Stando a quanto detto dal ministro delle finanze della Grecia, Evangelos Venizelos, il paese sarebbe molto vicino al raggiungimento di un accordo con i creditori privati per la ristrutturazione del proprio debito. Si parla di una ristrutturazione che dovrebbe prevedere un taglio del 50% del valore del debito portandolo a quota 130 miliardi dagli attuali 220-230 miliardi di euro. Una ristrutturazione importante che potrebbe permettere al paese di risanare i propri conti e che da un segnale importante ai mercati circa la volontà del paese di accellerare i tempi per sistemare la propria situazione finanziaria. Ma il ministro Venizelos si spinge oltre nelle dichiarazioni delineando, anche, le linee guida della gestione della crisi.
Gestione che secondo il ministro dovrà passare inevitabilmente attraverso un’assidua lotta all’evasione fiscale talmente diffusa nel paese che si stima possano ammontare in circa 200 miliardi di euro i conti bancari detenuti da cittadini Greci in Svizzera.
Proprio per questo il parlamento greco sarebbe pronto a ratificare l’accordo bilaterale con la Svizzera già da questa settimana così da avviare immediatamente un’azione di vigilanza per combattere questo fenomeno.
Ma quanto costerà al paese ripianare i propri debiti?
Si stima che la Grecia dovrà spendere circa 5 miliardi di dollari all’anno di costi relativi al proprio debito (interessi e spese accessorie), un costo enorme rispetto al valore della propria economia che il governo sta cercando di recuperare attraverso misure di austerity che hanno generato violenti scontri con i ceti della classe media.
Intanto qualcuno comincia a pensare che non sempre le strade indicate come inevitabili dai vertici istituzionali (vedi BCE e FMI tra tutti) siano l’unica strada da poter percorrere in caso di difficoltà finanziarie.
L’esempio riportato da molti è quello dell’Argentina che dopo aver subito il default finanziario (con tutto quello che ne consegue) nel 2001 e dopo aver messo fuori dai propri affari l’FMI nel 2005 ora può vantare un’economia in forte ripresa che continua a crescere a ritmi cinesi.
Due esempi, quello della Grecia e quello dell’Argentina, a cui noi italiani dobbiamo guardare con molto interesse per capire quale sarà la strada da percorre se anche i nostri conti dovessero metterci nella condizione di dover affrontare un default finanziario.