Il presidente Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano, riportando in auge le dure sanzioni economiche. Ma è il modo in cui i governi europei e le aziende risponderanno che potrebbe essere importante. Infatti, Germania, Francia e Regno Unito hanno promesso di mantenere l’accordo.
Le sanzioni statunitensi impedirebbero alle compagnie americane di fare affari con l’Iran. Ma il Tesoro degli Stati Uniti prevede anche di applicare “sanzioni secondarie” che potrebbero coinvolgere compagnie europee come Airbus e Volkswagen. Insomma, le società che violeranno le sanzioni potrebbero essere tagliate fuori dal sistema finanziario statunitense.
Mercoledì le multinazionali europee hanno rilasciato una nota, affermando che avrebbero riesaminato la decisione dell’amministrazione Trump e avrebbero rispettato tutte le leggi e i regolamenti.
La Volkswagen (VLKAF), che ha iniziato a esportare automobili in Iran lo scorso anno, ha affermato che “sta monitorando e rivedendo gli sviluppi politici ed economici nella zona”. L’Airbus, che perderà probabilmente la licenza per vendere oltre 100 jet in Iran, ha detto che “sta analizzando attentamente la decisione statunitense e valuterà i prossimi passi da fare”.
Alcune società si erano impegnate ad investire miliardi in Iran dopo che gli Stati Uniti e altre potenze mondiali avevano revocato molte delle sanzioni. In cambio, l’Iran si era impegnato a non ripristinare il suo programma di sviluppo nucleare. L’Unione europea ha esportato quasi 11 miliardi di euro di beni in Iran nel 2017, un aumento del 66% rispetto al 2015, circa 100 volte maggiori delle esportazioni statunitensi verso l’Iran nello stesso anno. Funzionari europei hanno detto che l’accordo nucleare iraniano e i suoi benefici economici dovrebbero continuare.
Il segretario agli esteri del Regno Unito Boris Johnson ha dichiarato: “Collaboreremo con le altre parti per garantire che, mentre l’Iran continua a limitare il suo programma nucleare, la sua popolazione beneficerà di sgravi delle sanzioni in conformità con il patto centrale dell’accordo”. L’UE potrebbe utilizzare un “regolamento di blocco” per contrastare le sanzioni statunitensi e consentire il proseguimento degli scambi. La regola è stata introdotta per la prima volta nel 1996 per proteggere il commercio con Cuba.
Thomas Gratowski, un esperto dell’Iran presso la società di consulenza Global Counsel, ha affermato che “non tutti in Europa, specialmente le aziende, sono fiduciosi che questa regola permetterebbe la prosecuzione degli affari con l’Iran. Il suo valore pratico è molto più basso del suo valore simbolico”.
Gli esperti dicono che l’unica opzione veramente sicura per le aziende europee è fermare le operazioni in Iran. Richard Grenell, ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, nella sua valutazione è stato molto chiaro: “Le aziende tedesche che fanno affari in Iran dovrebbero interrompere immediatamente le operazioni”.
Il leader supremo Ali Khamenei ha dichiarato di non fidarsi più della Gran Bretagna, della Francia e della Germania. “Se il governo vuole stipulare un contratto, dovrebbe chiedere una garanzia, altrimenti faranno tutti come hanno fatto gli Stati Uniti”.