I leader del G-20 a Riyad, in Arabia Saudita, hanno cercato una “soluzione immediata” alla tassazione digitale internazionale, evidenziando nuovamente le divisioni esistenti su come tassare le grandi aziende tecnologiche.
“Bisogna avere un sistema fiscale internazionale”, ha detto il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin. “In un’economia globale, non è concepibile che i diversi sistemi fiscali nazionali siano in conflitto tra loro. Ciò è un male per i singoli Paesi, un male per le multinazionali e semplicemente non funziona”.
L’UE vuole collaborazione globale per regolamentare le principali aziende tecnologiche. I titani americani della Silicon Valley, che dominano lo scenario, temono che nuove tasse e un aumento della regolamentazione possano soffocare l’innovazione o danneggiare i profitti.
Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia e delle Finanze, ha dichiarato: “E’ una questione politica chiave per il 21° secolo. Le più grandi aziende del mondo, senza alcuna presenza fisica, stanno realizzando importanti profitti in alcuni stati senza pagare il giusto quantitativo di tasse”.
Le Maire ha accolto con favore i progressi nei colloqui con gli Stati Uniti e ha esortato il gruppo a raggiungere un consenso sulla tassazione minima e sulla quella digitale entro la fine dell’anno. “I nostri cittadini non possono più accettare di pagare l’attuale livello di tassazione, mentre le aziende più importanti del mondo stanno continuamente scappando”, ha affermato.
Diversi paesi europei, tra cui Francia, Spagna, Austria, Italia, Gran Bretagna e Ungheria, hanno già un piano per un’imposta digitale o ci stanno lavorando, spingendo a chiedere un approccio più multilaterale per affrontare la sfida.
“È assolutamente chiaro che abbiamo bisogno della certezza fiscale”, ha dichiarato Olaf Scholz, ministro delle Finanze tedesco. “Questo è un chiaro segnale che il sistema attuale deve essere riformato”.
Sia il CEO di Facebook Mark Zuckerberg che quello di Alphabet Sundar Pichai hanno fatto visita a Bruxelles per avviare colloqui fondamentali, esprimendo preoccupazione per le tasse e le normative sull’intelligenza artificiale e altre tecnologie che stanno diventando sempre più importanti per le loro attività.
L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sta cercando di stabilire un livello di tassazione efficace per le società globali, con la speranza di raggiungere un accordo entro l’inizio di luglio e l’approvazione del G-20 entro la fine del anno.
Alcuni dirigenti, tra cui Zuckerberg, hanno appoggiato gli sforzi dell’OCSE. I progressi, però, sono stati bloccati a causa dei cambiamenti dell’ultimo minuto richiesti da Washington, che molti funzionari del G-20 ritengono riluttanti ad affrontare la questione in vista delle elezioni di novembre.
Il “primo pilastro” della proposta OCSE si riferisce alla riassegnazione dei diritti fiscali, che affronta questioni come il luogo in cui l’imposta dovrebbe essere pagata e su quali basi.
Il “secondo pilastro” si concentra su un meccanismo globale di erosione anti-base, che contribuirà a fermare il trasferimento degli utili e garantirà il pagamento di un livello minimo di imposta da parte delle imprese multinazionali.