La pensione di inabilità è una prestazione che viene erogata in favore di tutti quei lavoratori in cui viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità ad eseguire qualsiasi lavoro.
Tutti coloro che non riescono a camminare e muoversi senza l’aiuto fisso di un accompagnatore, oppure non sono in grado di svolgere altre azioni quotidiane della vita, possono presentare domanda per ricevere un assegno da utilizzare per l’assistenza personale.
Occorre sottolineare che l’assegno per l’assistenza personale e continuativa non sarà erogato nell’eventualità di ricovero presso istituti di cura a carico della pubblica amministrazione ed, inoltre, non risulta compatibile con l’assegno mensile erogato dall’INAIL agli invalidi. L’assegno viene concesso in misura ridotta se si ricevono da altri enti forme di previdenza similari. In ogni caso si tratta di una prestazione non trasferibile ai superstiti.
Pensione di inabilità: a chi spetta
Possono ottenere la pensione di inabilità tutti i lavoratori dipendenti, gli autonomi e tutti i soggetti iscritti ai fondi pensioni sostitutivi. È necessario aver accumulato almeno 5 anni di contributi, con un minimo di tre anni versati nei cinque anni che precedono la data di decorrenza della pensione di inabilità.
Inoltre, il rapporto di lavoro deve essere cessato a causa di un’infermità non collegata a motivi di servizio. Infine, è richiesto il riconoscimento dello stato di inabilità totale e permanente, che impedisce lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa a causa delle infermità sopra menzionate.
Tutti coloro che fanno domanda per ottenere la pensione d’inabilità, devono cessare di svolgere qualsiasi attività lavorativa, provvedere alla cancellazione da tutti gli elenchi di categoria dei lavoratori e da eventuali albi professionali in cui risultano iscritti.
Come anticipato, la possibilità di richiedere la pensione di inabilità è riservata esclusivamente al diretto interessato e non si estende ai familiari superstiti. Ma quest’ ultimi possono beneficiare della pensione indiretta se la domanda era stata presentata dall’interessato quando era ancora in servizio e successivamente deceduto.
In tale scenario, le autorità competenti valuteranno retroattivamente lo stato di inabilità del defunto prima di concedere la pensione ai superstiti. Se il decesso avviene dopo il riconoscimento della pensione di inabilità, essa diventa automaticamente reversibile.
Pensione di inabilità: la presentazione della domanda
L’interessato deve presentare la domanda all’amministrazione di appartenenza se è ancora in servizio (ufficio IV Direzione Generale del Personale per il personale amministrativo, Direzione Generale Magistrati per i magistrati).
Se è già cessato per motivi di salute, la richiesta va inviata direttamente all’INPS. Alla domanda deve essere allegato un certificato medico che attesti l’inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa, redatto secondo le modalità previste dal decreto del Ministero del Tesoro n. 187/1997.
Pensione di inabilità: quando e quanto spetta
La pensione di inabilità può essere soggetta in qualsiasi momento a revisione e decorre dal 1° giorno del mese seguente a quello in cui viene presentata la domanda, se presentata successivamente alla fine del rapporto di lavoro, ma entro 2 anni dalla risoluzione del rapporto di lavoro avvenuta per motivi di salute.
L’ammontare della pensione di inabilità viene calcolato seguendo il sistema di calcolo misto, ovvero una parte conteggiata secondo il sistema retributivo mentre la restante con quello contributivo. In alternativa si segue il sistema contributivo nel caso in cui il lavoratore ha incominciato a svolgere l’attività lavorativa dopo il 31 dicembre 1995. In ogni caso è l’INPS a stabilire l’importo finale spettante.