Andare in vacanza nonostante la crisi

Italiani e vacanze: un rapporto difficile in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando. Per molti versi, infatti, parlare di vacanze in un momento come questo potrebbe sembrare assolutamente fuori luogo. Tuttavia basta modificare le proprie abitudini scegliendo delle soluzioni più consone all’attuale contesto economico per rendere possibile anche quello che sembrava impossibile. Insomma gli italiani non vogliono rinunciare al piacere del relax offerto da una vacanza estiva pur dovendo fare i conti con un budget molto ristretto rispetto a quelli degli anni passati. Nel complesso si sta riscoprendo il piacere di scegliere una località italiana piuttosto che di andare all’estero spendendo di più per il viaggio e, anche all’interno del nostro paese, vanno per la maggiore le località con il miglior rapporto qualità-costo. Prendiamo spunto da un report di Trademark Italia per capirci qualcosa di più.

La tendenza degli italiani è sempre quella di viaggiare nei mesi di luglio e agosto anche se continuano ad aumentare le preferenze di chi sceglie anche mesi alternativi come Giugno o settembre. In questi periodi dell’anno, infatti, ci si può avvantaggiare di tariffe particolarmente vantagiose che possono permettere di risparmiare anche il 30-40% rispetto ai suddetti mesi di luglio e agosto.

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E’ ancora la Spagna a mettere paura

Siamo alle solite. Dopo l’euforia iniziale per l’esito del voto di Domenica in Grecia che offre qualche chance al paese di cercare di rimanere nell’euro è stato rapidamente spento da una cascata di cattive notizie dalla Spagna, mettendo in dubbio, ancora una volta, la capacità dell’eurozona di proteggere i propri membri. Come dicevamo gli ultimi dati provenienti dalla Spagna e diffusi dalla banca centrale hanno mostrato che gli istituti di credito del paese dovranno fare i conti con un livello molto alto di crediti inesigibili e che i loro depositi continuano a diminuire velocemente. Così ecco che lo spread di Madrid torna a volare con i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni che volano al 7,18% un livello assolutamente insostenibile nel medio-lungo periodo.

Ovviamente tutto ciò si è ripercosso sui mercati azionari spagnoli e italiani: Madrid ha perso il 3%, e Piazza Affari ben il 2,8%. Proprio sull’Italia, oltre che sulla Spagna, si sono concentrate le vendite, ennesima riprova che è il nostro paese il prossimo obiettivo della speculazione complici, anche, i dati macro estremamente deludenti diffusi negli ultimi mesi.

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Scaduto il primo acconto dell’Imu ma in pochi hanno pagato

Ieri era l’ultimo giorno utile per pagare l’Imu, l’imposta municipale unica che ha sostituito la vecchia Ici che ha portato con se parechie polemiche. Chi non ha pagato l’acconto che, come detto, scadeva ieri dovrà fare i conti con le multe e le sanzioni previste dalla legge che faranno lievitare il costo da un minimo del 3% ad un massimo del 30%. Insomma sarebbe stato decisamente molto più conveniente pagare nei termini previsti dalla legge ma, a quanto pare, molti italiani non l’hanno fatto. Secondo alcuni sondaggi pubblicati sul web in questi giorni sembra che una parte consistente degli italiani ha deciso di non pagare la prima rata dell’Imu. C’è chi ha scelto di non pagare per principio e chi, invece, per mancanza della liquidità necessaria. Il contesto economico che stiamo attraversando, infatti, non è dei migliori e per molte persone l’imu rappresenta un vero e proprio salasso a cui è difficile far fronte.

Proprio per questo si sono scatenate numerose polemiche su questa tassa sulla casa visto che, tra l’altro, si sono registrati aumenti, rispetto alla vecchia Ici, anche molto consistenti specialmente per quanto riguarda le seconde case e per gli edifici commerciali (negozi, uffici, ecc.). A questo punto chi non ha rispettato i termini dovrà adeguarsi e pagare l’Imu con l’aggiunta delle sanzioni o delle multe.

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Falliscono Sinergia e Imco le 2 holding di Licresti

Ci siamo, il tribunale di Milano ha dichiarate fallite le holding di Ligresti, Sinergia e Imco. Si tratta di un mastodontico crac da quasi 500 milioni di euro di cui 400 verso le banche e 60 milioni verso altri creditori (tra cui i 12,5 milioni di debiti verso l’Istituto oncologico europeo). I giudici, Roberto Fontana, Filippo D’Aquino e Filippo Lamanna del tribunale fallimentare di Milano, hanno deciso di non concedere altre 2 settimane di tempo per presentare un nuovo piano di salvataggio (avevano già concesso 41 giorni in più) in quanto le banche creditrici non si sarebbero dimostrate disponibili a finanziare direttamente l’accordo di ristrutturazione (e ci mancherebbe, verrebbe da dire, visto che ai piccoli imprenditori non si eroga neanche più credito da tempo). Inoltre il rischio, secondo i magistrati, era quello della possibilità di inquinamento dei valori di mercato delle partecipazioni.

Ora Ligresti, che già era stato iscritto nel registro degli indagati per aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza, dovrà affrontare anche il reato di bancarotta per il fallimento delle 2 holding. Ma se Sinergia e Imco falliscono l’altra società della galassia Ligresti ha sottoscritto un importante accordo per la ristrutturazione dei debiti: Premafin.

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Finalmente arriva il Decreto sviluppo

Sviluppo e crescita sono 2 parole che abbiamo sentito ripetere fino alla nausea in questi ultimi mesi ma di cui, nella realtà dei fatti, non si è vista nemmeno l’ombra. Ma, seppur con qualche settimana di ritardo è finalmente pronto il decreto che dovrebbe permettere al nostro paese di recuperare un po di competitività a livello internazionale con delle misure volte alla crescita che andranno ad integrare quelle del rigore adottate fino ad ora. Perchè, come abbiamo più volte ripetuto, senza crescita non si va da nessuna parte. Stando alle prime indiscrezioni riportate da ilsole24ore.com in queste ore il provvedimento che sarà al vaglio del consiglio dei ministri oggi è ampiamente ridimensionato rispetto alla bozza di partenza ma resta pur sempre un passo importante per ridare un minimo di slancio ad alcuni settori nevralgici della nostra economia.

I punti più salienti del decreto dovrebbero riguardare il settore dell’edilizia (con i bonus per le ristrutturazioni edili), gli incentivi alle imprese e il risparmio energetico. Si tratta di interventi che ci sarebbe piaciuto scoprire più incisivi ma, di questi tempi, è bene accontentarsi perchè comunque bisogna sempre fare i conti con i soldi che si hanno a disposizione (e sappiamo tutti che non ce ne sono molti).

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In Italia dilaga il fenomeno dei compro oro

In questo periodo di crisi molte famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese. Spesso mancano i soldi per far fronte alle spese comuni di tutti i giorni e con le banche che non concedono più prestiti se non a chi i soldi già ce li ha la situazione diventa davvero molto difficile. E proprio in questo contesto hanno proliferato le agenzie dei cosidetti Compro oro, dei veri e propri negozi specializzati nell’acquisto di oggetti in oro. Si parla di un business approssimativo di circa 2 miliardi di euro l’anno con un flusso economico di circa 350 mila euro per ogni esercizio commerciale. Secondo un calcolo dell’Adoc, una delle più importanti associazioni dei consumatori, solo nel corso del 2011 è aumentato del 20% il numero di persone che si rivolgono a questi centri per vendere i propri effetti e ricavarne un po di liquidità da utilizzare per sopperire alla mancanza di reddito.

Questo fenomeno testimonia il momento di estrema difficoltà delle famiglie italiane costrette a rinunciare ai propri preziosi che spesso rappresentano dei ricordi preziosi che si dovrebbero tramandare di generazione in generazione ma che la crisi economica sta velocemente inghiottendo. Come se non bastasse bisogna anche aggiungere che le associazioni dei consumatori denunciano diverse irregolarità di questi Compro oro.

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