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L’economia britannica verso il deterioramento in attesa della Brexit?

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In attesa della ormai prossima Brexit, l’economia britannica sta cominciando a dare segni di deterioramento. Questi segni emergono dalla ripresa economica che aveva fatto respirare l’isola negli ultimi mesi del 2017, grazie soprattutto alla crescita globale dell’economia.

Le cifre emerse questa settimana parlano di una crescita economica notevolmente rallentata, con il PIL che si è ridotto dello 0,4% facendo precipitare il Regno Unito in fondo alla classifica del G7.

Stephen King, consulente economico senior di HSBC, ha dichiarato che “ciò che accaduto nell’ultimo mese sui mercati finanziari, a causa del panico che si è scatenato per i timori di un aumento dell’inflazione statunitense e della crescita dei salari USA, ci ha riportato indietro nel tempo”.

Mentre i ministri cercano di trovare un modo per definire in che forma sarà la relazione tra Regno Unito ed Europa nel dopo Brexit, da alcune testate giornalistiche specializzate in economia viene mostrato come le attività commerciali in vari settori abbiano perso slancio. Il numero delle persone senza lavoro è aumentato per la prima volta in quasi due anni, la crescita delle retribuzioni rimane al di sotto del tasso di inflazione e la spesa al consumo ha rallentato il suo corso dopo un oneroso Natale.

Ma nonostante i segni di debolezza, la Banca d’Inghilterra va verso l’innalzamento dei tassi di interesse a partire da maggio, sostenendo che il tasso di crescita economica si è stato abbassato a causa del voto pro Brexit, spingendola ad aumentare il costo del prestito per affrontare un’inflazione ostinatamente alta.

Per valutare l’impatto del voto sulla Brexit su base mensile, una testata giornalistica ha scelto otto indicatori economici, insieme al valore della sterlina e la performance del FTSE 100. Gli economisti hanno fatto previsioni su sette di questi indicatori, ed in cinque casi l’esito è stato peggiore del previsto.

Un dato che spaventa è quello che mostra le famiglie britanniche sottoposte a forti pressioni, poiché l’inflazione si è attestata ai massimi livelli da sei anni a questa parte, nonostante le aspettative di un calo. A causa della debolezza della sterlina dopo il referendum, il tasso di crescita dei prezzi è rimasto ostinatamente alto per diversi mesi, anche se gli stessi salari stanno finalmente iniziando a salire.

L’economia globale aveva contribuito a trascinare la Gran Bretagna fino alla fine del 2017, favorendo le imprese orientate all’esportazione che potevano sfruttare la debolezza della sterlina per vendere beni e servizi all’estero. Tuttavia, la crescita delle retribuzioni è ancora in ritardo, danneggiando la spesa dei consumatori.

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