La Romania, con una crescita del PIL anno dopo anno che ha raggiunto l’attuale 8,8%, è l’economia che cresce di più nell’Ue. Nonostante questa eccezionale performance, permangono alcune questioni strutturali fondamentali che possono potenzialmente minare il futuro dell’economia rumena.
Il settore dei servizi IT, così come la produzione in settori come l’elettronica e la produzione di automobili sono quelli in cui la Romania presenta un vantaggio comparativo rispetto agli altri paesi della zona euro. Anche gli investimenti esteri diretti sono un fattore trainante, con una raccolta netta intorno al 3% del PIL nel 2016.
La rinomata multinazionale Phillip Morris ha iniziato la costruzione di una nuova fabbrica, dal valore di mezzo miliardo di euro, appena fuori Bucarest. Si è anche verificato un boom dei consumi aiutato dalla crescente classe media e dal contesto dei tassi di interesse bassi. Con una spesa per i consumi che rappresenta circa il 70% della domanda, l’impatto sul PIL è ancora più significativo rispetto a paesi come il Regno Unito.
Il direttore della Banca nazionale della Romania, Mugur Isarescu, ha però affermato che “il periodo con tassi di interesse molto bassi è finito, e non solo in Romania”. Le pressioni inflazionistiche di questo consumo sono chiaramente visibili, a causa dell’aumento dell’inflazione che ha raggiunto il 3,2% a dicembre.
Le preoccupazioni per gli aumenti salariali nel settore pubblico possono spiegare il perché si è verificato questo aumento negli ultimi mesi. Tuttavia, la banca centrale deve ancora fare la sua mossa sui tassi di interesse, quindi le condizioni della domanda restano favorevoli per l’espansione.
Un’altra debolezza è l’infrastruttura, specialmente in termini di trasporto: la Romania ha solo circa 750 km di autostrade attualmente funzionanti, che la colloca tra le ultime in Europa. Il ministro dei trasporti aveva promesso a febbraio 2017 che sarebbero costruiti 90 km, ma soltanto 15 sono stati in effetti realizzati. Appropriazione indebita di fondi UE e sprechi di denaro in “studi di fattibilità” sono tuttora alcuni dei principali fattori che ostacolano lo sviluppo delle strade rumene.
Questo settore dell’economia è la dimostrazione di come la negligenza politica e la corruzione possano portare ad una performance così negativa. Tuttavia, anche se il piano attuativo per migliorare questa settore è abbastanza semplice, ci sono altre questioni da affrontare che sono molto più complesse.
Come in alcuni paesi dell’Europa orientale, la Romania sta vivendo una recessione demografica, aggravata anche da una significativa emigrazione associata a un basso tasso di natalità. In effetti, l’attuale popolazione di 19,7 milioni ha quasi raggiunto il livello del 1966.
L’intera economia, infine, presenta dei salari ancora molto bassi. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica rumano, i salari medi lordi sono da poco aumentati a 3300 RON (650 euro) a fine 2017. Ecco perché i benefici della crescita devono tradursi rapidamente in un miglioramento degli standard di vita altrimenti causerà un esodo verso altre nazioni.