C’è stato un tempo in cui i timori di un definitivo default della Grecia erano così elevati da mettere a dura prova la tenuta dell’euro. Poi, grazie agli accordi siglati in sede internazionale, Atene è riuscita gradualmente a puntellare il proprio precario equilibrio, pur senza mai risolvere definitivamente i propri problemi strutturali. E adesso?
Chi invece in opzioni binarie sul Forex può dimenticarsi dell’affare – Grecia, o deve tenerne ancora debita considerazione?
Il FMI spinge per un nuovo accordo
Andiamo con ordine. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) deve raggiungere un accordo con la Grecia e i suoi creditori europei entro la prossima settimana al fine di garantire che i propri strumenti abbiano abbastanza tempo per dare soldi alla nazione mediterranea, ancora in evidente condizioni di difficoltà, e ben lontana dall’autosufficienza.
Ricordiamo infatti che anche se la Grecia non è più sulle prime pagine dei media finanziari italiani, in realtà Atene è ancora alla ricerca di una riduzione del debito, un allentamento delle condizioni per il rimborso dei debiti, dal 2015. Ma la questione si è trascinata per molti anni a causa dell’opposizione di diversi Stati membri dell’UE, non desiderosi di concedere ennesime aperture alla penisola ellenica. Alcuni Paesi europei, alcuni dei quali sono “titolari” dei maggiori istituti di credito in Grecia, sono contrari al perdono del debito perché non vogliono essere visti dai loro cittadini come continui supporter di quelle che considerano delle pratiche economiche scorrette, nel “vicino” del sud dell’Europa.
C’è dunque da superare una resistenza evidentemente non marginale. E non è un caso che qualche giorno fa Paul Thomsen, direttore del FMI per l’Europa, abbia dichiarato che è necessario un accordo in una riunione alla fine della prossima settimana. “Abbiamo davvero bisogno di un accordo all’Eurogruppo la prossima settimana” – ha affermato Thomsen alla CNBC, per poi rammentare che “il tempo stringe”, e aggiungere altresì che “se ci sarà un accordo nella riunione dell’Eurogruppo a maggio, ci sarà tempo sufficiente per attivare il programma e farlo coincidere con il resto dell’ESM”.
La Grecia aspetta nuovo denaro
Finora, tutto il denaro che la Grecia ha ricevuto nell’ambito del suo terzo programma di salvataggio è arrivato dall’Europa, e sta ancora aspettando una fetta di fondi dall’FMI di Washington. Il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che non erogherà fondi finché l’Europa non sarà d’accordo sulle misure specifiche che dovrebbero rendere il debito greco più sostenibile a lungo termine. La Grecia ha un rapporto debito / PIL (prodotto interno lordo) del 180 percento.
Tuttavia, il problema del debito diventa ancora più pressante nel momento in cui Atene si avvicina alla fine del programma finanziario, prevista per il prossimo 20 agosto. Tra un accordo sul debito e la fine del piano di salvataggio, il FMI ha dichiarato che sarebbe disponibile a erogare circa 1,6 miliardi di euro. Nuovo ossigeno per le casse greche, in attesa che la Grecia possa effettivamente migliorare la propria condizione strutturale.
Il presidente dell’Eurogruppo ha dichiarato in una lettera ai suoi colleghi ministri delle finanze che “l’obiettivo è raggiungere un accordo a livello interno prima dell’Eurogruppo di maggio”. Tuttavia, ci sono ancora problemi in sospeso che le diverse istituzioni devono risolvere per ottenere l’accordo entro giovedì prossimo. “C’è stato un considerevole restringimento delle divergenze negli ultimi mesi”, ha detto Thomsen alla CNBC, ma “ci sono ancora diverse valutazioni di crescita nel medio termine”, ha poi aggiunto.
“Riconoscendo che questo è un settore in cui vi è una notevole incertezza, stiamo discutendo un meccanismo per le imminenti misure di riduzione del debito, che mirano a collegare i futuri tassi di crescita della Grecia a quanto interesse pagherà sui suoi prestiti: più alto è il tasso di crescita, maggiore è l’interesse che la Grecia potrà pagare” – afferma ancora Thomsen.
Rammentiamo altresì che qualsiasi accordo imminente sul debito dovrà anche essere approvato da alcuni Parlamenti europei, incluso il Bundestag tedesco, che non dovrebbe essere troppo propenso a nuove aperture.
E se non si riuscisse a trovare un’intesa? Il mancato accordo sulla riduzione del debito in Grecia non solo renderebbe più brusco il ritorno della Grecia sui mercati, ma comprometterebbe anche la credibilità sulla fornitura della necessaria assistenza finanziaria ai Paesi europei.
Insomma, la questione Grecia ci sembra essere ben lungi dall’essere esaurita. E probabilmente potrebbe essere il caso di tenerne giusta considerazione nei prossimi mesi, sebbene difficilmente si giungerà a un punto di rottura, considerati gli interessi in gioco. Pertanto, tranne shock particolarmente drastici nello sviluppo di tale rapporto, difficilmente le discussioni riusciranno a modificare in maniera tangibile il cambio tra l’euro e il dollaro nel brevissimo o nel medio termine. Vi consigliamo comunque di monitorare questo importante aspetto di analisi fondamentale, e di curare l’evoluzione delle relazioni Grecia – UE – FMI nelle prossime settimane.