Italia: è allarme disoccupazione

L’economia italiana è in fortissima sofferenza come testimonia il dato diffuso ieri sulla disoccupazione a Febbraio che con il 9,3% fa registrare il picco più alto da Gennaio 2004 con un aumento su base annuale del 16,6%. Questo significa che a Febbraio i disoccupati nel nostro paese sono aumentati di 335 mila unità rispetto allo stesso mese del 2011. Un dato disastroso che rende impossibile qualsiasi speranza di ripresa economica nel brevissimo periodo e fa capire quanto lavoro ci sia da fare prima che questo trend possa essere invertito. La situazione, infatti, diventa ancor più grave se si valutano i dati della disoccupazione giovanile, ossia dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni, che a Febbraio sale al 31,9%. Certo si potrebbe sembre vedere il rovescio della medaglia, ossia che la media della disoccupazione nell’eurozona è al 10,8%, che in Spagna è al 23,6% e che in Italia è “solo” al 9,3%.

Tuttavia proprio le caratteristiche della nostra economia, con l’alto debito pubblico che si avvicina pericolosamente a quota 2000 miliardi di euro, ci impongono di trovare al più presto un rimedio per far tornare le imprese ad assumere. Solo contenendo la disoccupazione su valori al di sotto dell’8%, infatti, è pensabile poter pensare ad una ripresa economica.

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Egomnia, il social network per chi cerca lavoro

I tempi cambiano e nell’era dei social network è possibile che si possa riuscire a trovare lavoro anche su internet. Non a caso, in questi giorni, è nato Egomnia, un social network nato con l’obiettivo di offrire una vetrina a chi cerca lavoro. In sostanza questo “social network del lavoro” si pone l’obiettivo di raccogliere i curriculum dei laureati italiani e di classificarli in base alle proprie competenze per offrire alle aziende una serie di nomi tra cui scegliere in funzione delle proprie esigenze. Il progetto è ancora in fase beta ma ha già cominciato a far parlare di se. D’altronde, con la disoccupazione giovanile al 30%, il lavoro è un argomento che sta particolarmente a cuore ai giovani italiani e, specialmente, ai neolaureti sempre più spesso costretti a rimanere senza un impiego nonostante la preparazione di alto livello.

Il progetto, realizzato da Matteo Achilli (un giovane italiano di appena 20 anni) da appena un mese, può vantare già oltre 6000 utenti iscritti e oltre 20 società tra cui anche il colosso delle telecomunicazioni Ericsson. Ma come funziona esattamente questo social network dedicato al mondo del lavoro? Noi di economyonline lo abbiamo provato per voi scoprendo che, in fin dei conti, si tratta di un progetto interessante nato da un’idea estremamente semplice.

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5 lavori alternativi per uscire dalla crisi

Con la disoccupazione giovanile al 28% sono sempre di più i ragazzi sotto i 35 anni di età che faticano a trovare un impiego. Nonostante la fatica di anni di studio, infatti, anche chi ha conseguito una laurea fatica a trovare un lavoro visto che le aziende sono più propense a licenziare che ad assumere. Tuttavia, con un po di inventiva e tanta buona volontà è possibile sfruttare alcune delle proprie capacità per trovare un lavoro, per così dire, “alternativo”. Tra i giovani, per esempio, ci saranno tantissimi ragazzi che sanno usare molto bene i social network ma quanti di loro hanno pensato di sfruttare questa capacità anche per trovare un lavoro presso qualche azienda? Eppure il social media specialist è una figura estremamente ricercata.

Proprio per questo abbiamo voluto raccogliere, in questa guida, una serie di 5 lavori alternativi adatti ai giovani (ma non solo) con cui è possibile uscire dalla crisi e smarcarsi dal concetto di lavoro come lo abbiamo inteso fino ad oggi. Sono lavori che possono essere svolti anche senza una preparazione scolastica o accademica apposita ma, semplicemente, sfruttando le proprie passioni, conoscenze e capacità.

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Novità in arrivo per le pensioni integrative

Già in passato si era più volte provato a far decollare il settore delle pensioni integrative. Ad oggi, tuttavia, c’è da dire che restano uno strumento finanziario di nicchia che attira uno scarso interesse da parte dei lavoratori. Proprio per questo sembra che il governo, dopo aver risolto il nodo della riforma del lavoro, voglia rilanciare le pensioni integrative puntando principalmente a diffonderle tra i giovani, ossia quelli che saranno maggiormente penalizzati dalla riforma delle pensioni che ha sancito il passaggio dal vecchio modello retributivo a quello contributivo. Secondo una prima stima de ilsole24ore, infatti, i giovani che andranno in pensione con il nuovo modello contributivo avranno un saggio di sostituzione (ossia il rapporto tra la prima pensione e l’ultima retribuzione) pari al 30-40%. Questo vuol dire che se l’ultimo stipendio è stato di 1500 euro la prima pensione sarà non più di 450-600 euro. Ecco perchè è importante puntare su modelli previdenziali alternativi, così da evitare che ci sia un graduale impoverimento della categoria dei pensionati.

Secondo le prime indiscrezioni il governo dovrebbe introdurre delle agevolazioni fiscali per incentivare i giovani a puntare sulle pensioni integrative per assicurarsi una vecchiaia dignitosa. In sostanza il governo starebbe valutando la possibilità di ridurre l’aliquota contributiva per i giovani nel caso si decida di investire nelle pensioni integrative (fondi pensione, polizze pensionistiche o altri strumenti), di fatto, aumentando la propria copertura previdenziale.

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Riforma del lavoro: il tesoro trova i soldi

Stando alle indiscrezioni che trapelano sugli organi di stampa in queste ultime ore sembra che si sia vicini ad un accordo per varare la tanto attesa riforma del lavoro. Sembra, infatti, che la Fornero e i sindacati siano molto vicini a siglare un accordo sui temi caldi, ossia quelli relativi a cassa integrazione, contratti di apprendistato e sussidi. Tuttavia ci sarebbe ancora da sciogliere il nodo relativo all’articolo 18 ma non è escluso che si riesca a giungere ad un compromesso già in settimana. Un’ottima notizia che fa ben sperare, sopratutto dopo che l’Istat ha pubblicato il dato definitivo relativo al pil 2011, dato che ci vede essere, ancora una volta, il fanalino di coda dell’economia europea.

L’obiettivo, ovviamente, è quello di combattere la forte disoccupazione che colpisce il paese favorendo l’occupazione dei giovani visto che, al di sotto dei 34 anni,  ben 1 su 3 non studia e non lavora. Ma tornando alla riforma, l’ottimismo di queste ultime ore è dovuto al fatto che il ministero del Tesoro avrebbe trovato le risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali che dovranno essere inclusi nella manovra.

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Telelavoro: lo sogna una donna su 3

Anche se per molti può sembrare qualcosa di astratto, irrealizabile, il telelavoro si sta affermando come una realtà importante, al punto che ben 1 donna su 3 sogna di poter lavorare a distanza. Secondo un recente studio di casa.it, infatti, il 35% delle donne italiane desidererebbe lavorare da casa utilizzando le tante possibilità che il web e le nuove tecnologie mettono a disposizione. Secondo lo studio ben il 73% delle donne sostiene di poter lavorare usando il pc e il 65% dichiara di aver bisogno di una banda larga per poter trasferire i dati più rapidamente. Questo, ovviamente, renderebbe la propria professione meglio compatibile con gli impegni familiari e, sopratutto, con la cura dei propri figli. Tuttavia la cultura italiana in fatto di telelavoro è ancora molto arretrata e sono poche le società che consentono ai propri dipendenti di poter svolgere parzialemente o interamente la propria attività per via telematica. Nonostante questo ad oggi esistono diverse opportunità che consentono ad una donna o ad un uomo di svolgere un lavoro da casa senza doversi recare fisicamente sul posto di lavoro.

Si tratta di attività in proprio (basti pensare ad alcune categorie di liberi professionisti e a piccoli imprenditori che vendono servizi) ma, anche, di lavori alle dipendenze di imprese più evolute, dal punto di vista informatico, all’interno delle quali per alcune mansioni è prevista la possibilità di poter lavorare via web.

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