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Apprendistato 2015, tra requisiti e agevolazioni: ecco cosa cambia

Il Jobs Act ha letteralmente stravolto le normative che regolano il mondo del lavoro e, di riflesso, anche il comparto dell’apprendistato. Tra norme, requisiti e agevolazioni, questa è una particolare forma contrattuale pensata appositamente per i giovani che desiderano introdursi nel mondo del lavoro; ma parliamo al tempo stesso di uno strumento che come ben sappiamo dà modo alle imprese di poter sfruttare diversi benefici fiscali proprio perchè oltre a garantire un approccio lavorativo al soggetto interessato mettono a sua disposizione anche un percorso di formazione professionale sul campo. Lo schema di decreto legislativo che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 20 febbraio introduce non pochi cambiamenti su questo fronte ed in forza di ciò ci apprestiamo ad analizzare subito i punti caldi della questione!

Apprendistato 2015: le tre tipologie

  • Apprendistato per qualifica, diploma e specializzazione professionale: questa forma di apprendistato è stipulabile in qualsiasi settore e va a riguardare quella fascia di giovani con età compresa tra i 15 e i 25 anni. Questo apprendistato ha però un limite massimo di tre anni che diventano quattro nel caso in cui ci si trovasse dinanzi ad un ragazzo che svolge una scuola quadriennale professionale (in parole povere questa prima forma di apprendistato varia in relazione alla qualifica che si vuol conseguire). Insomma con le nuove normative viene concessa la possibilità di sfruttare l’apprendistato anche a quei giovani iscritti al quarto e al quinto anno di istituti tecnico-professionali intenzionati a trasformare in concretezza le conoscenze acquisite a scuola. Questa formazione viene non retribuita o retribuita (nella misura del 10% rispetto a quella che sarebbe normalmente dovuta) a seconda dei casi.
  • Apprendistato professionalizzante: a differenza del precedente caso, in questa ipotesi trattiamo una forma di apprendistato che essendo professionalizzante è di esclusivo appannaggio del datore di lavoro e che viene regolarmente normata dai contratti collettivi di lavoro. In questo senso il ragazzo viene catapultato in un circolo di formazione che sappia fornirgli competenze di base e trasversali nell’ottica però, di un monte ore che non può superare le centoventi nell’arco di un triennio. L’apprendistato professionalizzante, infine, viene regolamentato dalla Regione di appartenenza: a lei è affidato il compito di dare comunicazione al datore dell’inizio di un percorso di apprendistato, nonché stabilire le modalità tramite le quali l’offerta formativa pubblica debba aver luogo.
  • Apprendistato di alta formazione e ricerca: in questo raggio d’azione vengono fatti includere giovani con età compresa tra i 18 e i 29 anni che sono in regolare possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore o di un diploma professionale conseguito grazie alla partecipazione a percorsi di istruzione e formazione. Si tratta di una forma di apprendistato che può essere stipulata in qualsiasi settore e indipendentemente dalla natura pubblica o privata del datore di lavoro, e il cui obiettivo è quello di garantire attività di ricerca per il conseguimento di un titolo di studio universitario e di alta formazione e per l’accesso alle professioni regolamentate da Ordini professionali.

Apprendistato 2015: le agevolazioni

Il senso stesso di un contratto di apprendistato è certamente quello di garantire una formazione più concreta all’aspirante lavoratore, ma sotto il punto di vista del datore c’è il capitolo agevolazioni ad interessare in particolar modo. Il Jobs Act conferma i vantaggi previsti fino ad ora a tutte quelle aziende che volessero assumere personale con contratti di apprendistato, e ciò vale a dire un regime contributivo agevolato e il diritto ad accedere a delle agevolazioni per ulteriori dodici mesi qualora il contratto dovesse proseguire a mo’ di rapporto di lavoro (quest’ultimo elemento trova però l’esclusione di lavoratori assunti in qualità di percettori di indennità di mobilità o di disoccupazione).

Apprendistato 2015: le sanzioni

Tuttavia se è vero che l’Apprendistato 2015 dà diritto a tutta una serie di interessanti agevolazioni, c’è anche un capitolo sanzionatorio a cui prestare la dovuta attenzione. Per quel che riguarda le sanzioni, infatti, ci ritroviamo a dover fare i conti con le seguenti casistiche:

  • Se il datore di lavoro non eroga la formazione e quindi snatura il senso stesso dell’Apprendistato (o meglio, ne abusa), le norme stabiliscono che debba versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta prendendo in riferimento il livello di inquadramento superiore che sarebbe stato raggiunto dall’apprendista; questa somma va peraltro maggiorata del 100% a titolo sanzionatorio.
  • Se il datore non eroga la formazione prevista nel piano formativo individuale, invece, va incontro a delle misure che rimangono a totale discrezione degli ispettori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali coinvolti dall’indagine.
  • Infine, ma non per questo meno importante, viene stabilito che per tutta un’altra serie di violazioni secondarie, le sanzioni amministrative pecuniarie possano andare da un minimo di 100 ad un massimo di 600 euro.

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