Analisi dei mercati: ci attendono settimane di passione

Gli occhi sono tutti puntati su quello che, a tutti gli effetti, può essere considerato l’indice guida mondiale, ossia lo SP500. A quanto sembra il “tanto atteso” ritraccio di Maggio non dovrebbe tardare ad arrivare visto che la scorsa settimana è stata la peggiore dal 16 Dicembre. L’indice, infatti, si è portato pericolosamente nelle vicinanze dell’importante supporto dei 1340 punti che, se dovesse cedere, darebbe spazio a dei sell molto più corposi almeno fino a quota 1248-1260 punti. Secondo l’opinione di Scott Brown, capo economista di Raymond James, gli occhi degli investitori sarebbero puntati tutti sull’Europa e, in particolare, sulle elezioni in Grecia e in Francia che potrebbero avere un impatto fortissimo sui mercati. In un’intervista al denverpost Scott Brown ha dichiarato che “La Germania e la Francia hanno imposto la propria volontà al resto d’Europa; se si venisse a creare una crepa, i mercati potrebbero esserne sconvolti“.

Insomma cosa ci aspetterà nelle prossime settimane? Quello che è certo, stando anche ai primi risultati delle elezioni, è che i prossimi giorni saranno caratterizzati da una fortissima volatilità sui mercati con la possibilità che si verifichino dei sell molto violenti seguiti ad altrettanto violente risalite.

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Prezzi record, inflazione fuori controllo

Al di la di quello che i media ci propinano la realtà è una sola: i prezzi dei beni di prima necessità sono in costante aumento, al punto tale da rendere l’inflazione pericolosamente fuori controllo. Secondo quanto dichiarato dall’Istat nelle stime preliminari i prezzi dei prodotti che acquistiamo con maggior frequenza è aumentato del 4,7% nel mese di Aprile ossia il valore più alto degli ultimi 4 anni. Si tratta di un rialzo trainato, per lo più, dal caro carburanti che, come avevamo ampiamente previsto, ha spinto al rialzo il prezzo di molti generialimentari e di largo consumo. L’aumento dei prezzi insieme al forte aumento della pressione fiscale è una morsa che rischia di dare il colpo di grazia alla nostra economia nazionale. Non a caso anche la disoccupazione fa registrare un’impennata arrivando molto vicina alla soglia del 10% con un tasso che si dimostra il più alto da 11 anni a questa parte.

Foto tratta da: giornalettismo.com

Secondo uno studio del Codacons, la famosa associazione dei consumatori, questo aumento dei prezzi si traduce, mediamente, in una maggiore spesa di 686 euro l’anno per una famiglia tipo di 4 persone. Insomma ad ogni famiglia sono necessari almeno 55-60 euro in più ogni mese solo per acquistare i beni di prima necessità come, appunto, la spesa alimentare.

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Altri 230 farmaci acquistabili al supermercato

Le liberalizzazioni del settore farmaceutico approvate dal governo, dopo aver suscitato tanto clamore per le pesanti proteste del settore, stanno permettendo, alle catene della grande distribuzione e alle parafarmacie, di vendere quelle medicine che non richiedono l’obbligo della prescrizione medica. In tutto questo dovrebbe guadagnarci il consumatore, ovvero tutti noi, visto che si stima un risparmio medio del 20%. Questi farmaci, infatti, verranno offerti da molti punti vendita con il risultato di creare maggiore concorrenza diminuendone il costo. Proprio in questi giorni è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale, la lista dei nuovi 230 farmaci che saranno disponibili anche al di fuori delle farmacie.

Ma il decreto legge contiene anche una lista di 117 farmaci per i quali la commissione consultiva dell’AIFA valuterà, nelle prossime settimane, la possibilità o meno di essere venduti anche negli esercizi commerciali previsti dal decreto Bersani del 2006. Insomma da qui a breve la lista dei farmaci acquistabili presso la grande distribuzione e le parafarmacie potrebbe ampliarsi ulteriormente.

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I conti di Deutsche bank, Santander e Barclays

L’Europa sta vivendo una delle peggiori crisi economiche della storia eppure 3 delle più grandi banche del continente Barclays, Deutsche Bank e Banco Santander, hanno presentato dei risultati non eccessivamente deludenti nel primo trimestre dell’anno. Secondo il Wall Street Journal questa sarebbe la dimostrazione che, anche durante una crisi finanziaria, gli istituti di credito possono continuare a sfornare miliardi di profitti all’anno. Tuttavia lo stesso quotidiano online ribasce che le previsioni per il resto dell’anno sono decisamente più pessimistiche. Insomma il 2012 potrebbe rivelarsi un anno molto più difficile per le banche di quanto il primo trimestre non abbia fatto capire. Questo perchè i conti delle banche, fino ad ora, sono state influenzate dalle iniziezioni di liquidità della Bce, operazione  che a quanto pare non verrà ripetuta nuovamente.

Così se Deutsche Bank ha presentato dei risultati buoni, ma al di sotto delle stime degli analisti, ora gli occhi sono puntati su Banco Santander che rischia di finire male il 2012 per via del crescente deterioramente dell’economia spagnola. Un’economia che, lo ricordiamo, deve fare i conti con una disoccupazione sopra il 20% e un debito pubblico in forte crescita.

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L’Unione Europea e gli aiuti all’Ungheria

L’Ungheria, come avevamo anticipato per tempo, è un paese che sta vivendo un momento di grande difficoltà. La notizia di questi giorni è che sono riprese le trattative per dar vita ad un possibile aiuto finanziario al paese per permettere il rifinanziamento dei 4 miliardi di euro di debito in scadenza nel corso di quest’anno. Questo martedì Barroso, presidente della Commissione Europea, e Vicktor Orban, primo ministro ungherese, si sarebbero incontrati per decidere in merito alle richieste fatte dalla UE in merito a degli squilibri democratici all’interno del paese dovuti ad una proposta di legge che minerebbe l’indipendenza dei giudici e l’equità dei processi. Insomma l’Europa si trova a dover sostenere un’altro paese dell’unione anche se, questa volta, si parla di cifre sensibilmente ridotte rispetto a quanto già stanziato a Irlanda, Portogallo o Grecia.

Tuttavia, secondo indiciscrezioni, sembra che sul piatto della trattativa ci siano anche modifiche all’attuale politica fiscale del governo del paese. Insomma le posizioni sembrano, al momento, molto distanti ma la necessità di un aiuto finanziario che aiuti a stabilizzare i titoli di stato del paese sul mercato finanziario fanno pensare che l’accordo sia molto vicino.

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Rimborsi iva sempre più lenti

Oltre un anno e mezzo di attesa per avere riconosciuto il rimborso in conto fiscale di Iva e altre imposte a credito. Questo è quanto emerge da un’inchiesta de ilsole24ore.com che ha analizzato la situazione di numerose imprese e contribuenti costretti ad aspettare tempi biblici prima di veder diventare effettivo un credito  d’imposta. Come abbiamo più volte ripetuto nel corso degli ultimi mesi le aziende stanno vivendo un momento di grandissima difficoltà anche per colpa dei ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione. Se a questo aggiungiamo il fenomeno riscontrato da moltissimi imprenditori che sono costretti ad aspettare anche 1 anno e mezzo per avere dei rimborsi in conto fiscale. Si tratta di una tempistica che va al di la di ogni logica e che rischia di produrre effetti gravissimi sulla nostra economia.

Durante3 un’interrogazione parlamentare lo stesso governo è intervenuto sostenendo che “In conformità con il piano di accelerazione avviato dall’Agenzia gli importi relativi alle restanti richieste, qualora accolte, verranno erogati nel corso del 2012 tenuto conto della effettiva disponibilità finanziaria“. In sostanza il governo ha detto che le spettanze verranno pagate nel corso del 2012 se ci saranno i soldi altrimenti i rimborsi slitteranno ancora.

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