Volkswagen: piano di espansione fuori dall’Europa

La Volkswagen ha annunciato, lo scorso venerdì, che investirà ben 50 miliardi di euro nei prossimi anni per accellerare il proprio piano di espansione a livello mondiale. Ovviamente l’obiettivo della casa automobilistica tedesca è molto semplice: staccarsi, quanto più possibile, dall’Europa in crisi e incrementare le vendite nel mercato cinese e nord americano. Solo in questo modo la Volkswagen avrà una chanche di detronizzare la Toyota del titolo di più grande produttore al mondo di auto. Insomma la Volkswagen, sulla scia di quanto già deciso da Bmw e Mercedes, farà di tutto per incrementare le vendite al di fuori dell’Unione Europea dove, a dir la verità, di auto se ne vendono poche o niente.

Il piano di espansione della casa tedesca prevede la spesa quasi 25 miliardi di euro per l’ammodernamento e l’espansione delle vendite dei modelli dei 12 marchi distribuiti dalla Volkswagen che vanno da Audi a Porsche, passando per Skoda e Seat. Ad esempio, 14,5 miliardi di euro sono stati destinati ad investimenti strutturali in Messico dove verranno prodotte e assemblate le audi da destinarsi al mercato Americano.

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Crisi: le aziende USA riducono gli investimenti

Potrà sembrare strano ma le aziende statunitensi, nonostante gli ultimi dati macro economici tutt’altro che pessimi, stanno ridimensionando i propri piani di investimento ad un ritmo molto intenso. Secondo un’analisi del Wall Street Journal le prime 40 aziende quotate in borsa stanno riducendo gli investimenti in attrezzature e software nel terzo trimestre per la prima volta dall’inizio del 2009. Questo rappresenta sicuramente un ottimo parametro per valutare la vitalità economica del settore delle imprese in fase di stallo. Ma oltre a questo c’è anche da segnalare che gli investimenti delle imprese nelle nuove costruzioni sono diminuiti.

Alcuni importanti dirigenti aziendali intervistati dal quotidiano americano sostengono di aver avviato un rallentando nella realizzazione dei grandi progetti per proteggere i profitti dall’andamento negativo della domanda ma, anche, per via della crescente incertezza che ha caratterizzato gli ultimi mesi.

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Continua la recessione nell’Eurozona: preoccupa la Francia

L’Eurozona continua a soffrire dal punto di vista economico: il pil cala per il secondo trimestre consecutivo ed ora si può parlare ufficialmente di recessione. Dopo un primo trimestre a crescita zero, un secondo che ha fatto registrare un -0.2% e il terzo che si è fermato a -0.1% pronunciare la tanto temuta parola “recessione” non è più un tabù. Dal canto suo l’Italia ha fatto registrare il terzo trimestre consecutivo di calo del pil anche se il -0.2% degli ultimi 3 mesi sembra preannunciare un lievo miglioramento. Nel contesto la situazione Europea resta davvero critica visto che ora cominciano a dare i primi grandi segni di cedimento anche quei paesi che si ritenevano potessero essere immuni (o quasi) alla crisi come la Germania o la virtuosa Olanda. In netto peggioramento anche la situazione in Francia che, da molti, viene indicata come il vero e più grande pericolo per la zona Euro. La seconda economia Europea, infatti, non sta attraversando un buon momento storico. Dal 1981 il debito pubblico francese è passato dall’essere il 22% del pil al 90 di oggi.

Ma la debolezza dell’Europa ha già avuto ripercussioni anche sulle altre economie mondiali. Le esportazioni cinesi verso il vecchio continente sono calate bruscamente quest’anno, contribuendo al rallentamento della crescita del paese che, fino ad ora, era stato considerato la locomotiva mondiale.

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La Minetti e il vitaliazio da 1300 euro

Sta facendo molto scalpore la notizie comunicata ieri a Cielo che Gol, il programma di Simona Ventura, in cui Nicole Minetti ha annunciato di voler rinunciare al vitalizio di 1300 euro che le spetterebbe a fine mandato. Tuttavia la Minetti ci ha tenuto a sottolineare che non lo prenderà non perchè vuole ergersi a paladina della giustizia ma, semplicemente, per il fatto che sussistono degli impedimenti oggettivi. Queste le parole della Minetti: “Io il vitalizio da 1.300 euro non lo prenderò. Non lo prenderò per due motivi che devono essere chiari: primo, per il decreto Monti, che è vero che tutti hanno detto che è un decreto legge e potrebbe non passare alle Camere, ma intanto c’è. Il secondo motivo è che il vitalizio si prende nel caso in cui tu maturi più di 30 mesi di legislatura, quindi avrei dovuto o finire la legislatura oppure, se mi fossi dimessa prima, versare i rimanenti contributi che in teoria avrei dovuo versare se avessi finito la legislatura. E il totale ammonta a una somma di circa 60mila euro“.

Cifra che a quanto pare la Minetti non è disposta a spendere, almeno stando a quanto dichiarato nel programma della Ventura. A questo punto vien quasi da sorridere perchè difficilmente la consigliera della regione Lombardia avrebbe rinunciato alla pensione anticipata se avesse maturato i requisiti. Insomma l’annuncio sa più di una bufala che di qualcosa davvero meritevole di attenzione.

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