Nel mese di aprile, la Banca Centrale Europea ha portato in rialzo di 25 basis points il tasso ufficiale di interesse di riferimento, trascinando il consolidato 1% al nuovo livello pari all’1,25%. Ora il dilemma è: i tassi di interesse saranno nuovamente aumentati? A domandarselo sono, soprattuto, le famiglie che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile e che potrebbero essere penalizzate da un ulteriore aumento dei tassi. Ovviamente molto dipende dalla fiducia che la BCE ha per la crescita dell’economia dell’eurozona per i prossimi anni, crescita che potrebbe essere rivista con stime al ribasso da qui alla fine dell’anno. Proprio per questo non è escluso che si decida di lasciare le cose così come sono in attesa di tempi migliori.
Ma andiamo con ordine. Come dicevamo ad Aprile la Bce ha deciso di uumentare i tassi di interesse. Ad accorgersene sono stati soprattutto i titolari di mutui a tassi di interesse variabile indicizzati al TUR della BCE, che hanno visto le proprie rate rincarare nel corso delle ultime due mensilità.
Tuttavia, l’orizzonte non può ora che spostarsi dal passato al brevissimo futuro, visto e considerato che giovedì prossimo è prevista una nuova riunione del board dell’istituzione monetaria più importante del vecchio Continente, che sarà chiamata a esprimersi su una decisione che negli ultimi giorni non è sembrata così scontata come poteva sembrare in un primo momento.
Pareva infatti – complici anche diverse dichiarazioni da parte di Jean Claude Trichet – che il mese di luglio dovesse essere caratterizzato dal secondo rialzo del 2011. Un apprezzamento che dovrebbe prendere corpo in un incremento di altri 25 basis points, portando il tasso ufficiale di riferimento all’1,50%.
I dubbi sono tuttavia relativi alla situazione greca, che potrebbe produrre seri e ulteriori danni all’economia di tutto il Continente. Una determinante che dovrebbe pesare e non poco sull’economia delle scelte di politica monetaria europea, e che potrebbe indurre Trichet e soci a prendersi un po’ di pausa nella gestione attiva dei tassi.
Un’altra determinante che potrebbe però giocare un ruolo inverso è quella dell’inflazione. La Banca Centrale Europea si dice infatti convinta che il tasso rimarrà sopra il 2% nel corso dei prossimi mesi, trascinata al rialzo dal petrolio, e non solo.