Prezzi delle case in Cina ancora in calo

In un contesto economico come quello attuale trovare delle buone notizie è merce rara. Fino a qualche tempo fa, però, era sufficiente andare a cercare i dati cinesi per trovare qualcosa di buono. Ma ecco che anche quello che è stato ribattezzato il motore del mondo, ossia la Cina, comincia a dare i primi segni di un brusco rallentamento. E’ di poche ore fa, infatti la diffusione del dato relativo ai prezzi delle case che hanno fatto registrare -1,20% su base mensile che va ad aggiungersi al -0,70% del mese precedente. Un calo importante che da quasi 12 mesi a questa parte ha fatto scendere i prezzi delle case in maniera significativa. Questo dato, snobbato da molti media, è estremamente importante in quanto il settore immobiliare rappresenta il 10% del pil del paese.

Insomma dopo i dati che testimoniano un rallentamento della crescita ora bisogna valutare anche l’impatto che avrà il settore immobiliare sulla stabilità della politica economica del paese del sol levante.  Negli ultimi dodici mesi i prezzi medi delle nuove abitazioni sono calati in 46 città su 70, ossia anche nei centri più importanti dove, generalmente, i prezzi sono  più stabili.

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Rischio liquidità per le banche Europee?

Mentre la grecia si avvia, sempre più probabilmente, ad una prossima uscita dall’euro comincia la corsa dei cittadini presso gli sportelli bancari per prelevare i contanti in vista di un possibile ritorno alla dracma o, comunque, ad una nuova valuta nazionale. Anche se non si sta ancora assistendo ad un vero e proprio “assalto” la mole di soldi ritirati in un solo giorno non è affatto indifferente (specialmente in rapporto a quanto movimentato giornalmente nel paese): 700 milioni di euro. Ma cosa sta succedendo esattamente in Grecia e in particolare al settore creditizio del paese? Prova a spiegarlo il premio nobel Krugman che, sul suo blog, ha dedicato un interessante articolo all’argomento. Secondo l’economista i greci stanno ritirando i depositi in euro dalle banche abbastanza rapidamente, ma non abbastanza velocemente da poter essere intesa come una vera e propria corsa agli sportelli.

Ma come fanno le banche (da tempo sull’orlo del baratro) ad affrontare questa continua richiesta di denaro? Molto semplicemente gli istituti di credito di Atene stanno prendendo in prestito i soldi necessari dalla banca centrale greca, che a sua volta li deve prendere a prestito dalla Banca centrale europea.

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Contributo SSN: a rischio la detrazione

Una importante novità potrebbe arrivare a breve per gli automobilisti italiani e, in particolare, per chi era solito detrarre il contributo del SSN nel modello 730. Oggi i contributi del SSN (servizio sanitario nazionale) possono essere portati a detrazione recuperando il 19%. La riforma del lavoro attualmente al vaglio del Senato, qualora venisse approvata così com’è, senza modifiche, eliminerebbe questo vantaggio a partire dal prossimo anno. Insomma come al solito una cattiva notizia per i contribuenti italiani costretti a convivere con un fisco sempre più esigente. A questo proposito il sito facile.it ha fatto il punto della situazione calcolando i possibili disagi per gli automobilisti che, con questa agevolazione, potevano recuperare una piccolissima parte del costo dell’assicurazione auto.

Qualora dovesse passare senza modifiche la riforma Fornero, infatti, potrà essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi solo la parte dei contributi del servizio sanitario nazionale eccedente i 40 euro. Questo vuol dire che, per contro, chi più paga a più possibilità di portarsi in detrazione il contributo.

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Produzione industriale: è calo in tutta l’eurozona

Basandoci sui dati diffusi dall’Eurosta relativi alla produzione industriale nei paesi dell’eurozona abbiamo potuto fare il punto della situazione sullo stato di salute dell’economia all’interno del cuore della crisi. Il quadro che ne esce è estremamente negativo in quanto mediamente si è registrato un calo dello 0,3%. Tuttavia la situazione appare drammatica se si esaminano nel dettaglio le principali potenze economiche della zona e, in particolare, Francia, Germania, Italia e Spagna. Mentre le prime 2 sembrano tenere il passo (a dire il vero la Francia con molta fatica) Italia e Spagna stanno facendo registrare dei risultati estremamente negativi e ampiamente al di sotto della media dell’eurozona. Nel mese di Marzo 2012 la produzione industriale in Italia è diminuita del 5,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno contro il -1,2% della Francia e il +1,4% della Germania.

Non va molto meglio alla Spagna che fa registrare un calo del 7,5%, non molto lontana dai livelli della Grecia che a Marzo ha subito una contrazione dello 8,5%. Fa meglio della Spagna e dell’Italia perfino il Portogallo (si proprio il portogallo in fortissima crisi…) che si ferma ad un -5,7% e l’Irlanda a -3,2%.

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Moody’s taglia il rating delle banche italiane

Ieri sera Moody’s ha comunicato il downgrade di 26 banche italiane. La notizia, che era nell’aria da circa un mese, non ha suscitato più di tanto scalpore perchè le banche tornano a scontare il rischio paese che, con il pericolo di un’uscita della Grecia dall’euro, si fa via via più forte. I rating per le banche italiane, per quello che possono valere, sono oggi tra i più bassi se consideriamo le valutazioni degli istituti di credito dei principali paesi europei. Pesano, sicuramente, le condizioni di un’economia ormai in recessione appesantita da un’azione di austerity del governo che sta portando ad una riduzione a breve termine della domanda economica. Tutto ciò sta portando ad un sempre più difficile finanziamento sul mercato che spingerà le banche a ridurre ulteriormente la propria offerta di credito per evitare il rischio di mettere in pancia crediti di dubbia qualità.

Insomma il rischio più grande per le banche italiane è quello di non riuscire più a finanziarsi sul mercato e di essere costrette a ridurre ulteriormente il credito alle famiglie e alle imprese dando i soldi solo a chi offre garanzie estremamente solide (ossia una rarità in questo periodo). Ma vediamo nel dettaglio quali sono state le motivazioni che hanno spinto il taglio di rating per le principali banche.

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Ticket sanitari addio: arriva la franchigia

Sabato il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha annunciato una vera e propria rivoluzione in ambito sanitario (ma con ovvi risvolti economici): i ticket verranno sostituiti dalle franchigie. Anche se le parole del ministro sono state decisamente eloquenti è lui stesso a sottolineare come l’iniziativa sia ancora a livello propositivo. “Siamo a livello di una proposta, non e’ una decisione assunta. Una proposta che va nel senso, come da tempo annunciato, di rendere il sistema della compartecipazione piu’ equo e trasparente e tendenzialmente omogeneo“, queste le parole di Balduzzi ai microfoni Rai. Ma cosa comporta tutto ciò e, sopratutto, quali vantaggi offre al consumatore il passaggio da un sistema basato sui ticket ad uno, di questo tipo, basato sulle franchige? Per prima cosa cerchiamo di comprendere come funzionerà la proposta del Ministro qualora dovesse diventare legge.

Ad ogni cittadino verrà attribuita una franchigia in funzione del reddito familiare calcolato sul modello ISEE (il calcolo terrà conto anche di eventuali figli a carico, o alre condizioni che possano penalizzare economicamente il contribuente). Sul reddito lordo verrà calcolata una franchigia del 3 per mille superata la quale non si pagheranno le spese mediche e i medicinali (in convenzione, ovviamente).

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