Debito pubblico in calo a Febbraio

Finalmente arriva una buona notizia dal fronte del debito pubblico nel nostro paese. Dal supplemento Finanza Pubblica al Bollettino Statistico della Banca d’Italia risulta, infatti, che a Febbraio il debito è sceso di ben 6,8 miliardi di euro scendendo a 1.928,2 miliardi di euro. Ovviamente si tratta sempre di un debito pubblico “mostruoso” che va assolutamente ridimensionato nel minor tempo possibile ma la nota positiva è che dopo il record dello scorso mese finalmente si torna a scendere. Quello che bisognerà accertare nelle prossime settimane è se si tratta di un episodio sporadico o se il governo sia realmente riuscito ad invertire il trend. Nel secondo caso si tratterebbe di una svolta estremamente importante che potrebbe garantire una maggiore credibilità della nostra economia sui mercati finanziari.

Insomma un dato moderatamente positivo che ridà fiducia all’azione di governo impegnato, in questi giorni, nell’approvazione della riforma del lavoro giudicata, dallo stesso Monti, come un passaggio fondamentale per la crescita del nostro paese e per la tenuta del governo stesso che, altrimenti, rischierebbe di andare a casa lasciando l’Italia in un momento difficilissimo.

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Le Famiglie diventano sempre più povere

Le famiglie italiane stanno continuando a perdere, inesorabilmente, potere di acquisto. E’ questo quello che emerge da uno studio pubblicato sul sito lavoce.info che mette a nudo la triste situazione delle famiglie nel nostro paese. Stando a quando riportato da Franco Mostacci, Paolo Roberti e Monica Montella, gli autori dell’indagine, sarebbero proprio le famiglie a basso reddito quelle più penalizzate negli ultimi anni. Mentre le famiglie che rientrano in una fascia di reddito media hanno recuperato qualcosa nel 2010, quando l’economia italiana sulla scia di quella europea è tornata a crescere, le famiglie più povere hanno continuato inesorabilmente a veder ridotto il proprio potere di acquisto. Tra i soggetti più svantaggiati spiccano i nuclei familiari del sud Italia monoreddito o pensionati che, nel periodo dal 2007 al 2010 hanno visto ridurre il proprio potere di acquisto del 12%.

Un dato estremamente allarmante che mette in luce anche gran parte dei motivi del calo dei consumi nel nostro paese. Un paese in cui la pressione fiscale è la più alta del mondo e dove il costo di molti prodotti di prima necessità ha raggiunto livelli ormai inaccettabili. Basti pensare all’aumento dei carburanti che per quanto riguarda benzina e diesel ha significato quasi raddoppiare nel corso degli ultimi 12 anni.

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NTV: al via le tratte del nuovo treno Italo

Ne avevamo parlato circa 3 anni fa quando la nuova compagnia NTV si apprestava ad assumere le prime persone. Ora il nuovo treno Italo della compagnia di treni ad alta velocità di Montezemolo è pronto per portare gli italiani da una parte all’altra dell’Italia facendo concorrenza a trenitalia. Il 28 Aprile, infatti, i treni NTV cominceranno a prestare servizio sulle tratte Roma – Milano,  Roma – Napoli, Milano – Bologna, Roma – Firenze e Torino – Milano tanto per citare le tratte più importanti. La novità più interessante è quella relativa ai prezzi che variano in funzione della classe di comfort in cui si sceglierà di viaggiare ma che, in assoluto, permetteranno (almeno nella fase iniziale) di viaggiare a costi davvero molto competitivi. Un’occasione molto interessante per i vaggiatori che vogliono risparmiare sui propri spostamenti.

Forte di un investimento di 1,1 miliardi di euro l’obiettivo di NTV è quello di riuscire a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2015 con l’obiettivo di trasportare almeno 8-9 milioni di passeggeri l’anno. Un obiettivo molto ambizioso ma che potrebbe rivelarsi assolutamente alla portata del nuovo treno Italo specie se saprà primeggiare li dove trenitalia pecca di più, ossia sull’assistenza ai propri clienti e sulla qualità e comfort dei treni.

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Regali: gli italiani riscoprono il fai da te

Chiamiamola “arte del riciclo” o “fai da te” ma gli italiani riscoprono l’ingegno pur di risparmiare sui regali. La crisi economica e la crescente riduzione del potere di acquisto ha costretto, le famiglie italiane, a tagliare su moltissime voci di spesa tra cui, appunto, i regali. Che si tratti di un compleanno, della Pasqua o di un evento importante come il matrimonio la tendenza dei consumatori è quella di trovare la soluzione per fare bella figura senza spendere troppo. Si va dal reciclo di regali ricevuti ma mai utilizzati alla realizzazione di prodotti fai da te passando, anche, per l’acquisto di prodotti artigianali nei mercati di quartiere. Insomma pur di risparmiare ci si ingegna e si dedica tempo alla ricerca di idee regalo interessanti ed economiche.

D’altronde con i continui rincari delle ultime settimane, che hanno fatto lievitare i prezzi dei carburanti e di tantissimi prodotti di prima necessità, era inevitabile che si finisse con il cercare soluzioni alternative. Non a caso gli ultimi dati sui consumi relativi alla Pasqua hanno dimostrato uno dei cali più forti dagli anni 90 con una percentuale di uova invendute che, secondo le stime, sarà altissima.

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L’Italia rischia di spendere 9 miliardi in derivati

Chi non si ricorda il caso dei 2,5 miliardi di euro che il Tesoro ha rimborsato alla Morgan Stanley poche settimane fa? A quanto pare ci sarebbe il rischio che il Ministero debba spendere altri 9 miliardi per chiudere le posizioni sui derivati con altre 5 banche visto che questi strumenti sono costati alle casse pubbliche ben 6 miliardi solo tra il 2006 e il 2011. Questo è quanto trapela dalle pagine di risk.com, giornale specialistico, che sembra aver scoperto che l’esposizione del nostro paese verso 5 banche, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Dexia, BNP Paribas e Deutsche Bank, ammonti a circa 9 miliardi di euro e che il tesoro ritenga opportuno chiudere anticipatamente le posizioni per evitare ulteriori perdite che, nel contesto attuale, il paese proprio non potrebbe permettersi.

Secondo il quotidiano online linkiesta.it, il portafoglio dei derivati dell’Italia ammonterebbe a circa 160 miliardi di euro, ossia all’equivalente del 10% dei titoli di Stato emessi e attualmente in circolazione. Di questi 160 miliardi di euro 100 sarebbero interest rate swap, 36 miliardi cross currency swap, 20 swaption e 3,5 miliardi degli swap ex ISPA.

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Borse: settimana drammatica alle spalle

Quella appena passata potrebbe essere definita come una settimana dramamtica per le borse caratterizzata dal riaccendersi delle tensioni sul debito dei paesi europei. Tornano sotto attacco la Spagna e l’Italia ma perfino la Francia ha avuto difficoltà nel piazzare i propri titoli di stato a tassi di interesse decenti. Un campanello d’allarme che potrebbe comportare il rischio di bruciare velocemente tutti i progressi appena raggiunti con l’incredibile risultato di far ripiombare l’eurozona nella stessa situazione dello scorso autunno. D’altronde i dati macroeconomici non sono dei migliori: la ripresa stenta ad arrivare e se da un lato le misure per contenere i deficit e la spesa pubblica stanno sortendo i propri effetti dall’altro le misure di austerity varate dai principali governi hanno contribuito a diminuire il potere di acquisto delle famiglie facendo scendere drammaticamente i consumi.

Non a caso a Marzo sono calate le vendite di auto nuove, in Italia del 27% e in Francia del 23. Cala la produzione industriale in Germania, paese virtuoso per eccellenza, e aumenta la disoccupazione in Spagna. Per il mese di Aprile si prevede un fortissimo calo dei consumi in occasione della Pasqua (le famiglie tagliano i budget per viaggi, pranzi e cene) così come calano sui valori minimi dal 1995 i risparmi degli italiani.

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