Benzina: ormai si va verso i 2 euro

Il costo del carburante sembra non avere più un freno e, di conseguenza, il costo che occorre pagare per fare il pieno alla propria vettura. Ormai la direzione è quella dei 2 euro tanto che nella giornata di ieri si sono registrate punte massime, per la verde, di 1,95 euro nei distributori del centro Italia (dove la benzina sembra costare qualcosina di più che nel resto del paese). Una situazione davvero insostenibile per le famiglie italiane e che rischia di aggravarsi ulteriormente se, come sembra, il governo deciderà di attuare la modifica dell’iva al 23% come deciso lo scorso anno nel decreto Salva Italia. Proprio per testimoniare la situazione di difficoltà degli italiani abbiamo provato a fare un piccolo test per cercare di capire quanto costa un pieno di benzina o di diesel alla propria vettura.

Per prima cosa c’è da sottolineare che i rincari più grandi sono stati effettuati sul gasolio (non a caso la quota di vetture diesel era aumentata negli ultimi anni) che ora arriva quasi a sfiorare il prezzo della benzina verde.  Non a caso si registrano punte di 1,85 euro al litro e una media nazionale che si aggira tra 1,76 e 1,80 euro al litro.

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Imu: aumenta quella per negozi e imprese

Nelle scorse settimane abbiamo ampiamente parlato dell’Imu (la nuova imposta municipale unica che va a sostituire l’ici) e dei suoi effetti sui proprietari di prime case. Tuttavia in questi giorni è stato lanciato l’allarme relativo alle attività commerciali. Secondo le prime stime, infatti, l’Imu per negozi e imprese subirà dei fortissimi rincari rispetto alla vecchia ici mettendo a rischio chiusura diverse attività commerciali. Seonco le stime di Giancarlo Santilli, presidente dei costruttori di Pesaro, l’Imu porterà un aggravio che va da un minimo del 30 ad un massimo dell’80% rispetto a quanto le aziende versavano con la vecchia ici e il tutto avviene in un contesto già fortemente provato dalla crisi economica che ha ridotto le vendite. Molto, infatti, dipende dai singoli comuni che possono decidere se applicare l’aliquota minima o massima a seconda delle proprie esigenze di cassa. Il problema è che la maggior parte dei comuni sembra abbia deciso di applicare l’aliquota più alta, scelta dettata dalla necessità di incassare quanti più soldi possibili per rimettere in ordine i bilanci.

Secondo un’inchiesta de ilsole24ore.com reallizzata da Gianni Trovati, una buona parte dei comuni sta applicando un’aliquota del 9,6 per mille invece di quella al 7,6 per mille indicata come riferimento del governo.

Il motivo è presto detto: essendo l’Imu un’imposta comunale ma che, a differenza dell’ici, per circa la metà del suo importo va allo stato gli enti locali sono costretti ad aumentare l’aliquota per recuperare quanti più soldi possibili.

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Come funziona il modello 730?

Il 730 è un modello per la dichiarazione dei redditi che è stato introdotto nel lontano 1993 per permettere il rimborso delle imposte a credito in tempi brevi. Il 730, ovviamente, è un modello riservato a pensionati e lavoratori dipendenti che, così, possono ottenere il rimoborso senza dover aspettare i tempi biblici dei controlli degli uffici competenti. E’ molto utile anche per chi deve dichiarare dei redditi che vanno a integrare la pensione o lo stipendio da lavoro dipendente. Nel caso in cui dal modello emerga un credito questo verrà versato direttamente nella busta paga del mese di Luglio, altrimenti, in caso contrario la somma dovuta come imposta verrà sottratta dalla busta paga di Luglio o dal cedolino della pensione di agosto o settembre. Ovviamente, anche con le novità introdotte nel 2012, resta valida la possibilità di richiedere una rateizzazione delle imposte.

In questo articolo vedremo come funziona e chi deve compilare il modulo 730 così da togliere qualche dubbio a chi si appresta alla sua compilazione per la prima volta. Inoltre vedremo tutte le novità introdotte nel 2012 come la tassa piatta, le nuove disposizioni in materia di 5 per mills e i bonus per ristrutturazioni.

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UE: approvato il patto di bilancio

Quella di ieri è stat una giornata ricca di novità e di dati che ci interessano molto da vicino. Parliamo, ovviamente, del vertice europeo che ha portato alla firma del nuovo patto di bilancio e dei dati relativi al rapporto deficit pil del nostro paese nel corso del 2011. Ma cerchiamo di andare con ordine per analizzare uno ad uno questi dati e cercare di capire quali saranno gli effetti sui mercati finanziari e sull’economia reale nelle prossime settimane. Per prima cosa vediamo come si è concluso il vertice europeo che, in un modo o in un altro, ha segnato un punto a favore di una eventuale ripresa dell’economia del vecchio continente. Se da un lato è vero che la crisi greca è ancora molto lontana dall’essere risolta, è altrettanto vero che con il fiscal compact varato ieri l’Europa risulta essere più unita tanto che già si comincia a parlare di misure per stimolare la crescita.

Il prossimo step, per quanto riguarda il patto di bilancio, è quello della ratifica a livello nazionale del provvedimento deciso a livello europeo. Spetterà ai parlamenti delle singole nazione rendere effettivo il fiscal compact in tempi brevi per garantire la massima stabilità finanziaria dell’eurozona.

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Nuove regole per le farmacie

Dopo l’approvazione della commissione industria del Senato al decreto sulle liberalizzazioni si delineano le nuove regole che entreranno in vigore per il settore delle farmacie. L’effetto del decreto dovrebbe essere quello di garantire l’apertura di 5 mila nuove farmacie sul territorio nazionale stimolando la concorrenza e contribuendo ad un sostanziale ribasso dei prezzi specialmente dei prodotti di libera vendita. Molto interessante il dato relativo al tetto degli abitanti previsti per l’apertura delle nuove farmacie che passa dagli attuali 5 mila della normativa in vigore ai 3300 del decreto che entrerà in vigore a breve. Un’altra novità interessante riguarda le parafarmacie che potranno vendere anche nei piccoli comuni le medicine che verranno tolte dalla lista della fascia C, ossia quella completamente a carico del paziente.

Le prime reazioni, come era ovvio immaginare, non sono state particolarmente positive visto che le lobby del settore hanno fatto sentire in più occasione la propria voce tentando di ridimensionare in maniera significativa il provvedimento. Il rischio, secondo le associazioni dei farmacisti, è quello di mettere a dura prova il settore già in crisi per via della particolare congiuntura economica.

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Il governo promuove la Green Economy

Novità in vista per quanto riguarda “l’economia sostenibile” visto che il governo starebbe ideando una serie di misure volte a favorire gli investimenti nella cosidetta Green economy. Il progetto, realizzato dal ministro per l’Ambiente Corrado Clini, si pone l’obiettivo di incentivare le aziende e i privati a puntare sull’efficienza energetica. Lo stimolo avverrà grazie ad un pacchette di agevolazioni da circa 1 miliardo di euro che si baserà sul modello, già collaudato negli anni passati, delle detrazioni del 55% per tutti i lavori di riqualificazione energetica negli edifici con in più la possibilità di varare un ulteriore pacchetto che potrebbe servire a prorogare gli incentivi sulle energie rinnovabili. Ma come verranno sostenute queste agevolazioni e, sopratutto, dove si troveranno i soldi necessari a rendere operativo il fondo?

Visto il contesto economico che stiamo attraversando è bene partire proprio dall’ultima domanda, ossia dove il governo pensa di trovare i soldi necessari per rendere operativi i contributi. In sostanza negli anni passati lo sgravio fiscale per gli interventi volti ad ottimizzare l’efficienza energetica degli edifici ha permesso allo stato di incassare 3 euro ogni euro di contributo versato.

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