Il 2012 si prospetta come uno degli anni più difficili per l’economia mondiale. Non si tratta di essere pessimisti o, ancor peggio, catastrofisti ma, semplicemente, di analizzare i dati in nostro possesso con serenità. In particolare preoccupano i primi segnali di crisi anche per quanto riguarda l’economia della Cina, paese che ci ha abituato ad una crescita a 2 cifre ma che rischia di arrestarsi bruscamente per via di una possibile bolla immobiliare e finanziaria che alcuni analisti cominciano a dare per molto probabile. Come è facile immaginare ogni volta che si parla della Cina tutto assume un aspetto più delicato per via delle dimensioni del paese (che conta più di un miliardo di abitanti) sia per il ruolo che ha ricoperto negli ultimi anni essendo il paese che gode di maggiore liquidità.
Ma allora cosa dobbiamo aspettarci nel 2012? Anche la Cina entrerà in crisi come i paesi dell’eurozona? Ovviamente no, perchè la crisi avrà, senz’altro cause diverse da quelle Europee che, invece, sono collegate essenzialmente al proprio debito pubblico e alla scarsa crescita.
Come abbiamo detto la Repubblica Popolare Cinese nel corso del 2012 dovrà fare i conti con 2 grandi problemi:
– la bolla immobiliare: secondo Andy Xie, un famoso economista molto noto nei paesi occidentali e in particolare in USA, la bolla immobiliare potrebbe esplodere già nel 2012 causando una brusca frenata della crescita del paese che potrebbe scendere dall’attuale 9-10% l’anno ad un più ridimensionato 4-5%. Questi dati sono confermati anche dall’ultimo rapporto diffuso dall’Asian Development bank che ha rivisto a ribasso le prospettive di crescita per l’intera area economica asiatica. Inoltre secondo il sito di compravendite immobiliari Homelink a Novembre si sarebbe verificato un calo del 35% delle valutazioni delle case a Pechino rispetto solo ad un mese prima.
– la bolla creditizia: la Cina soffre di un’eccessiva produzione che la frenata dell’economia internazionale non permette più di smaltire. Le aziende cinesi non riescono a vendere i propri prodotti in Europa e negli Usa (fino ad oggi i principali mercati delle aziende cinesi) e il tutto potrebbe creare grossi problemi.
Insomma chi si aspettava che fosse proprio la Cina ad assumere il ruolo di guida dell’economia mondiale non ha fatto i conti con i problemi interni di un paese che ha affrontato una crescita violenta che rischia di subire un brusco arresto proprio a causa di un eccesso della sua forza.
Ovviamente l’aspetto che più preoccupa, date le dimensioni del paese, è quello relativo alla bolla immobiliare. Le preoccupazioni sono confermate anche dal quotidiano telegraph che ha snocciolato alcuni dati a dir poco allarmanti: si parla di un calo di compravendite del 70% nella città interna di Changsa con un trand che non sembra destinato a invertire al rotta.
Facile immaginare che il governo cinese provi a contrastare un’eventuale crisi del paese grazie al suo altissimo grado di liquidità che lascia spazio ad un ampio margine di intervento. C’è da capire, però, come questi interventi riusciranno a salvare l’economia più produttiva del mondo da un 2012 che si annuncia sempre più drammatico per l’economia globale.