Standard & Poor’s è stata al centro delle polemiche per il recente taglio di rating della gran parte dei paesi della zona euro. Sono in molti che vedeno dietro alla società di rating un interesse politico di affondare l’europa. Ma chi c’è dietro Standard & Poor’s? Da chi è controllata la potente società di rating che, insieme a Fitch e Moody’s, ha il premedominio sul mercato mondiale? La storia della società di rating è tanto antica quanto travagliata e per capire la sua evoluzione è bene ripercorrere brevemente la sua storia, cercando di capire chi la controlla e quale interesse potrebbe avere nello screditare i paesi europei.
Le origini di S&P sono molto antiche e risalgono ai primi del 1900 anche se solo a partire dal 1941 si può parlare di una forma societaria simile a quella attuale. A partire dal 1966 la società di rating è di proprietà di McGraw-Hill, una multinazionale che si occupa di informazione finanziaria.
Fin qui nulla di strano o di neanche lontanamente sospettabile. Andando a vedere chi c’è dietro la MCGraw-Hill, invece, qualche dubbio comincia a venire sull’eventuale conflitto di interessi della società di rating. Dietro al colosso McGraw-Hill, infatti, ci sono dei grandi fondi finanziari americani come Blackrock o Vanguard Group.
Poteri forti che dispongono di immensi capitali. Proprio per questo appare molto strano che l’attenzione di S&P, così come delle altre 2 principali società di rating (sempre americane) si concentri sempre ed esclusivamente nei confronti dei paesi europei che in questi ultimi mesi hanno dimostrato di affrontare la crisi con scelte drastiche e pesanti per tutti i cittadini.
Ovviamente non stiamo sostenendo che dietro ci sia quale disegno di cospirazione ma di sicuro c’è un conflitto di interessi che andrebbe colmato in 2 modi: per prima cosa le società di rating dovrebbero essere sovrannazionali così da garantire la massima indipendenza possibile, mentre in secondo luogo sarebbe meglio che i mercati imparassero a dipendere meno dai loro giudizi.
Quello che è lecito domandarsi, infatti, è come sia possibile dare autorevolezza alle agenzie di rating dopo che non sono state in grado di avvertire il mondo dell’imminente fallimento della Leman (ricordiamo che a meno di un mese dal fallimento la Leman aveva ancora un rating tripla A) dando vita ad una delle peggiori crisi economiche di tutti i tempi.
Fortunatamente i mercati sembra che si siano svegliati tanto che ieri l’atteso crollo non si è verificato segno che il giudizio di Standard and Poor’s non è stato preso in considerazione come in passato.