Male, anzi malissimo il dato relativo ai consumi delle famiglie italiane che torna ai livelli di circa 30 anni fa. Questo è quello che emerge dal rapporto pubblicato da Intesa Sanpaolo che ha fotografato la situazione di estrema difficoltà che gli italiani stanno attraversando. Il dato più eclatante è quello relativo ai prodotti alimentari e alle sigarette che, in media, hanno registrato un calo dell’1,5% riportando, di fatto, i consumi sui livelli degli anni 80. Secondo la relazione del settore Studi e Ricerca dell’istituto di credito, questi dati dimostrano la difficoltà dei consumatori che si vedono costretti a ridurre i consumi anche in un comparto “fondamentale” come quello alimentare facendo scendere il consumo pro capite medio al di sotto dei 2400 euro l’anno. Tuttavia non bisogna sorprendersi di questo risultato perchè già nelle scorse settimane avevamo potuto intuire che la situazione non è delle migliori.
D’altronde abbiamo più volte sottolineato che aumentando la pressione fiscale sulle buste paga, e quella sui carburanti era inevitabile che non si potesse far ripartire l’economia. Proprio per questo siamo dell’idea che siano necessarie quanto prima delle misure per favorire l’occupazione (specialmente quella giovanile che è ferma al 30%), unico vero punto di svolta per dare vita ad una ripresa economica.Inoltre c’è da considerare che dal 2008 ad oggi i risparmi degli italiani hanno subito una drastica riduzione. Il calo dei consumi di questo ultimo anno potrebbe essere stato determinato anche dalla volontà di lasciare una parte del capitale accumulato negli anni passati per affrontare con maggiore serenità eventuali periodi di ulteriore crisi.
L’incertezza, infatti, regna sovrana tra le famiglie italiane sempre più bombardate da notizie deprimenti legate all’andamento economico finanziario dei paesi dell’eurozona. Ne è una testimonianza il fatto che ancora non si è riusciti a risolvere del tutto il problema relativo alla Grecia che già si parla di Portogallo e Spagna.
Insomma sembra che ai problemi non ci sia mai fine creando un clima di profonda incertezza sul futuro. A questo va aggiunto anche quella che, ormai, è stata soprannominata la sindrome della generazione dei 1000 euro. Si tratta della demoralizzazione che colpisce i lavoratori (e non parliamo solo di giovani) costretti a vivere con 1000 euro al mese senza prospettive di crescita futura.
Come difendersi dalla crisi
Più e più volte ci siamo occupati (e continueremo a farlo) della crisi e delle eventuali soluzioni per combatterla. Ovviamente una famiglia non può far altro che ridurre i consumi evitando sprechi inutili e risparmiare sui propri acquisti comprando dove si spende meno.
Per quanto riguarda l’ottimizzazione del proprio budget familiare attraverso l’eliminazione degli sprechi rimandiamo a queste guide che sono già online:
– come risparmiare su luce e gas: è una breve guida che spiega come ottimizzare il consumo di luce e gas nella vita quotidiana;
– come spendere meno sulla benzina: diversi consigli utili per risparmiare sui consumi della propria auto;
Per quanto riguarda, invece, risparmiare facendo acquisti inteligenti segnaliamo:
– come risparmiare con gli outlet: risparmiare acquistando negli outlet sparsi per il nostro paese;
– come risparmiare sugli acquisti: le abitudine degli italiani e alcuni suggerimenti per comprare spendendo poco;
Come uscire dalla crisi
Detto questo, come è possibile far tornare a crescere l’economia italiana? Come si può ridare fiducia alle famiglie portando il paese fuori dalla crisi economica? Ovviamente nessuno di noi ha la bacchetta magica e siamo sicuri che il governo in carica stia facendo tutto il possibile. Tuttavia, la nostra opinione è che si possa uscire dalla crisi puntando sull’export.
Proprio l’export, infatti, ci ha permesso di avere un pil 2011 allo 0,5%, un risultato certo non positivo ma che poteva essere ancora peggiore se determinato solo dai consumi interni. Nonostante tutte le difficoltà delle nostre aziende, infatti, il made in Italy è un modello che attrae ancora tantissimi consumatori in tutto il mondo.
Le attuali quotazioni dell’euro, che si è fortemente deprezzato nei confronti del dollaro, potrebbero favorire le aziende che puntano il proprio modello di business proprio sulle esportazioni contribuendo a rilanciare il “modello Italia” nel mondo.