Momenti concitati tra FMI, banche centrali e UE per mettere appunto un piano di salvataggio che scatterebbe nel caso, sempre più probabile, di un eventuale contagio della crisi anche in Italia e Spagna. E a destare le maggiori preoccupazioni è proprio l’Italia che dopo la pessima asta che portato il rendimento dei bot al 6% desta sempre maggiori preoccupazioni.
I mercati non si fidano più delle promesse della nostra classe dirigente e il mostruoso debito pubblico che continua a crescere fa temere che non ci siano le possibilità di evitare il default.
Ma è proprio sull’inaffidabilità della nostra classe politica che puntano il dito in molti e la stessa Merkel ha dichiarato che dopo le promesse ora il governo Berlusconi deve fare i fatti approvando in tempi rapidi le misure presentate all’Europa.
Questo perchè, ovviamente, non mantenere le promesse fatte o attuare i provvedimenti in tempi troppo lunghi non farebbe altro che peggiorare ulteriormente la credibilità del nostro paese e ampliare i movimenti speculativi sulla nostra borsa.
Proprio per questo timore, infatti, l’FMI insieme all’Unione Europea e alle principali potenze asiatiche stanno valutando un piano di salvataggio che scatterebbe solo in caso di uno scenario estremo, ossia di uno scenario pessimistico che rendrebbe impossibile il solo intervento dell’UE.
Sono in molti, però, ad essere pessimisti vista la difficoltà del governo Berlusconi in parlamento (che ricordiamolo è andato più volte sotto nell’ultima settimana) e alle pesanti polemiche sull’efficacia delle decisioni prese che ha fatto piovere critiche da parte di tutti (o quasi) tanto che nei prossimi giorni i sindacati dovrebbero dar vita ad un maxi sciopero congiunto.
Insomma quello dell’FMI e della UE sarebbe un piano di emergenza da tenere come “ultima risorsa” qualora dovessero essere prossime al fallimento economie (come quella italiana o spagnola) troppo grandi per essere salvate solo dalla BCE.
Stando ad alcune indiscrezioni sembra che sia proprio la Germania il paese che stia spingendo per arrivare ad una definizione di questo piano in tempi molto rapidi, spaventata dalle ripercussioni drammatiche che avrebbe il fallimento di paesi grandi come l’Italia o la Spagna sull’intera eurozona.