Report sul Monte dei Paschi di Siena

Il programma di approfondimento di rai 3, Report, ha parlato ieri sera del Monte dei Paschi di Siena spiegando gli intrecci che hanno caratterizzato la governance della più antica banca del mondo. Il monte dei paschi, infatti, oggi deve fare i conti con un bilancio disastroso imputabile, secondo molti, all’acquisizione di Banca Antonveneta e alla speculazione finanziaria fatta in modo spregiudicato. Fin quando l’istituto di credito ha fatto dell’attività creditizia il proprio core business, infatti, non ci sono stati grossi problemi di bilancio. Problemi che sono arrivati quando la banca ha cominciato a investire in prodotti finanziari estremamente rischiosi e a procedere ad acquisizioni svantagiose.

Ovviamente MPS non è l’unica banca italiana ad essere messa male (abbiamo già ampiamente parlato di Unicredit e di Intesa) ma la particolarità della sua struttura e il peso della sua storia ne fa un caso che meriterebbe molta attenzione anche da parte del governo.

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Crollano gli utili della Deutsche Bank

Se anche la più grande banca europea comincia a scriocchiolare forse anche i più scettici cominceranno a rendersi conto che la crisi è ben lontana dall’essere superata. Il colosso tedesco Deutsche Bank, infatti, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile di 1,38 miliardi di euro, ossia il 31% in meno di quanto fatto registrare lo scorso anno (2,02 miliardi di euro). Sempre rispetto allo scorso anno i ricavi sono diminuiti del 12% a 9,2 miliardi di euro. Una performance ampiamente al di sotto delle aspettative degli analisti come testimonia anche l’analoga giornata borsistica del titolo che ha decisamente sotto performato l’indice perdendo oltre il 3% come possiamo vedere dal grafico qui sotto.

D’altronde le parole dell’amministratore delegato, Josef Ackermann, sono state eloquenti: “in questo contesto i mercati finanziari rimangono cauti, così come abbiamo visto in aprile, con l’appetito per il rischio degli investitori marcatamente inferiore“. Tuttavia i vertici della banca sottolineano come le performance vadano viste all’interno di un quadro economico sfavorevole e, proprio per questo, l’andamento dell’istituto di credito continuerebbe ad essere molto solido.

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Profumo alla guida del Monte dei Paschi

Sono stati resi noti i nomi che andranno alla guida del Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo nonchè il terzo istituto di credito italiano per grandezza. Presidente dell’istituto di credito sarà Alessandro Profumo, che come tutti sappiamo è stato dal 1998 al 2010 alla guida di Unicredit, mentre l’ammnistratore delegato sarà Fabrizio Viola. Tra gli altri nomi del cda che guiderà la banca nei prossimi anni segnaliamo anche i nomi (giunti un po a sorpresa) di Angelo Dringoli, Tania Groppi, Paola Demartini (docenti universitari di economia) e Marco Turchi (ex sindaco revisore della banca). Secondo delle indiscrezioni i nomi sarebbero arrivati senza non poche polemiche e spaccature interne alla fondazione MPS.

Secondo il quotidiano la Repubblica, la scelta dei nomi che andranno a sedere nei ruoli chiave del CDA della banca rappresentano una vittoria del sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, ex diesse, su Alberto Monaci, ex Margherita, sconfitto insieme al presidente dell’Ente, Gabriello Mancini, che non avrebbe votato il nome di Profumo per la carica di presidente.

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Conti correnti: quanto costa il fido?

Grazie alla nostra indagine conclusa in questi ultimi giorni dal nostro staff ci è sto possibile fare il punto della situazione circa l’offerta di fidi da parte dei principali istituti di credito che operano sul nostro territorio. L’obiettivo è quello di offrire una guida completa ai nostri lettori così da permettere una valutazione oggettiva delle proposte delle banche volte a soddisfare le esigenze di coloro che necessitano di un fido. Quello che più ci ha sorpreso sono state le differenze oggettive dei tassi di interesse applicati dai diversi istituti di credito che variano, per le tipologie di conto prese in considerazione, da un minimo del  12,01% ad un massimo del 19,25% per le banche “tradizionali” e circa il 6-7% per le banche online. Una differenza molto significativa che può incidere in maniera determinante sulla scelta di un conto corrente specialmente a vantaggio dei conti online che offrono un maggior compromesso nel rapporto qualità prezzo.

Tra le banche prese in considerazione per il nostro studio segnaliamo il Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Intesa San paolo, la Banca di credito Cooperativo più quelle banche che offrono conti correnti online, ossia Fineco, WeBank, Ing Direct, Banca Sella e IWbank. Questo paniere di 9 istituti di credito permette di dare uno sguardo a 360 gradi sulle condizioni economiche applicate ai conti delle famiglie italiane.

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L’Eba analizza le banche europee

Tra oggi e domani si svolgerà la riunione dell’Eba (autorità bancaria europea) che dovrà valutare i piani di rafforzamento patrimoniale delle principali banche Europee. Proprio per questo tutti i riflettori della borsa italiana sono puntati sul comparto bancario visto che almeno 3 istituti sono a rischio di una valutazione negativa. Il Monte dei Paschi di Siena, il Banco Popolare e Ubi Banca, infatti, devono ancora soddisfare i criteri previsti dall’autorità che ha imposto un Core Tier al 9% entro Giugno 2012. Proprio per questo molti istituti di credito (tra cui Unicredit, Intesa e Banco Popolare) hanno dato vita ad una operazione di buyback e altre, tra cui MPS e Ubi, potrebbero farlo a breve evitando, forse, il rischio di dover ricapitalizzare come già fatto da Unicredit.

Secondo alcuni analisti il comparto bancario italiano sarebbe in deciso miglioramento grazie anche all’asta della BCE di Dicembre che avrebbe garantito un enorme flusso di liquidità scongiurando il pericolo di credit crunch e favorendo un allentamento della tenzione sul nostro spread che è sceso ampiamente sotto quota 400 punti base.

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Chiudere un conto in banca o alla posta

Anche se può sembrare una cosa per certi versi banale è bene sapere come comportarsi nel caso si voglia chiudere un conto corrente bancario o postale. Con gli istituti di credito che offrono continuamente nuove tipologie di conti pur di accaparrarsi nuovi clienti non è difficile trovare delle soluzioni più convenienti rispetto a quella che abbiamo già in essere con la nostra banca. Di qui l’esigenza di cambiare conto chiudendo quello vecchio dove eravamo costretti a sostenere delle spese più elevate. Ma al di la di questo, grazie alla legge Bersani, possiamo chiudere un conto bancario o postale in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione senza dover sostenere alcuna spesa extra (ne tantomeno pagare nessuna penale). Tuttavia esistono delle leggere differenze sia che si tratti di un conto bancario che di un conto postale.

Innanzitutto c’è da sottolineare che nel caso si voglia chiudere il conto per aprirne un’altro presso un diverso istituto di credito è opportuno prima procedere all’attivazione del nuovo conto e solo successivamente chiudere quello vecchio. Questo passaggio permetterà di spostare sul nuovo conto tutte le varie utenze (vedi accredito dello stipendio, eventuale addebbito di bollette, ecc.) e, anche, i propri risparmi ricordandosi, però, di lasciare i soldi necessari al pagamento di eventuali spese effettuate con bancomat e carte di credito, o per coprire eventuali assegni.

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