Anche se in Europa la notizia non ha avuto il risalto che meritava, considerate le priorità locali in merito alla gestione della crisi economico finanziaria che sta riguardando tutti i membri dell’Eurozona (e non solo), in Giappone negli ultimi giorni è avvenuto un evento davvero storico, in grado di mutare parzialmente gli equilibri borsistici mondiali.
La Borsa di Tokyo e la Borsa di Osaka, infatti, hanno raggiunto un accordo che le condurrà a concludere una formale fusione delle reciproche attività nel mese di gennaio del 2013. Se l’operazione andrà a buon fine – come è presumibile immaginare considerato lo stato delle trattative, in Giappone nascerà il terzo più grande mercato azionario in termini di capitalizzazione, dietro le americane NYSE Euronext e Nasdaq Omx, e davanti all’europea London Stock Exchange.
In tal modo, le Borse giapponesi cercano di recuperare il terreno perduto. In un comunicato congiunto, le due piazze azionarie hanno infatti ricordato come le fusioni nazionali e internazionali accelereranno in tutto il mondo, e “affinchè il settore finanziario giapponese possa sopravvivere in questo ambiente competitivo, è necessario creare un mercato efficiente e fluido per gli investitori e le aziende”. Un mercato più grande, con più strumenti finanziari, e con costi ridotti grazie alle economie di scala.
Tecnicamente, affinchè l’operazione possa concretizzarsi, la Tokyo Stock Exchange dovrà attendere il via libera da parte delle autorità garanti per la concorrenza. Una volta ottenuto il nulla osta alla transazione, la Borsa di Tokyo lancerà un’offerta pubblica di acquisto sulla Borsa di Osaka. A gennaio 2013, le due Borse dovrebbero aver completato la procedura di fusione.
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