Nonostante sia passata un po in sordina, trascurata dai maggiori media nazionali, la notizia della chiusura dell’Inpdap per effetto della manovra Monti sta scatenando un vero e proprio putiferio. A rischio ci sarebbero i prestiti e i mutui erogati dall’ente ma, anche, il destino delle famiglie degli oltre 700 dipendenti che rischiano di essere messi in cassa integrazione per 2 anni per poi essere licenziati (e proprio per questo hanno occupato la presidenza della direzione per protesta). L’Inpdap, per chi non lo sapesse, conta oltre 6 milioni di iscritti che hanno la possibilità, tra l’altro, di ottenere prestiti e mutui a tassi agevolati.
Secondo la manovra del governo le funzioni svolte oggi dall’Inpdap dovrebbero passare all’Inps anche se ancora non è chiaro con che modalità e, sopratutto, se verranno mantenuti tutti i servizi offerti attualmente dall’ente, ivi compresa l’erogazione di prestiti e di mutui.
Detto questo è evidente la preoccupazione sia dei lavoratori, che ancora non hanno certezze sul proprio futuro, sia degli iscritti che fino ad oggi hanno versato una quota della propria pensione o del proprio stipendio (esattamente lo 0,35% dello stipendio e lo 0,15% della pensione) per usufruire dei servizi erogati dall’ente.
La soppressione dell’Inpdap accorpandolo all’Inps fa parte di un piano di eliminazione di enti e istituzioni considerate non primarie ed è stato pensato per risparmiare denaro pubblico, in linea con la politica economica di austerity del governo.
Tuttavia è bene fare chiarezza sull’argomento per capire che fine faranno gli oltre 700 lavoratori che rischiano la cassaintegrazione e se esisteranno ancora i servizi svolti dall’Inpdap o se verranno cancellati insieme all’ente stesso. Insomma stiamo per dire addio ai prestiti e ai mutui Inpdap una volta per tutte?
Per avere maggiori informazioni e per restare aggiornati sugli sviluppi della questione vi invitiamo a consultare il sito ufficiale dell’ente (www.inpdap.it) sul quale, tra l’altro, si legge che i servizi erogati (per il momento) non verranno soppressi ma spostati sotto la competenza dell’Inps.
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