La produzione industriale italiana è cresciuta, nel corso del mese di agosto, del 4,3% secondo quanto afferma l’indice destagionalizzato dell’Istat, e del 4,6% secondo quanto invece sostiene l’indice “grezzo” (che mira ad analizzare l’andamento tendenziale). Dati apparentemente positivi – ed in effetti, lo sono – ma che uniti ai valori del superindice Ocse danno, dell’Italia, l’ennesima fotografia a tinte deboli.
Stando a quanto afferma il superindice Ocse, infatti, nel corso del mese di agosto il valore dell’area sarebbe diminuito per il quinto mese consecutivo.
Una flessione di mezzo punto, che ha portato l’indice a quota 100,8 punti, trascinando l’Italia a indossare la maglia nera nell’area di riferimento, con la peggiore prestazione tra tutti i Paesi monitorati.
Rispetto a un anno fa, l’indice misura un calo di 5,5 punti a 97,9 punti, e una flessione di 1,1 punti rispetto a luglio.
Per quanto riguarda la produzione industriale nel trimestre che va da giugno 2011 ad agosto 2011, l’indice destagionalizzato ha avuto un incremento di 0,7 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti, con un incremento tendenziale pari a 4,7 punti percentuali.
Gli indici corretti per gli effetti del calendario registrano invece una crescita tendenziale di agosto molto dinamica per quanto concerne i beni intermedi (+ 8,3 punti percentuali) e per i beni strumentali (+ 6,9 punti percentuali). Positivo l’aumento della produzione nei comparti dell’energia (+ 3,5 punti percentuali), mentre faticano a crescere i beni di consumo (+ 0,6 punti percentuali).