- Stipendio insegnanti precari: il preside diventa responsabile
- Stipendio precari: come cambiano gli scatti di anzianità
- Pensione insegnanti: novità per TFR e previdenza complementare
Sono in arrivo delle novità per quel che riguarda il mondo della scuola e, in particolar modo, lo stipendio degli insegnanti precari e le pensioni dei docenti. Con un nuovo decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale sono state introdotte diverse garanzie a tutela degli insegnanti precari: tra queste, il pagamento delle supplenze che d’ora in avanti dovrà avvenire puntualmente perchè altrimenti la responsabilità del non rispetto dei termini ricadrà tutta sul dirigente scolastico.
Non è finita qui, perchè c’è anche un altro grosso cambiamento che riguarda assai da vicino lo stipendio dei docenti precari: negli ultimi anni la tendenza della Giustizia italiana è stata quella di riconoscere gli stessi scatti di anzianità agli insegnanti, indipendentemente dal fatto che fossero precari o che fossero di ruolo. Ma le cose sono destinate a cambiare anche su quest’altro fronte dandosi una veste “definitiva”. Pertanto vediamole un po’ più nel dettaglio le novità in questione, e cerchiamo di capire come si muoveranno a favore degli insegnanti precari che sono in attesa di diventare docenti a tempo indeterminato.
Stipendio insegnanti precari: il preside diventa responsabile
Come accennavamo nell’introduzione, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 42/2016, finalmente gli insegnanti precari vedono muovere un passo da parte del Governo verso una delle loro tante richieste. Con la norma contenuta nell’articolo 1 sexies, infatti, si stabilisce che i docenti precari dovranno essere pagati nei tempi stabiliti dalle norme in virtù delle supplenze effettuate: ciò significa che d’ora in poi chi ha effettuato supplenze di breve durata non dovrà più attendere diversi mesi di tempo per la riscossione del denaro.
Il DL prevede che il pagamento delle supplenze avvenga entro 30 giorni al massimo dalla data di avvenuta prestazione e che nell’ipotesi in cui la segreteria dell’istituto scolastico non dovesse inserire in tempo il contratto di incarico convalidato nel SIDI e inoltrarlo al portale Noipa, il responsabile di questo ritardato pagamento sarebbe unicamente il dirigente scolastico.
Il passaggio della legge, non a caso, mette in chiaro che “gli adempimenti e il rispetto dei termini previsti dal predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concorrono alla valutazione dei dirigenti scolastici e di quelli delle amministrazioni coinvolte e sono fonte di responsabilità dirigenziale ove le violazioni riscontrate siano riconducibili a cause imputabili al loro operato.”
Stipendio precari: come cambiano gli scatti di anzianità
Come dicevamo poc’anzi ci sono delle buone notizie anche per quel che riguarda gli scatti di anzianità degli insegnanti precari, dato che i giudici hanno confermato che per questa specifica materia ci sarà parità di trattamento tra pecari e docenti di ruolo.
Il Tribunale di Torino, a questo proposito, ha pubblicato 5 sentenze in cui il MIUR viene condannato per non aver rispettato l’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato nell’ambito del quale viene chiarito che: “Non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico” anche per quanto riguarda la retribuzione”.
Marcello Pacifico, presidente di Anief, il sindacato che si è occupato dei ricorsi, nell’ambito di una intervista concessa a OrizzonteScuola.it ha espresso grande soddisfazione per quanto sancito dal Tribunale di Torino sul fronte degli scatti di anzianità. Pacifico ha ricordato che in caso dovesse esserci un’assenza da parte del MIUR nel sanare questo genere di situazioni, “l’unica strada percorribile rimarrebbe quella della contestazione legale”. Ma attenzione a farlo di fretta, perchè c’è una prescrizione di dieci anni che potrebbe vanificare ogni diritto su questo fronte e la prescrizione, proprio per questo “è divenuta l’arma su cui puntano a Viale Trastevere”, puntualizza Pacifico.
Pensione insegnanti: novità per TFR e previdenza complementare
Infine, delle novità ci sono anche sul fronte del TFR e della previdenza complementare. Nei giorni scorsi, infatti, dopo che è stato raggiunto l’accordo tra Aran e sindacati sul Contratto Collettivo Nazionale Quadro, è anche stata confermata la possibilità per i dipendenti pubblici TFS di poter esercitare l’opzione TFR fino al prossimo 2020 e iscriversi così alla previdenza complementare. Ciò vuol dire che è stata prorogata la scadenza del 2015 prevista dall’accordo dello scorso 2011, e che gli insegnanti avranno quindi la possibilità per altri 5 anni ancora di iscriversi eventualmente a dei fondi di previdenza complementare negoziali.