Le elezioni francesi hanno visto trionfare, al primo turno, il candidato socialista Hollande che ha ottenuto il 28,8% dei voti contro il 27,8% di Nicolas Sakozy e il 18,1% del candidato della destra Le Pen. Il risultato appare, quindi, in linea con quanto preventivato dagli analisti già da qualche giorno visto che la vittoria di Hollande nei confronti del presidente uscente veniva data per ampiamente probabile. Ovviamente ora bisognerà attendere l’esito del ballottaggio che avrà luogo tra 2 settimane per capire chi guiderà la Francia, seconda potenza economica dell’eurozona, nei prossimi anni. Tuttavia questo sarà un test importante per capire quale potrebbe essere la reazione dei mercati ad un eventuale vittoria del candidato socialista Hollande nei confronti del premir Sarkozy. Un test estremamente importante visto che nelle ultime settimane si sono accesi i riflettori anche sull’economia francese con rendimenti e spread in deciso rialzo dimostrando che, Germania a parte, tutti i paesi della zona euro sono più o meno vulnerabili.
Ma la Francia sembra aver espresso un voto che da un chiaro segnale di dove voglia andare la nazione. Ha vinto, per il momento, Hollande, ossia il candidato che ha impostato la sua campagna elettorale puntando il dito contro i mercati finanziari e professando che non deve essere la speculazione finanziaria a governare una nazione. Insomma, volendo semplificare al massimo con uno slogan: meno finanza più economia.
Ma come reagiranno i mercati?
Una eventuale vittoria di Hollande minerebbe il duopolio europeo Merkel-Sarkozy che ha dominato la gestione della crisi negli ultimi 12 mesi. Un duopolio criticato da molti ma che, di fatto, ha portato a delle scelte in sede europea alquanto discutibili in quanto potrebbero mettere a rischio l’esistenza stessa dell’eurozona.
Si aggiunge, quindi, un motivo di tensione sul vecchio continente perchè l’incognita Hollande potrebbe, in un primo momento, spaventare i mercati finanziari e introdurre un elemento di novità all’interno del gioco degli equilibri di potere. D’altronde lo stesso candidato socialista ha più volte dichiarato di voler rinegoziare il (tanto criticato) fiscal compact perchè minerebbbe la possibilità di crescita dei singoli paesi.
Non a caso le parole dello sfidante di Sarkozy sono state le seguenti “chi lavora nella cultura conterà più di un trader, un infermiere più di un azionista” con la promessa che, in caso di vittoria, i mercati verranno dominati e la loro importanza e influenza sulla politica del paese verrà ridimensionata.
Tuttavia anche qualora dovesse vincere Sarkozy il duopolio Francia-Germania sembra essere avviato verso un futuro ridimensionamento. Alcune indiscrezioni danno per certa la volontà di voler attuare una politica meno accomodante nei confronti della Merkel.
Cosa cambierà per l’Europa
Chiunque vinca, tra i 2 pretendenti, appare evidente che ci saranno dei cambiamenti rispetto a quanto visto finora. Con le tensioni degli ultimi giorni e lo spread al rialzo anche i francesi si sono resi conto che un’Europa senza crescita non sarà mai in grado di uscire dalla crisi.
La paura di fare la fine della Grecia, che ha già colpito Spagnoli e italiani, rischia di conivolgere anche i francesi. Di sicuro, quindi, chiunque uscirà vincente dalle elezioni francesi dovrà ridisegnare il ruolo della Francia come alleato della Germania ma, sopratutto, come membro di un’Europa che deve trovare una soluzione ora e subito per non soccombere.
Insomma per l’Europa potrebbe venir meno quel duopolio che, per un motivo o per un altro, ha dominato la scena politica europea degli ultimi anni a favore di una gestione più morbida e condivisa della politica economia dell’area euro.