Quando una persona interrompe, temporaneamente o in via definitiva, l’attività lavorativa , può versare i contributi volontari previdenziali, che si aggiungono a quelli già accumulati, per andare in pensione o per aumentarla.
I contributi volontari possono essere versati da tutti i lavoratori che hanno interrotto il rapporto lavorativo e dai soggetti iscritti alla Gestione Separata INPS.
Le quote contributive versate dal soggetto sono spontanee e, spesso, necessarie per poter accedere alle misure pensionistiche, poiché ogni tipologia di pensione richiede determinati criteri di accesso: anni lavorati, età anagrafica, contributi versati.
Chi può versare i contributi volontari?
I contributi volontari, previa autorizzazione dell’INPS, possono essere versati per coprire periodi in cui la persona non sta lavorando, né come dipendente né come autonomo. L’eccezione è rappresentata dal lavoro part-time, che consente di integrare i contributi volontari.
Inoltre, chi è in aspettativa non retribuita può utilizzare i contributi volontari per coprire il periodo di assenza dal lavoro.
Per richiedere i contributi volontari INPS mentre si lavora, è necessario appartenere a determinate categorie:
- lavoratori dipendenti o autonomi non iscritti a INPS o ad altri enti previdenziali;
- parasubordinati senza iscrizione alla Gestione Separata;
- autonomi privi di cassa previdenziale;
- lavoratori di fondi speciali non iscritti.
È indispensabile aver sospeso la propria attività lavorativa e i versamenti possono essere iniziati, interrotti e ripresi in qualsiasi momento, a seconda delle esigenze personali.
I casi in cui il soggetto versa i contributi pur continuando a lavorare sono:
- Sospensione per un’aspettativa;
- Sospensione dal lavoro per congedi di varia natura, per motivi di studio e formazione, familiari, malattia e sciopero;
- Lavori con contratto part-time;
- Per alcuni lavori agricoli.
Requisiti di accesso ai contributi volontari
Per richiedere il versamento dei contributi previdenziali volontari all’INPS, è necessario che il rapporto di lavoro dipendente sia cessato o interrotto.
Ma, come abbiamo visto, è possibile versarli anche senza la cessazione del rapporto di lavoro per i lavoratori con contratto part-time, se i versamenti vengono effettuati per coprire o integrare i periodi di attività svolta a orario ridotto, o per coloro che operano nel settore agricolo e vogliono integrare i contributi.
Requisiti contributivi minimi richiesti:
- Almeno 5 anni di contributi (260 contributi settimanali o 60 mensili), indipendentemente da quando siano stati versati.
- Almeno 3 anni di contributi nei 5 anni precedenti la data di presentazione della domanda.
Quote di contribuzione
Dopo aver verificato i requisiti per accedere ai contributi previdenziali volontari, le aliquote di contribuzione vengono determinate in modo diverso a seconda della categoria di lavoratori:
- Lavoratori dipendenti: il contributo è calcolato settimanalmente sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria.
- Lavoratori autonomi (artigiani e commercianti): il contributo mensile si basa sulla media dei redditi dichiarati ai fini Irpef negli ultimi 36 mesi.
- Coltivatori diretti: il contributo è settimanale e si calcola sulla media dei redditi degli ultimi tre anni, senza scendere sotto il minimo previsto per i dipendenti.
Come versare i contributi volontari
Dopo l’autorizzazione dell’INPS, i contributi devono essere versati secondo le tempistiche stabilite. I pagamenti non possono essere effettuati in un’unica soluzione, ma devono seguire scadenze trimestrali:
- Primo trimestre: entro il 30 giugno.
- Secondo trimestre: entro il 30 settembre.
- Terzo trimestre: entro il 31 dicembre.
- Quarto trimestre: entro il 31 marzo dell’anno successivo.
L’INPS invia i bollettini di pagamento per facilitare la procedura e rendere più agevole il versamento delle rate. I contributi volontari sono fiscalmente deducibili e, ai fini pensionistici, sono equiparati a quelli obbligatori.