A seguito dei commenti del Segretario del Tesoro statunitense, il quale ha parlato di un dollaro più debole sul mercato internazionale, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato che è molto preoccupato sia per una possibile guerra commerciale internazionale che per una lotta sui tassi di cambio. “La mia maggiore preoccupazione non è tanto la possibilità di una guerra valutaria, quanto quella di una guerra commerciale incombente” ha confessato in una intervista alla Reuters durante il World Economic Forum di Davos.
In precedenza, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steve Mnuchin, aveva minimizzato i suoi precedenti commenti sul dollaro. Alla domanda se fosse allarmato dai commenti originali di Mnuchin, Padoan ha risposto: “C’è una leggera preoccupazione se tutto questo va al di là di ciò che è accettabile, ma in realtà non sono poi così preoccupato come potrei dare ad intendere”.
Pur essendo vulnerabile agli scontri sul commercio e colpita dal tasso di cambio, l’economia europea è forte e i fattori più importanti sono l’investimento e la produttività, ha detto Padoan, aggiungendo che ciò va applicato anche al nostro paese.
Padoan ha dichiarato di essere tranquillo sulle elezioni italiane che si svolgeranno il 4 marzo, in cui si schiererà con il Partito Democratico (PD) di centro-sinistra al governo, ma da vari sondaggi sembra improbabile che le elezioni decreteranno un vincitore assoluto. “Esiste il rischio che dopo le elezioni il parlamento non abbia un chiaro indirizzo e quindi potrebbe sopraggiungere un periodo di incertezza, ma sono anche convinto che questo non influirà sulla buona performance dell’economia italiana a cui stiamo tutt’oggi assistendo”.
L’economia italiana è cresciuta lentamente dalla fine del 2014 ad oggi, anche se il governo ha stimato che il tasso di crescita nel 2017 sia stato il più alto fino ad ora; nonostante queste cifre, l’Italia resta la nazione che ha la crescita “più pigra” di tutto il blocco della moneta unica.
L’economia è stata frenata da una montagna di cattivi prestiti che hanno intasato il sistema bancario italiano. Le banche hanno accelerato gli sforzi per rimuovere il debito in sofferenza dai loro bilanci, ma la pressione da parte della BCE è sempre incombente.
Padoan ha detto che spera che i regolatori europei si astengano dal chiedere alle banche di affrontare questo problema troppo rapidamente, avvertendo che “c’è il rischio che le banche, invece di diventare più sane, lo siano ancora di meno”. Intervenendo sulla decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione Europea, Padoan ha detto che un paese o è o non è membro dell’UE, e che “le ambigue condizioni intermedie non sono accettabili”.