A distanza di 6 mesi dalla nomina a premier, Giuseppe Conte è salito sul palco del World Economic Forum per parlare della visione populista del governo italiano.
Conte ha alzato il livello di allerta sulla globalizzazione, la quale ha creato nelle classi medie disagio economico. Ha anche messo in evidenza quanto sia ormai restio il popolo italiano nei confronti dell’Unione Europea. Dopotutto non è un mistero il progetto messo in atto dal governo: potenziare l’infrastruttura fisica e digitale e aiutare 5 milioni di italiani a risollevarsi dalla condizione di povertà attraverso il Reddito di Cittadinanza.
“Si parla tanto di stabilità finanziaria”, ha dichiarato il premier, “dimenticando quanto sia importante la stabilità sociale e il lavoro per le persone. Chi ci considera radicali, probabilmente è perché vogliamo portare il potere nelle mani del popolo, così come sentenziato dalla nostra Costituzione”. Naturalmente, Conte ha anche ammesso che il governo Lega-Cinque Stelle non è ben voluto a livello internazionale. “Non abbiamo i favori e la fiducia della stampa”, ha affermato, “ma continueremo ugualmente verso la nostra strada, cercando di migliorare il nostro paese”.
Alcuni ministri italiani avevano intrapreso una battaglia contro Bruxelles per i restringimenti imposti sulla manovra finanziaria. Di recente, hanno ripetutamente denunciato il presidente francese Macron, accusandolo di succhiare le ricchezze dall’Africa e promuovere una visione elitaria dell’Europa. Naturalmente, stiamo parlando di Salvini e Di Maio, con il premier a fare da paciere, pur se con tanta fatica.
Recentemente, il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le precedenti stime sulla crescita dell’economia italiana. Secondo gli ultimi dati, la crescita per il 2019 non sarà dell’1% ma dello 0,6%. Stando a queste previsioni, l’Italia potrebbe entrare in recessione e disattendere gli accordi stabiliti con l’UE per quanto riguarda gli obiettivi di disavanzo. Conte ha invitato gli investitori a concedere al suo governo più tempo per misurare gli effetti del programma di crescita.
“Il nostro piano potrebbe dare i primi frutti in primavera”, ha affermato il primo ministro. “Sono convintissimo che entro la fine dell’anno la crescita subirà una forte accelerazione, superando l’1% previsto nella nostra Legge di Bilancio”. La fiducia di Conte sulla ripresa economica italiana si è palesata anche quando ha affermato che “lo spread tra i rendimenti dei titoli italiani e tedeschi scenderà dagli attuali 250 punti base a 150”.
Parlando di Europa, Conte ha ammesso che il futuro resta incerto: “Ci sono molte questioni irrisolte, che stanno condizionando la coesione degli stati membri. La questione immigrazione va affrontata con un’unione d’intenti, altrimenti l’UE continuerà a dimostrarsi debole”.
Conte ha anche promesso che riporterà in Italia tutti quei giovani costretti ad emigrare all’estero per lavorare. In che modo? Attraverso investimenti e implementazione della digitalizzazione. “E’ un peccato vedere i giovani che studiano nelle nostre università andare fuori dai confini per intraprendere una carriera lavorativa. Per noi rappresenta un’enorme perdita economica. Ecco perché nei prossimi due-tre anni vogliamo cambiare il paese”.