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Indipendenza Scozia: cosa accadrà il 18 settembre

scoziaIl prossimo 18 settembre è in programma il referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Valutato che – secondo i più attendibili sondaggi – i favorevoli alla separazione sarebbero in vantaggio, la sterlina in questi giorni sta subendo degli scossoni particolarmente importanti che potrebbero collimare nella data del 18 settembre, quando gli scozzesi saranno chiamati a esprimersi sulla “secessione”. Negli ultimi mesi il referendum era stato parzialmente sottovalutato dalle parti in causa, convinte che i favorevoli all’indipendenza fossero una decisa minoranza: il Sunday Times ha tuttavia ieri pubblicato un report “choc”, che dimostra come i favorevoli all’indipendenza siano il 51%, contro il 49% dei fedeli britannici.

Di qui, un piccolo caos valutario. La possibilità che a partire dal 18 settembre la Scozia diventi indipendente, infatti, ha spinto il governo conservatore e le forze d’opposizione a unire le forze contro quello che sarebbe un dramma geopolitico e finanziario (così, ovviamente, non la pensano le forze indipendentiste). Una unione di forze che tra poche ore si concretizzerà nel lancio del piano “devo maxi”, una sorta di esplosione del processo di devolution, che dovrebbe permettere alla Scozia di poter disporre di maggiore autonomia (fiscale, e non solo). La mossa sembra tuttavia una azione frettolosa e mal predisposta per cercare di correre ai ripari, e la leva di Cameron potrebbe non bastare per mettere al freno l’emorragia di consensi della parte dei “no”.

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Fisco: il 730 precompilato

Fisco: il 730 precompilato

Il passaggio alla dichiarazione dei redditi precompilata del 730 è prevista nel 2015, a seguito di quanto indicato nei decreti di semplificazione che sono stati già approvati dal governo. Inizialmente …

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Finanza e filantropia in Italia

Sono abbastanza sconcertanti i dati che dichiarano che due italiani su tre non sappiano cosa sia la filantropia. Molti confondono questa parola, addirittura, con il nome di una fondazione umanitaria. È forse necessario, quindi, fare un po’ di chiarezza. La filantropia che etimologicamente indica un’amore ed un interessamento verso il prossimo, è la costruzione di atti volti ad un miglioramento sociale. Il filantropo è colui che godendo di una posizione privilegiata, orienta tuttavia il proprio agire e le proprie risorse economiche all’altruismo e si fa promotore di cambiamenti sociali ed economici.

Bill-Gates

La filantropia è molto più diffusa negli Stati Uniti, forse perché essendo questo paese culturalmente da sempre improntato a un liberismo che limitava le misure di welfare, gli imprenditori illuminati hanno da subito sentito la necessità di mettersi a disposizione della collettività.

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Pronti tagli per 7 miliardi a politica, trasporti e difesa

E’ stato presentato al governo il cosiddetto “piano Cottarelli“, ossia un piano di spending review che prevede tagli del valore di 7 miliardi circa solo per l’anno in corso. Si tratta di tagli dolorosi ma in gran parte necessari anche se Renzi, apparso in tv proprio l’altro giorno ha già sottolineato che alcuni interventi non si faranno. Tuttavia qualcosa va tagliato se si vuole investire e, soprattutto, restituire potere di acquisto ai lavoratori. Per questo bisogna prendere in esame tutto per poter capire dove intervenire. Secondo il piano stilato da Cottarelli si deve intervenire su politica, trasporti, difesa e pensioni. E proprio sulle pensioni Renzi si è detto contrario ad intervenire, almeno per quel che riguarda il contributo speciale.

Si calcola poi che circa 100 milioni l’anno si possano recuperare dalle auto blu, 300 milioni dalla sanità con l’introduzione dei costi standard e circa altri 100 dalla difesa (si parla di dismettere caserme e tagliare su altri costi relativi al personale militare).

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Renzi prova a tagliare l’irpef per le classi medie

Con i consumi degli italiani ridotti ai minimi storici parlare di ripresa economica è quanto mai fantasioso. Lo sa perfettamente Matteo Renzi che, non a caso, proverà a presentare il provvedimento per la rimodulazione dell’Irpef abbassando l’aliquota sui redditi medi e alzandola su quelli più alti. In sostanza questa prima misura fa parte di un progetto più ampio con il quale si è pensato (udite, udite) che ridare fiato alla classe media potrebbe ridare nuovo stimolo ai consumi. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire anche se, a dir la verità, aveva parlato di qualcosa di simile anche Monti e poi non se ne fece nulla.

renzi aliquota irpef

Che l’unico modo per rilanciare i consumi sia quello di restituire potere di acquisto alle classi medio basse ci erano arrivati anche i sassi. Comunque cerchiamo di capire cosa, con ogni probabilità, Renzi cercherà di far passare. In sostanza si vorrebbe abbassare l’aliquota Iperf per i redditi tra i 28 e i 55 mila euro che passerebbe dal 38 al 35%.

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