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Bonus INPS per baby sitter: cos’è e come fare domanda

Oggi più che mai ogni donna sa come sia difficile portare avanti uno stile di vita sereno: tra lavoro e famiglia, gli impegni a cui adempiere sono davvero molti e finiscono per compromettere l’equilibrio di chi quelle situazioni si ritrova a doverle vivere in prima persona. Del resto ci vuole molta abilità e una certa qual dose di pazienza per mandare avanti la casa, trovare del tempo utile da dedicare al partner e ai figli, e dare il meglio di sé sul posto di lavoro contemporaneamente!

Lo Stato non ha mai fatto molto per aiutare le giovani madri, tanto è vero che oramai, ciascuna donna, cerca di sbrigarsi la gestione di tutto questo ambaradan in perfetta autonomia. Sacrificando il proprio lavoro, magari. Oppure ricorrendo all’aiuto dei nonni. Fatto sta che qualcosa, grazie alla legge 92/2012, pare essersi effettivamente mosso a favore di quelle mamme e di quei papà che hanno difficoltà nel far conciliare gli impegni di lavoro con la cura dei propri figli.

Suddetta legge ha introdotto un bonus INPS destinato ad acquistare servizi di baby sitting per un periodo massimo di sei mesi: grazie a questo contributo un nucleo familiare può permettersi l’aiuto da parte di qualcuno nella cura dei piccoli di casa e può chiaramente farlo in via del tutto gratuita. L’onere del voucher che sarà destinato a chi si prende cura dei bambini, infatti, è di 600 euro mensili e da considerarsi a carico delle casse erariali.

Bonus INPS per baby sitter: i soggetti beneficiari

I soggetti beneficiari del voucher INPS sono le lavoratrici dipendenti della pubblica amministrazione o di aziende private, nonché le lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata (comprese le libere professioniste).

Per ottenere questo contributo non è però necessario essere classificate in una di queste tre classi di lavoro, ma è altresì necessario presentare la domanda entro gli 11 mesi che seguono alla conclusione del congedo obbligatorio di maternità. Ciò significa che la domanda del bonus per baby sitter non può essere formulata quando si è in maternità e si stanno quindi percependo redditi da maternità stessa.

Come funziona il bonus INPS per baby sitter

Il voucher INPS per servizi di baby sitting ammonta a 600 euro mensili e viene erogato per un periodo massimo di sei mesi (che diventano soltanto tre nel caso in cui a richiederlo fosse una lavoratrice iscritta alla gestione separata INPS). Il suo importo può essere impiegato per sostenere le spese necessarie a ripagare il servizio della baby sitter personale, o per far fronte agli oneri richiesti dalla rete dei servizi per l’infanzia (pubblica o privata che sia).

E se i figli dovessero essere più di uno? Nessun problema: la legge permette di usufruire di un contributo per ciascun figlio, a patto, naturalmente, che i requisiti si considerino sempre validi (i 600 euro sono per bambino, quindi non c’è il “pericolo” che con due o tre figli questo contributo venga rispettivamente dimezzato o frazionato per tre).

Per quel che riguarda l’accredito, il bonus INPS per baby sitter viene erogato in due modi principali: o tramite pagamento diretto alla struttura scolastica che è stata preventivamente scelta dalla madre o, nel caso in cui ci si volesse avvalere di una baby sitter privata, tramite buoni lavoro voucher INPS così come da ex art. 72 del decreto legislativo 276/2003. In quest’ultima fattispecie è bene chiarire che il voucher andrà ritirato dalla madre presso la sede INPS della provincia di appartenenza e girato poi alla baby sitter così come appare, in forma cartacea e pronta alla conversione in denaro.

Bonus INPS per baby sitter: guida alla richiesta

Per ottenere il bonus baby sitter è necessario avanzare una rispettiva richiesta all’INPS tramite il sito web ufficiale. Proprio per questo è necessario essere in possesso dei dati di accesso alla propria area riservata, e quindi risultare già registrati o farlo nel caso in cui non lo si fosse fatto ancora: eventualmente la procedura di iscrizione è davvero facile da portare a termine e il PIN personale verrà fatto recapitare tramite posta nell’arco di pochi giorni. Per chi non ha particolare dimestichezza col computer può pur sempre rivolgersi a un Caf o a un ente di Patronato.

Al di là del metodo scelto, è importante che in sede di domanda il richiedente adempia a ciascuno dei punti elencati qui di seguito:

  • Indicare a quale tipologia di beneficio si intende accedere, ovvero se si preferisce investire il contributo su una struttura per l’infanzia o se invece si preferisce utilizzarlo per ripagare le attività di una baby sitter. Nel primo caso è opportuno che la persona richiedente faccia menzione della struttura pubblica o privata che si è scelta in maniera tale che l’ente erogatore abbia modo di dirottarvi l’accredito.
  • Indicare il periodo temporale nell’ambito del quale si intende fruire del beneficio, tenendo però conto del limite massimo di sei mesi imposto dalle norme.
  • Dichiarare la rinuncia alla fruizione del congedo parentale per l’arco di tempo in cui ci si fa aiutare dal bonus baby sitter.
  • Dichiarare di aver presentato una regolare documentazione ISEE

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