Crolla vistosamente l’economia del Regno Unito nel secondo trimestre, più di ogni altra economia europea. La contrazione è stata di un quinto, che si è tramutata nella più profonda recessione mai registrata. Il PIL (Prodotto interno lordo) è sceso di oltre il 20% trimestre dopo trimestre, con contrazioni diffuse in tutti i settori. Un crollo verticale pauroso, quasi il doppio di quello degli USA e secondo soltanto alla Spagna tra i pari europei.
In Germania, la più grande economia europea, il PIL è sceso dell’11,9% nella prima metà dell’anno, mentre negli Stati Uniti il calo è stato del 10,6%. Mentre in entrambi i Paesi la ripresa economica è ben avviata, nonostante negli USA l’epidemia ha ripreso vigore, nel Regno Unito le prospettive non sono rosee.
Rishi Sunak, cancelliere del Regno Unito, ha promesso che “nessuno verrà lasciato senza speranza o opportunità. Ma l’opposizione laburista ha messo sul piatto le cifre che provano come la gestione della crisi da parte del governo ha contribuito alla peggiore recessione nel panorama europeo.
Secondo gli analisti, la durata del lock down nel Regno Unito ha sottoperformato l’economia, con il settore dei servizi rivolto ai consumatori risultato il più colpito dalla distanza sociale. Questo settore ha un enorme peso sul PIL del Paese (circa l’80% dell’economia).
Una leggera ripresa è avvenuta a giugno. La produzione è cresciuta dell’8,7%, più velocemente di quanto la maggior parte degli economisti si aspettasse, anche se sostanzialmente in linea con le ultime previsioni della Banca d’Inghilterra.
Anche se, da aprile, il PIL del Regno Unito è cresciuto dell’11,3%, resta del 17,2% al di sotto di quello registrato a febbraio, prima che scoppiasse la pandemia. Vari gruppi imprenditoriali hanno richiesto che il governo continuasse a sostenere i salari attraverso varie forme di aiuto.
Il problema resta il settore dei servizi, calato al 19,9% trimestre dopo trimestre (circa i tre quarti del calo del PIL). Con la maggior parte dei settori dell’ospitalità e del tempo libero chiusi a giugno, la ripresa del settore è stato molto più lenta degli altri. Grazie soprattutto alla ripresa della vendita di auto, la produzione di servizi è aumentata del 7,7% su base mensile.
Il settore manifatturiero è rimbalzato dell’11%, mentre quello dell’edilizia, tra i più colpiti dall’epidemia, è rimbalzato molto velocemente, raggiungendo il 23,5% a giugno.
Nel secondo trimestre è crollata vistosamente la spesa delle famiglie, guidata dal crollo della spesa per il turismo, l’ospitalità e i trasporti. Per quanto riguarda la spesa pubblica, la chiusura delle scuole e la sospensione dell’assistenza sanitaria non urgente sono stati un vero shock.
Gli analisti del Regno Unito si aspettano che la domanda dei consumatori riesca a guidare una forte ripresa nel terzo trimestre, anche se questo slancio svanirà gradualmente con il deterioramento delle prospettive per il mercato del lavoro.