti attuativi usciranno a settimane“.

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