Il rischio che l’Italia non riesca a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita per il 2020 è veramente alto. La colpa? Dell’epidemia di coronavirus. Antonio Misiani, vice ministro delle Finanze, ha dichiarato qualche giorno fa: “L’impatto del coronavirus potrebbe essere molto negativo sia per l’intera economia globale che per la nostra. Allo stato attuale, appare altamente improbabile che il governo riesca a raggiungere la crescita del bilancio dello 0,6%”.
L’economia italiana, che viaggia da tempo a regime ridotto, riceve quindi un ulteriore colpo basso. Nell’ultimo trimestre del 2019, la produzione ha avuto un inaspettato calo dello 0,3%, cosa che ha creato una certa pressione mediatica sulla già fragile coalizione governativa guidata dal premier Giuseppe Conte. A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia: “Purtroppo le prospettive del Paese sono seriamente a rischio ribasso”. Insomma, le porte della recessione potrebbero presto spalancarsi.
La scorsa settimana, la Commissione europea ha pubblicato le sue previsioni economiche per l’Italia, che parlano di un PIL dello 0,3% nel 2020, quindi in calo rispetto alle previsioni precedente, che lo poneva intorno allo 0,4%. Come mai questa revisione? A causa di un effetto di riporto negativo, con rischi al ribasso per le prospettive di crescita abbastanza pronunciati.
Considerando le attuali prospettive globali, il vice ministro ha affermato di non sapere se sarà effettivamente possibile recuperare lo slancio. “Nel primo trimestre del 2020 l’economia potrebbe addirittura appiattirsi ulteriormente”, ha dichiarato. “Se così fosse, un altro trimestre di contrazione ci costerebbe caro, e la recessione sarebbe inevitabile”.
Di parere contrario è il ministro delle Finanze Roberto Gualtieri: “Tutti i nostri indicatori ci dicono che avverrà una ripresa. A gennaio, la produzione industriale e il PIL dovrebbero essere in aumento. Il governo è fiducioso, la ripresa economica avverrà sicuramente”. La visione negativa di Misiani è dettata dall’attuale situazione in Cina, considerato il terzo fornitore italiano. “Molti turisti cinesi vengono nel nostro Paese e acquistano beni di lusso”, ha affermato.
Non è tutto però immerso nella penombra. Il vice ministro ha evidenziato alcuni sviluppi positivi, tra cui il restringimento degli spread, la richiesta record per il debito del Paese e l’aumento della fiducia da parte dei consumatori. “Il governo farà di tutto per rilanciare la crescita, a cominciare dalla riforma delle imposte sul reddito. Attueremo anche il piano degli investimenti pubblici e aiuteremo subito le aziende più esposte al mercato cinese”.
Il problema, però, è uno: quanto effettivamente durerà questo governo. La riforma giudiziaria, nella fattispecie la prescrizione, stanno creando notevoli tensioni tra il PD, il Movimento Cinque Stelle e Italia Viva. “Il governo ha tutti i mezzi per andare avanti”, ha affermato Misiani. “Serve un cambio di passo, un’accelerazione sulle questioni economiche e sull’occupazione. Questo è il vero test che stabilirà realmente se questo governo riuscirà ad ottenere risultati. Le attuali diatribe sulla prescrizione sono schermaglie e basta. Comunque, entro aprile sapremo tutto”.