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Il debito ucciderà l’economia globale?

In tutti i continenti, il debito è in aumento, soprattutto nel settore imprenditoriale, il quale ha portato, negli ultimi dieci anni, i suoi prestiti a livelli impensabili.

Qualche mese fa, l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) dichiarò che il 40% del debito societario di Paesi come Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna si sarebbe trasformato in qualcosa di enormemente costoso, portando migliaia di aziende ha scommettere su alti livelli di indebitamento e perdita, cosa che le renderebbe insolventi.

Sulla stessa scia si è espressa la Banca Mondiale, la quale affermò che i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo avevano spinto i loro prestiti nel 2018 verso la cifra record di 55 trilioni di dollari.

Nei Paesi in via di sviluppo di Africa, Asia e Sud America, il settore privato ha aumentato il proprio debito contemporaneamente a quello del governo. Oltre ad essere enorme, questo prestito statale è diverso dal solito. Innanzi tutto, dall’essere destinato in gran parte alla spesa per gli investimenti è passato all’utilizzo per far fronte ai costi sanitari, di istruzione e di benessere. Poi, viene più spesso preso in prestito da investitori internazionali intenti a prestare denaro ai Paesi in via di sviluppo a tassi di interesse veramente alti.

Alcuni analisti di mercato ritengono esagerate le affermazioni di FMI e Banca mondiale. Altri, invece, le ritengono arcaiche, affermando che l’economia globale sia entrata in una nuova fase, la quale riesce a tenere a bada i mercati azionari e le recessioni pericolose.

In realtà, nel breve periodo, potrebbero avere ragione. Memore dall’errore commesso nel biennio 2005-07, dove causò il crollo finanziario dopo aver innalzato il livello del debito insieme ai tassi di interesse, la Federal Reserve questa volta si è ritirata dopo aver portato i tassi di basi vicino al 2,5%. Dopo tre tagli lo scorso anno, l’economia americana inizia il 2020 con il tasso di base compreso tra 1,5% e 1,75%.

I tassi di interesse bassi offrono a tutti la possibilità di ottenere prestiti “allegramente”. Quando i tassi di indebitamento rimangono al di sotto del tasso di crescita del reddito potenziale, la maggior parte delle imprese non hanno bisogno di stimolare la crescita tramite gli investimenti al fine di permettersi rimborsi del debito più elevati.

Il fatto è che la maggior parte dei problemi che affliggono l’economia mondiale nascono dalla mancanza di domanda di beni e servizi, scesa ben al di sotto del livello visto negli anni che precedevano la crisi del 2008. La debolezza della domanda è strettamente collegata all’invecchiamento della popolazione, la quale si concentra più sui risparmi che sulla spesa.

I baby boomer (persone nate tra il 1945 e il 1964) si ritireranno praticamente tutti entro la fine di questo nuovo decennio; quindi la maggior parte avrà smesso di investire e ritirerà i fondi di investimento. Ciò potrebbe rovinare l’economia mondiale, sempre che l’accumulo di debito e la crisi climatica non siano arrivati ​​prima.

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