Pace fatta tra UE e Governo italiano? Ancora è presto per dirlo. Certamente l’incontro tra il premier Conte e i dirigenti europei, tra cui Juncker e Moscovici, ha smorzato un bel po’ la tensione che si era creata a causa della Legge di Bilancio italiana troppo al di là dei piani di spesa consentiti da Bruxelles.
Portare il deficit al 2,4% del PIL è per l’UE “una mossa troppo azzardata”. Quindi, la soluzione è quella di rivedere il bilancio per evitare non solo le sanzioni, ma soprattutto per dare garanzie ai mercati ultimamente in subbuglio.
Parole distensive sono arrivate oggi dal vicepremier Luigi Di Maio, il quale si è mostrato ben disposto a ridurre l’obiettivo di disavanzo per porre fine alla situazione di stallo. Tra le misure più importanti contenute nella manovra finanziaria, c’è il tanto atteso reddito di cittadinanza, che dovrebbe garantire circa 780 euro alle famiglie più povere, e la quota 100, misura che riguarda il comparto pensionistico. “Fondamentale è mantenere ciò che abbiamo promesso agli italiani”, ha affermato Di Maio.
Nella giornata odierna, molti media hanno divulgato la notizia che il deficit potrebbe essere ridotto al 2,2% del PIL, mentre altri lo danno al 2%. Queste rivelazioni hanno ridato vitalità alla borsa di Milano, mentre lo spread, ossia il differenziale tra le obbligazioni tedesche e quelle italiane, è sceso a 280 punti. Anche Salvini si era precedentemente espresso sulla possibilità di rivedere la Legge di Bilancio. “Non siamo vincolati a nessuna percentuale di deficit” aveva dichiarato.
Dopo l’incontro con Juncker, il premier Giuseppe Conte aveva dichiarato: “Non parlo di decimali. E’ molto più importante valutare l’impatto economico più ampio delle riforme da noi proposte”. Ma quale sanzioni avrebbe intenzione di applicare la Commissione europea se il Governo italiano non provvederà a modificare la manovra economica? Seguendo la procedura, la sanzione dovrebbe essere pari allo 0,2% del PIL italiano, ossia svariati miliardi di euro.
Le preoccupazioni dell’Europa sono derivate dal fatto che l’Italia, pur essendo la terza economia dell’Eurozona con un PIL di oltre due trilioni di euro, è quella che, dopo la Grecia, ha il debito pubblico più elevato. Le regole stabilite per l’Eurozona dicono che i paesi devono necessariamente mantenere il loro deficit a meno del 3% del PIL (il 2,4% previsto dal Governo italiano rientra nel limite), ma anche mantenere il debito nazionale al 60% del PIL o anche meno.
Anche se molti paesi hanno superato questo limite, senza peraltro essere stati sanzionati, per l’Italia il discorso è diverso, considerando che il debito pubblico è quasi al 132% del PIL.