Una nuova agenzia per il controllo delle banche

La direzione che stanno intraprendendo i leader europei porterà, molto probabilmente, alla creazione di un sistema di supervisione globale per le banche dell’eurozona. La soluzione più gettonata sembra essere la creazione di una nuova agenzia che verrà posta sotto il controllo della Banca centrale europea per sorvegliare le maggiori banche nell’unione monetaria. Se ciò verrà applicato sarà un passo significativo verso la creazione di una futura unione bancaria tra i paesi che utilizzano la moneta unica, passo giudicato fondamentale se si vuole provare a salvare l’euro dalla disfatta. Ovviamente si tratta di un passo estremamente importante e delicato perchè implica un’ulteriore cessione di sovranità dei singoli paesi nei confronti dell’Europa e va a toccare il cuore delle economie locali, ossia le banche.

L’istituzione di un’unica autorità, con un unico insieme di regole per le banche della regione, è visto dalla Germania e da altre economie forti come condizione essenziale per poter condividere le risorse con gli altri paesi. Ovviamente la strada è ancora lunga e al momento non ci sono conferme ufficiali al riguardo ma stando alle indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal è possibile delineare quelle che saranno le future decisioni in merito.

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Manchester United: al via l’Ipo a Wall Street

Il Manchester United, la prestigiosa squadra di calcio inglese, si appresta a sbarcare a Wall Street con un’ipo da 100 milioni di dollari. La mossa dei proprietari della squadra, la famiglia Glazer, era nell’aria già da un po ma fino a qualche settimana fa si valutava l’idea di quotarsi a Singapore con un’Ipo da 1 miliardo di dollari ma, vista l’alta volatilità dei mercati si è scelta un’altra strada… quella di Wall Street. Le azioni, stando alle indiscrezioni, sarebbero divise in 2 tipologie: classe A, ossia quelle oggetto dell’Ipo, che garantiscono 1 voto ciascuna e classe B, quelle che rimarranno alla famiglia Glazer, che garantiscono 10 voti ciascuna. Di fatto la famiglia Glazer manterrà il totale controllo del club nonostante la collocazione sul mercato del più prestigioso club di calcio inglese. Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i Glazer ad optare per la quotazione a Wall Street?

Se si guarda ai profitti, infatti, il Manchester United nel corso dello scorso anno ha ottenuto quasi 60 milioni di dollari in netto rialzo rispetto ai 21 milioni del 2010. Eppure il club inglese deve fare i conti con una montagna di debiti che impedirebbe ai dirigenti di tornare a costruire una squadra in grado di vincere a livello nazionale ed europeo.

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“Riparti con Eni”: sconti sulla benzina per le famiglie

Come abbiamo più volte sottolineato nel corso degli ultimi mesi il prezzo di benzina e gasolio finisce con l’incidere in maniera negativa sul potere di acquisto delle famiglie italiane. A questo proposito, quindi, è bene sottolineare tutte le iniziative che ci consentono di risparmiare sul pieno di carburante della nostra auto a partire proprio dall’iniziativa di Eni che, dal 16 giugno al 2 settembre, durante tutti i week end, applicherà delle tariffe particolarmente interessanti per tutti coloro faranno rifornimento in modalità Iperself . Parliamo di uno sconto tutt’altro che indifferente visto che siamo nell’ordine dei 20 centesimi al litro, ossia un risparmio di circa 10 euro per un pieno di carburante di un’auto di media cilindrata (calcolo effettuato su serbatoio di 50 litri).

Secondo l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, si tratta di “Uno sconto che io chiamo ‘scontone’ perché offriremo alle famiglie italiane prezzi bassissimi” rispetto a quelli solitamente applicati nei giorni feriali. L’iniziativa, che ha come testimonial dello spot tv Rocco Papaleo, è stata ribattezzata Riparti con Eni e vuole lanciare un chiaro segnale di come il paese abbia bisogno di “rimettersi in marcia” per scacciare l’incubo di questa crisi economica.

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Stati uniti d’Europa: sogno o realtà?

Come avuto modo di sottolineare anche nei giorni scorsifinchè ogni paese dell’eurozona continuerà a guardare solo ai propri interessi l’avere una moneta unica continuerà ad essere più un peso che un vantaggio. Per questo alcuni leader europei stanno spingendo nella direzione di una maggiore coesione politica ed economica… insomma bisogna creare una sorta di Stati Uniti d’Europa. Solo in questo modo si potrà dare tregua ai debiti dei singoli stati, oggi sempre più soggetti alla speculazione, e rilanciare l’economia dell’intera area. D’altronde la crisi in Europa è scoppiata in maniera così violenta quando si è messo in dubbio il salvataggio di un paese, la Grecia, di cui si erano scoperti i conti “non proprio in ordine”. E’ come se in america non si desse per scontato che la California, che ha una montagna di debiti e sarebbe già tecnicamente fallita, non venisse aiutata dallo stato centrale. In piccolo è un po come se in Italia lo stato abbandonasse al proprio destino le regioni in difficoltà continuando ad erogare servizi solo a quelle più virtuose.

Insomma l’euro così come è stato fatto proprio non ha senso perchè far coesistere gli interessi di paesi diversi che in comune hanno solo la moneta ma che continuano ad avere delle politiche economiche profondamente diverse è estremamente difficile e ne abbiamo avuto la riprova visto che alla prima difficoltà i leader dell’eurozona si sono subito divisi.

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La Merkel dice no e le borse crollano

Nei giorni scorsi avevamo annunciato che questa sarebbe stata la settimana decisiva per la sopravvivenza dell’euro e ieri abbiamo avuto un primo assaggio non proprio positivo di quello che ci aspetta. Dopo il secco no della Germania agli eurobond crollano i listini europei: Milano chiude a -4%, Madrid -3.67%, Parigi ha perso oltre il 2% così come Francoforte. Il tutto ha dato l’ennesima dimostrazione che l’Eurozona è più che mai divisa dagli interessi dei singoli stati che continuano ad avere visioni diverse sulle misure da adottare per fronteggiare quella che potrebbe essere la fine dell’euro. A dare dimostrazione di quanto sia caotica l’atmosfera tra i vertici europei basta pensare al botta e risposta tra la Merkel e Schaeuble (ministro delle finanze tedesco): secondo quest’ultimo “l’ultima parola in Europa ce l’hanno avuta quasi sempre gli Stati membri. Questa condizione non può perdurare: dobbiamo concedere più competenze a Bruxelles sugli ambiti politici importanti, senza che ogni Stato nazionale possa bloccare le decisioni“.

Ma la Merkel tira il freno a mano ricordando che gli eurobond non sono la soluzione alla crisi europea perchè contro producenti dal punto di vista economico ma, anche, incompatibili con la costituzione tedesca. Ma mentre si dibatte su eurobond si, eurobond no la Spagna ha fatto sapere che il 9 Luglio chiederà formalmente aiuto in occasione dell’eurogruppo.

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UE: l’unione politica è a rischio

Dall’ultimo vertice a 4 tra Spagna, Italia, Francia e Germania il quadro che ne viene fuori è di un’Europa sempre più divisa. Da un lato ci sono i paesi che chiedono una maggiore coesione politica anche nel momento in cui ci siano da fare dei sacrifici, dall’altro c’è la Germania che per voce della Merkel fa sapere di non voler staccare assegni in bianco per salvare i paesi in difficoltà. Le parole della signora Merkel sono state eloquenti e non hanno lasciato adito a dubbi: “Se io, cancelliere tedesco, do soldi alle banche spagnole, come faccio a sapere che come questi soldi verranno gestiti?“. Dall’altra parte Hollande ha ribadito che “Non ci può essere alcun trasferimento di sovranità se non c’è un miglioramento della solidarietà” chiedendo una maggiore coesione politica tra i paesi dell’area euro.

La situazione, quindi, sembra essere ben lontana da una soluzione. Il sistema finanziario si è frammentato, la fiducia degli investitori, delle famiglie e delle imprese si sta dissolvendo, la domanda si sta prosciugando e depositi continuano a fuoriuscire dalle banche e non tutti hanno direzione Germania. Spesso, infatti, i risparmiatori si rifugiano in dollari o altre valute internazionali portando i soldi al di fuori dei confini europei.

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