I migliori titoli di Piazza Affari

Il 2011 sarà ricordato come uno dei peggiori anni per chi investe in borsa. I titoli hanno perso mediamente il 30% del loro valore con punte superiori al 70%. Ma allora, dove bisogna investire nel 2012? Conviene allontanarsi definitivamente dalla borsa e mettere i propri soldi in qualcosa di più sicuro? A dire la verità in mezzo a questo disastro collettivo di aziende che hanno perso una fetta importante della propria capitalizzazione di borsa ce ne sono alcune che, invece, hanno “tenuto botta” offrendo delle buone performance.

Volendo individuare dei titoli su cui investire nel corso del prossimo anno è possibile analizzare l’andamento di questo 2011 cercando di individuare i titoli che hanno saputo mantenere il segno + per capire se possono essere in grado di confermare queste performance anche nel corso del 2012.

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Investire in Unicredit è sicuro?

Unicredit è il più grande gruppo bancario italiano e uno dei big a livello europeo. Proprio per questo è normale che ci sia molta attenzione intorno ai titoli della banca che, negli ultimi mesi, sono stati soggetti a fortissimi ribassi. Non è un caso, quindi che in molti si chiedano se sia sicuro e vantagioso investire in Unicredit ora che le sue azioni si aggirano intorno a 0,70 euro. Da un lato c’è la possibilità di ottenere guadagni molto interessanti, dall’altra la paura di mettere i propri risparmi in balia dei capricci dei mercati con la possibilità di dover sopportare pesanti perdite.

I titoli bancari, infatti, stanno subendo l’andamento negativo dei titoli di stato pagando lo scotto del rischio default che i mercati hanno attribuito al nostro paese. Tanto per fare un esempio il solo titolo Unicredit ha perso, nell’ultimo anno, qualcosa come il 57% del suo valore arrivando vicino ai minimi storici del titolo (ossia 0,636 euro ad azione).

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Il 33% delle imprese investe nelle rinnovabili

Le imprese italiane puntano sulle energie rinnovabili per sviluppare il proprio business. Questo è quanto emerge dal rapporto dell’Indice di Green Economy di Fondazione Impresa che ha rivelato che ben il 33% delle piccole e medie imprese punta sulle fonti rinnovabili per sviluppare la propria attività. Si tratta di un fattore estremamente importante per il futuro delle nostre aziende in quanto diversi studi hanno dimostrato che dopo un primo investimento iniziale le energie rinnovabili sono in grado di far risparmiare sensibilmente sui costi energetici delle attività produttive.

Basti pensare che secondo uno studio redatto dalla Epson e pubblicato nel Business Efficiency Report 2011 la mancanza di investimenti nella cosidetta “green economy” del 66% delle imprese italiane è costata, alle stesse, 7,8 miliardi di euro.

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Mutui, aumentano quelli per liquidità

Aumentano i mutui richiesti per liquidità: questo è quanto emerge da uno studio di mutui.it che ha preso in esame oltre 25 mila richieste di preventivo di mutuo. Basti pensare che ben il 4% delle richieste pervenute sul motore di ricerca riguardano questa tipologia di finanziamento che viene poi utilizzato per acquistare casa all’estero, per aiutare i figli o per affrontare spese non previste. I mutui per liquidità, infatti, vengono erogati a tassi di interesse molto più contenuti rispetto ai prestiti personali e, quindi, possono rappresentare una valida alternativa.

Stando allo studio di mutui.it la somma media richiesta, per quanto riguarda questi finanziamenti, è di 116 mila euro, ossia il 48% del valore dell’immobile da ipotecare. Le soluzioni scelte per il rimborso continuano a ricadere sul tasso variabile (che ancora consente un ottimo vantaggio nel breve periodo) e la durata sui 20 anni.

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La moneta unica è a rischio estinzione?

Sono molti che in questi ultimi giorni si stanno domandando se l’euro è a rischio. Ormai è chiaro a tutti che ad essere sotto pressione non sono solo i paesi come Grecia, Spagna e Italia ma l’intera eurozona. I più cospirazionisti vedono dietro a questo attacco speculativo il progetto di distruggere l’Euro e di far tornare tutti i paesi alle proprie monete nazionali. Ma al di la di queste visioni c’è un dato di fatto che va analizzato: l’euro è in grandissima difficoltà e lo sarà sempre di più nei prossimi mesi.

Non è un segreto, infatti, che i presidenti dei paesi più forti dell’eurozona (vedi Germania e Francia) hanno analizzatalo possibilità di far uscire la Grecia dalla moneta unica per gestire meglio la crisi. Ovviamente si tratterebbe di una misura estrema che difficilmente verrà posta in essere perchè potrebbe dare il via ad un graduale allontanamento che si estenderebbe anche agli altri paesi in difficoltà.

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Aumentano i ritardi nei pagamenti della P.A.

Uno dei problemi che il governo del professor Monti dovrà risolvere per rilanciare la nostra economia è quello, molto drammatico, dei pagamenti alle imprese che lavorano con la pubblica amministrazione. Stando ad un’inchiesta svolta da ilsole24ore.com è emerso che i pagamenti alle aziende da parte degli uffici pubblici continuano ad arrivare con ritardi insostenibili, ossia in media dopo 240 giorni. Il dato è davvero molto preoccupante perchè si tratta di una media in continuo aumento (solo un anno fa la media era di 218 giorni) e non mancano, quindi, i casi limite dove le aziende aspettano anche molto più di un anno prima di vedere pagate le proprie fatture.

Ritardi che, spesso, costringono tantissime aziende a dichiarare fallimento perchè non sono più in grado di reggere finanziariamente la propria attività dovendo aspettare per almeno 6 mesi il pagamento del proprio lavoro da parte della Pubblica Amministrazione.

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