Il premier Giuseppe Conte ha promesso lunedì di dispiegare una “massiccia terapia d’urto” sotto forma di stimolo economico per far fronte alla diffusione del coronavirus, che sta spingendo il Paese verso la recessione.
L’Italia è la nazione più colpita in Europa dall’epidemia, iniziata in Cina alla fine dell’anno scorso. Dopo l’ultimo decreto firmato ieri sera, tutto il territorio italiano è diventato “zona protetta”. “Per uscire da questa emergenza, utilizzeremo tutte le risorse umane ed economiche”, ha affermato il premier.
La scorsa settimana, il governo italiano si è impegnato a spendere 7,5 miliardi di euro per ridurre l’impatto economico dell’epidemia. Tuttavia, gli ultimi commenti di Conte lasciano trapelare l’intenzione di utilizzare ulteriori stimoli economici.
Il governo italiano e la banca centrale stanno studiando un sistema di garanzia statale che potrebbe sostenere quelle banche che allenteranno le regole per famiglie e aziende. In questo contesto, gli analisti prevedono che l’economia italiana si contrarrà quest’anno, con il Prodotto Interno Lordo (PIL) previsto in calo dell’1,2%, maggiore quindi rispetto alla precedente previsione, che parlava di una contrazione dello 0,3%.
La risposta del governo italiano riuscirà almeno a rallentare l’avanzamento del virus, dando al sistema sanitario italiano e a quello di altri paesi più tempo per prepararsi a un ulteriore aumento dei casi. Tuttavia, al di là dell’impatto diretto sulle attività, le misure italiane e la possibilità che altre parti d’Europa possano muoversi nella stessa direzione nelle prossime settimane, probabilmente peseranno in modo significativo sulla fiducia a breve termine.
L’Eurozona, con i 19 stati membri che condividono l’euro, è tradizionalmente divisa tra Paesi che hanno pile elevate di debito e vogliono spendere ancora di più e Paesi che sono più prudenti dal punto di vista fiscale. “L’epidemia di COVID-19 costituisce quindi ancora un altro episodio della ricerca annuale di motivi per tollerare deviazioni dalle regole fiscali, specialmente in Italia”, hanno affermato alcuni analisti.
I Paesi della zona euro non dovrebbero avere pile di debito pubblico superiori al 60% del loro PIL e deficit superiore al 3%. In Italia il debito pubblico è pari al 134% del suo PIL. Antonio Misiani, viceministro dell’economia, ha dichiarato: “Non appena l’epidemia sarà terminata, torneremo al consolidamento fiscale”.
La Germania, dove il governo è spesso criticato per non voler aumentare la spesa, ha annunciato la scorsa settimana che aiuterà le aziende colpite dal virus. L’idea è che le imprese saranno in grado di richiedere sussidi per aiutare i lavoratori a ridurre l’orario di lavoro fino alla fine dell’anno.