Uno dei più grandi programmi di stampa di denaro di tutti i tempi si concluderà ufficialmente tra poche settimane, in uno scenario economico a rilento che riflette i rischi per la zona euro. A fine dicembre, la Banca Centrale Europea smetterà di aggiungere al suo stock obbligazioni governative e societarie, il cosiddetto programma di allentamento quantitativo che ha usato per contenere i tassi di interesse e incoraggiare i prestiti.
Dopo un decennio segnato da recessioni, crisi finanziarie e disordini politici che hanno quasi fatto a pezzi la zona euro, la chiusura del programma di acquisto di obbligazioni mostra che la banca centrale è abbastanza sicura della salute dell’UE. Anche se non è una sorpresa, la fine del programma di stimolo, o più precisamente la fine della sua espansione, rappresenta la pietra miliare per l’euro, poche settimane prima che la valuta spegnerà le sue venti candeline.
All’inizio del 2015, la decisione del Consiglio direttivo della banca centrale di iniziare a comprare centinaia di miliardi di euro di titoli di stato è stata decisiva e controversa. Ha generato sfide legali e attriti all’interno del consiglio, il quale comprende i rappresentanti di tutti i 19 paesi dell’eurozona. Il programma è sopravvissuto e alla fine ha cambiato per sempre il modo in cui la Banca centrale europea combatte le crisi, rafforzando al tempo stesso la sua credibilità.
L’alleggerimento quantitativo “è permanente”, ha dichiarato Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea. In precedenza, la stessa veniva considerata priva della potenza di fuoco che possiede il Consiglio della Federal Reserve. “Ma ora”, ha affermato Draghi, “la banca è come le altre banche centrali in termini di strumenti da utilizzare”.
Già a giugno, la BCE aveva lasciato intendere che il programma di acquisto di obbligazioni, che ha pompato 2,5 trilioni di euro nell’economia della zona euro, si sarebbe concluso a dicembre. Il consiglio direttivo ha confermato la decisione in una riunione avvenuta giovedì. Ciononostante, la banca centrale sembrava avere qualche dubbio sulla vitalità dell’eurozona. Il sentimento è condiviso da molti economisti, ma la BCE ha rassicurato gli investitori che la riduzione delle sue posizioni obbligazionarie sarebbe stata calcolata.
Sempre la BCE, in una dichiarazione, ha affermato che anche se non avrebbe aumentato le sue riserve totali di titoli di stato dopo dicembre, avrebbe reinvestito i soldi ottenuti dal cambiamento dello scenario obbligazionario. Si è anche impegnata a continuare a reinvestire il capitale anche dopo aver iniziato ad alzare i tassi di interesse dai minimi attuali. Ciò significa che un enorme stock di titoli di stato rimarrà in possesso della banca centrale per anni.