Durante il consueto #Matteorisponde, una sorta di faccia a faccia che il premier Renzi tiene con il mondo social, si è aperta all’ipotesi dell’abolizione del bollo auto. In questo scenario però, non si tratterebbe di una minore pressione fiscale, quanto invece dell’abolizione di una odiosa tassa sostituita all’occorrenza con un’altra.
La proposta di abolire il bollo auto e di sostituirlo con l’aumento delle accise sui carburanti è inizialmente partita dal gruppo parlamentare che fa capo alla figura di Flavio Tosi, attuale sindaco in carica della città di Verona. L’idea è poi stata rilanciata da un utente durante il question time con Matteo Renzi, e il presidente del Consiglio, da parte sua, non ha escluso a questa possibilità.
Sulla questione si sono espressi molti cittadini, molte associazioni di consumatori e anche diversi esponenti politici, ma la voce più grossa l’ha senz’altro fatta Federconsumatori, che sul merito è uscita allo scoperto in maniera chiara e forte: secondo l’associazione, l’abolizione del bollo auto sostituita con l’aumento delle accise sulla benzina non porterebbe ad alcun tipo di vantaggio nelle tasche dei cittadini. Anzi, si ritiene che questo “gioco delle tre carte” finirebbe col trasformarsi in un maggiore aumento della spesa.
Conviene l’abolizione del bollo auto?
Secondo Federconsumatori, sulla base di un’accurata analisi, l’abolizione del bollo auto non converrebbe alle tasche dei contribuenti ma porterebbe invece ad un aumento della spesa. Venendo sostituito con un aumento delle accise sui carburanti, l’onere si sposterebbe soprattutto su chi usa l’auto a diretto favore di chi invece è sì in possesso dell’auto, ma non ci circola più di tanto: la proposta avallata da alcuni esponenti parlamentari è ispirata proprio da questo principio, ossia dal favorire il semplice possesso e dallo sfavorire il consumo, nell’ottica che chi circola di più e quindi inquina di più, debba pagare di più.
Ma l’associazione dei consumatori si è sentita di dover fare alcune puntualizzazioni. Prima di tutto bisogna precisare che l’abolizione del bollo auto si tradurrebbe in una perdita di 6 – 6.5 miliardi di euro che attualmente entrano nelle casse erariali e che vengono poi destinati alle Regioni. L’idea di colmare questo vuoto con l’aumento delle accise sui carburanti, a detta di Federconsumatori finirebbe col gravare eccessivamente sul costo della benzina: considerando che a fronte di un costo del barile che è sceso del 69% al 2008, e di un peso delle accise che invece è andato aumentando del 37%, sarebbe impensabile che la componente fiscale gravante sulla benzina possa aumentare ulteriormente. Via il bollo, il prezzo al litro della benzina lieviterebbe infatti di 15/16 centesimi di euro!
Preso atto delle buone intenzioni della proposta – che in teoria mira a penalizzare il consumo e a favorire il semplice possesso dell’auto – in realtà una misura di questo genere potrebbe anche tradursi in un qualcosa di davvero poco equo: Federconsumatori si dice convinta del fatto che da questa misura finirebbero col guadagnarci solo i proprietari di auto di grosse cilindrate. Inoltre, l’associazione puntualizza che chi nell’arco di un anno percorre più di 20mila chilometri, pagherà più di quanto si possa immaginare: “Un’auto a gasolio di 1900 di cilindrata che paga sui 277 euro di bollo annui, dopo avere percorso 20.000 chilometri perde il beneficio dato dall’abolizione del bollo. Mentre un’auto a benzina di 1600 di cilindrata che paga sui 199 euro di bollo, finirebbe nella stessa identica situazione”.
E poi c’è un altro aspetto da considerare, quello cioè che fa sì che l’aumento delle accise si traduca in un aumento di tutti gli altri prezzi di beni e servizi disponibili sul mercato: aumentando di 16 centesimi le accise sui carburanti, infatti, i piccoli trasportatori, gli artigiani, i rappresentanti di commercio e i taxisti sarebbero costretti a recuperare questa maggiore spesa rifacendosi a loro il prezzo dei beni e dei servizi offerti sul mercato. In questo modo, l’abolizione del bollo auto comporterebbe un aumento medio dei costi diretti per ciascun contribuente di ben 192 euro, e di 154 per quel che riguarda i costi indiretti. E se consideriamo che il prezzo medio del bollo è di 288 euro annui, da un mero calcolo comparativo si deduce di come la misura finirebbe col tradursi in una maggiore spesa: da una parte abbiamo gli attuali 228 euro di spesa annua per il bollo, e nell’altro scenario un bollo che non c’è più ma che viene comunque sostituito da una maggiore spesa di 346 euro (192 di maggiori costi diretti e 154 di costi indiretti, per l’appunto).