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FMI taglia le stime di crescita dell’Italia

Era attesa con ansia e finalmente ieri nel pomeriggio è giunto il report del Fondo monetario Internazionale che analizzando la scenario economico internazionale dedica molta cura anche all’analisi della difficile situazione dell’economia italiana.

E i dati che si possono ricavare non sono certo positivi visto e considerato che che di fatto l’FMI dimezza le stime di crescita per il 2011 portandole allo 0,6% mentre quelle per il 2012 sono ancora più negative: 0,3%.

Situazione economica globale

Ancora una volta il problema del nostro paese, sottolineano gli economisti del Fondo Monetario Internazionale, è la crescita estremamente bassa che non consente all’economia italiana di rimettersi in moto. Una crescita inferiore all’1% per ben 2 anni, infatti, potrebbe portare ad un peggioramento significativo del rapporto debito/Pil.

Certo il resto del mondo non se la passa tanto meglio, con gli Stati Uniti che devono far fronte ad un debito pubblico sempre più incontrollabile, il Giappone che deve far fronte ad una crescita prossima allo zero e il resto d’Europa alle prese con la drammatica situazione della Grecia e di altri paesi come il Portogallo, l’Irlanda e, in misura minore, Italia e Spagna.

Come uscire dalla crisi

Ovviamente l’FMI non è in grado di svelare una formula magica per uscire dalla crisi ma può indicare alcune strade da seguire per cercare di non lasciare che la miccia della recessione esploda.

La strada giusta, secondo gli economisti del Fondo di Washington, è quella di proseguire sul risanamento dei conti pubblici (troppo spesso fuori controllo) ma attuando interventi tempestivi per evitare di soffocare una possibile ripresa dell’economia ma al tempo stesso bloccare pericolosi attacchi speculativi.

Sempre analizzando le stime dell’FMI, però, si può scorgere un dato “rassicurante” visto l’andamento dello spread tra i titoli italiani e i bund tedeschi (ieri si sono toccati livelli nuovamente record): ossia l’Italia è in grado di reggere uno spread variabile tra i 300 e i 500 punti. Si ma verrebbe da chiedere come si faranno a pagare interessi così alti agli investitori visto che già le ultime aste dei nostri titoli di stato ci ha costretti a pagare interessi altissimi che andranno, in un modo o nell’altro, a influire sui saldi di bilancio!

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