L’economia della Germania è entrata in una spirale negativa come non accadeva da nove anni. Il mese di giugno offrirà dati maggiori, ma la tendenza non offre nulla di buono. Questo trend si spiega con la dipendenza del Paese alle esportazioni, minate pesantemente dalla disputa commerciale tra USA e Cina e che ha colpito principalmente il settore automobilistico, precedentemente già penalizzato dalle preoccupazione dei cambiamenti climatici.
Qualche giorno fa, l’indice Sentix ha mostrato, durante la sua valutazione, un’evidente contrazione della più grande economia dell’Eurozona, scivolata verso il segno negativo dal marzo 2010. Dal 7,9 del mese di maggio, l’indice generale per la Germania è sceso di 0,7 punti. Sempre secondo alcune valutazioni, le aspettative per l’economia tedesca hanno subito un calo di 14 punti, prendendo come riferimento il 2 maggio.
Analizzando la situazione attuale, l’indice si è assestato a 13,5, in calo rispetto al 18,3 di maggio. Il dato che si riferisce al mese scorso suggerisce un blip rispetto ad altre registrazioni dell’anno, il che dimostra che le aspettative sono scivolate ogni mese tranne maggio, partendo dai 34,8 punti del primo mese dell’anno.
Alla luce del sondaggio effettuato, la Sentix si è così espressa: “Non c’è dubbio che la disputa commerciale tra Cina e Stati Uniti sta creando non pochi problemi all’economia tedesca, la quale è dipende troppo dalle esportazioni. Inoltre, da nessuna parte in Europa si sta più parlando di cambiamenti climatici e dell’implicazioni industriali in questo ambito. Quindi, l’industria automobilistica tedesca continua ad essere in crisi”.
La disputa USA-Cina non accenna a fermarsi, con i colloqui che si sono interrotti il mese scorso. Attualmente, le comunicazioni tra Washington e Pechino sono andate scemando. Ad inizio settimana, il presidente Donald Trump ha “minacciato” Xi Jinping, la sua controparte cinese, che sarebbero stati applicati nuovi dazi sulle merci provenienti dalla Cina nel caso in cui i due non si sarebbero incontrati al summit del G20 in Giappone a fine giugno.
Questo clima di tensione influenza non solo la Germania, ma l’intera economia della zona euro: ad inizio mese, l’indice generale è sceso a 3,3 punti dai 5,3 di maggio.
Nel frattempo, martedì Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese, ha affermato che la Banca centrale europea potrebbe rafforzare gli orientamenti, tagliare i tassi di interesse e introdurre misure di mitigazione dei tassi negativi, rilanciando quindi l’allentamento quantitativo, se necessario. Inoltre, il governatore, candidato a prendere il posto di Mario Draghi alla guida dalla BCE, ha aggiunto che la stessa è intenzionata ad agire in caso di un ulteriore indebolimento dell’attività economica.