Pochi giorni fa è stato approvato ufficialmente il Jobs Act, la nuova legge che cambia la riforma del lavoro richiesta dal Governo di Matteo Renzi. Una normativa che va “modificare e rivoluzionare” l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, in sostanza novità in merito dei licenziamenti illegittimi su cui si è parlato negli ultimi mesi.
Il 12 dicembre è previsto lo sciopero generale su questa riforma, il Parlamento con l’approvazione del Jobs Act è pronto a mettere dei paletti e attivare leggi immediate che potrebbero cambiare il settore.
Cosa succederà quando la riforma sarà completa?
I primi decreti saranno disponibili a partire da gennaio e riguardano la creazione del contratto a tutele crescenti, il sostanza il Governo potrebbe creare ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro, incentivare la normativa in materia di servizi per il lavoro e semplificare alcune procedura a causa di adempimenti a carico dei privati e delle imprese.
Chi riguarda il Jobs Act?
Faranno parte del Jobs Act tutti i nuovi contratti di lavoro, stipulati dall’entrata in vigore dei vari decreti attuativi. Le persone che attualmente hanno un contratto, saranno tutelati dalle vecchie regole fino a quando non saranno licenziati e dovranno cercare una nuova occupazione.
La creazione del contratto a tutele crescenti
La novità più interessante del Jobs Act è il contratto a tutele crescenti, una novità per i nuovi assunti che offrirà una serie di garanzie che aumenteranno con il passare del tempo. In sostanza per il primo periodo di inserimento, il dipendente “raccoglierà” una serie di garanzie crescenti, potrebbe arrivare un’indennità crescente che il datore di lavoro dovrà pagare in caso di licenziamento senza giusta causa e visto che il periodo di contratto sarà pari a 3 anni, se un datore di lavoro dovesse licenziare senza motivo il dipendente sarà costretto a pagare almeno due anni di stipendio.
Cosa cambierà con i licenziamenti?
A partire dal presupposto che la regole saranno attive solo sui nuovi contratti, la novità di cui si parla da mesi è il reintegro, ovvero l’obbligo di riassumere i dipendenti licenziati con atti discriminatori o licenziamenti disciplinari. Infatti se il Giudice del lavoro dovesse confermare che il lavoratore è stato licenziato senza un valido motivo, l’azienda dovrà pagare l’indennità al lavoratore.
Agli altri contratti invece?
Tra i vari decreti attuativi, potrebbe esserci quello relativo alla sistemazione di quindici tipologie di forme contrattuali attive in Italia. L’obiettivo del Job Act sarà quello di creare un unico contratto di lavoro che vada a sostituire quelli attuali, come il lavoro para-subordinato, contratti a progetto e collaborazioni continuativa.
Applicazione dei controlli a distanza
Infine si è parlato della possibilità di modificare i limiti dell’articolo 4 relativo allo statuto dei lavoratori. In Italia la situazione e poco aggiornata e le normative sono obsolete rispetto alle esigenze aziendali, evitando il controllo a distanza dei lavoratori ma semplificando le possibilità di videosorveglianza.
Secondo le leggi imposte dal Jobs Act, i datori di lavoro non potranno controllare direttamente i lavoratori anche se potrebbero essere approvati controlli relativi a macchinari e attrezzature.