Ecobonus e ristrutturazioni: avanti fino a Dicembre

Il Consiglio dei ministri approva la proroga dei cosidetti bonus fiscali per le ristrutturazioni. Si tratta di una notizia molto attesa perchè l’obiettivo è quello di dare una boccata di ossigeno al settore dell’edilizia. In sostanza il bonus, che premia quegli interventi di riqualificazione volti ad ottimizzare il risparmio energetico, viene prorogato fino al 31 dicembre 2013. L’altra bella notizia e che il bonus in questione passa dal 55 al 65% anche se l’obiettivo del decreto legge originario prevedeva l’estensione fino al 75%. Ma si sa, l’Italia deve fare i conti con i (pochi) soldi a disposizione e di questi tempi meglio accontentarsi. Insomma anche se i commenti dei principali esponenti politici mi sembrano alquanto eccessivi (c’è chi ha definito l’ecobonus una misura forte per uscire dalla crisi!) si tratta pur sempre di un piccolo passo in avanti.

ecobonus

L’edilizia, settore strategico per l’economia del nostro paese, è ferma da ormai 2 anni e l’unico ramo che sembra poter dare ancora lavoro è quello delle ristrutturazioni. Molte piccole e medie imprese temevano la scadenza di giugno dei bonus fiscali ma ora potranno tirare un sospiro di sollievo almeno fino a fine anno.

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L’Italia torni a crescere: l’appello di Giampaolino

230 Miliardi: tanto ci sarebbe costata l’austerity stando a quanto riportato nel rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica realizzato dalla Corte dei Conti. Proprio per questo il Presidente Luigi Giampaolino chiede all’Europa meno pressione e la possibilità di puntare maggiormente su crescita e sviluppo piuttosto che solo ed esclusivamente su crescita e sviluppo. D’altronde dal rapporto della Corte dei Conti i risultati che emergono di questi anni di rigore fiscale sono disastrosi: le tasse sono aumentate contribuendo pesantemente ad avviare la recessione. Recessione che ha avuto tra i suoi effetti più pesanti quello di far crollare il gettito fiscale rendendo, di fatto, vano l’aumento della pressione fiscale.

Presidente Luigi Giampaolino

Luigi Giampaolino, infatti, ci tiene a sottolineare che “All’Italia serve crescere, servono stimoli. Non deroghe per spendere di più. L’emergenza della decrescita e della disoccupazione appare oggi acquisire quanto meno un rilievo analogo a quello assegnato al percorso di riequilibrio di disavanzi e debito pubblico“.

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Continua il rally di borsa di Mediaset

Investire in borsa non è mai stato tanto semplice. Bastava investire in titoli Mediaset subito dopo il voto per ritrovarsi oggi, dopo appena 3 mesi, con un guadagno del 43%. Non c’è che dire, si ripete per l’ennesima volta lo stesso identico copione. Quando la figura di Berlusconi torna ad essere centrale nella politica italiana le sue aziende crescono in borsa al di la dei fondamentali. Si perchè questo rialzo del 43% non è dovuto certo alle perfomance di Mediaset che, al contrario, sta facendo registrare i peggiori conti della sua storia complice una crisi che ha affondato il settore pubblicitario costringendo l’azienda ad una politica di taglio dei costi senza precedenti.
Insomma non si punta sull’azienda ma si scommette sulla figura di Berlusconi e dei vantaggi di cui indirettamente Mediaset potrebbe beneficiare. Dal 28 aprile, ossia dal giorno del giuramento del nuovo governo di larghe intese, il patrimonio azionario di Berlusconi è cresciuto del 21%.

berlusconi wall street journal

Tutto ciò nonostante Mediaset abbia chiuso lo scorso anno(per la prima volta nella sua storia) con un passivo di 287 milioni e gli ascolti televisivi siano scesi di un punto percentuale. Insomma dati che non convincerebbero nessuno ad investire un centesimo nelle aziende cavaliere.

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Merkel: serve rigore, anzi no… serve di più

La Germania, da sempre accusata di essere una delle cause del prolungarsi della crisi economica, sembrerebbe aver capito che è arrivata l’ora di cambiare rotta. Insomma non più solo austerity ma, anche, maggiore competitività. Perchè qualcuno, li a Berlino, sembra aver finalmente capito che se non si torna a crescere la faccenda, per l’Europa, si fa davvero molto difficile non solo da un punto di vista economico ma, anche e sopratutto, sociale. Questi anni di crisi hanno moltiplicato il numero di poveri in tutti i principlai paesi europei portando la disoccupazione su livelli molto vicini alla soglia di massima sopportazione. La Merkel sembra aver capito tutto ciò e, pur difendendo quanto fatto finìora e continuando a rivendicare l’assoluta necessità di tenere sotto controllo i conti, apre ad un leggero cambio di rotta.

merkel

Insomma da oggi in poi le parole d’ordine saranno rigore e crescita accontentando, così, sia il governatore della BCE, Mario Draghi, che tutti i principali leader europei che già da tempo chiedevano di poter ammorbidire la linea di austerity imposta dalla Germania.

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Le famiglie perdono potere di acquisto ma si salvano grazie alla casa di proprietà

Le famiglie italiane sono sempre più in difficoltà. A testimoniarlo arriva, ora, la Bce che in un recentissimo studio ha analizzato la ricchezza delle famiglie dei principali paesi europei. In sostanza quello che emerge è che le famiglie italiane hanno un reddito inferiore a quelle di Francia e Germania (anzi a dir la verità siamo tra gli ultimi in Europa) ma continuano ad avere un patrimonio tra i più consistenti grazie a quanto abbiamo accumulato nei decenni passati e, sopratutto, al basso indebitamento. Gli italiani, quindi, pur guadagnando meno possono ancora contare sulla ricchezza patrimoniale (vedi casa di proprietà). Ma per quanto potrà reggere questa situazione? Per quanto ancora la ricchezza accumulata negli anni passati dalle precedenti generazioni potrà evitare il tracollo economico del sistema?

italiani e la poverta

La situazione è davvero molto grave perchè il reddito degli italiani è destinato a calare ancora. Secondo uno studio dell’Istat le retribuzioni sono cresciute nell’ultimo anno dell’1,4% (Febbraio 2012 – Febbraio 2013) mentre il costo della vita è aumentato dell’1,9%. In sostanza gli italiani continuano a perdere potere di acquisto e, di conseguenza, continuano a calare i consumi.

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