L’enorme crescita della sharing economy (economia della condivisione) ha stupito anche gli esperti di mercato più ottimisti. Da un lato, ci sono ora varie migliaia di piattaforme di sharing economy che operano in quasi tutti i settori e attività ed in tutto il mondo. Questo grazie alle tecnologie digitali e mobili, le quali rendono sempre più semplice l’accesso a beni e servizi su richiesta.
Allo stesso tempo, la sharing economy ha perso parte del suo fascino originale. Nei primi anni, si parlava molto su come essa potesse mitigare responsabilmente l’iper-consumismo e creare reale connessioni tra le varie comunità. Anche se questi principi non sono scomparsi, è però sempre più difficile trovare piattaforme che li praticano nella realtà. L’attenzione si è spostata verso la convenienza, il prezzo e l’efficienza delle transazioni: la “comunità” alla stregua delle merci.
Alla vigilia del prossimo decennio, cosa possiamo aspettarci dalla sharing economy nel 2019? Ecco alcune previsioni.
Crescita irregolare
Quest’anno vedremo le prime IPO (Initial public offering), ovvero l’offerta pubblica iniziale, dell’economia condivisa e potrebbero anche verificarsi i primi fallimenti su larga scala. Le modifiche agli assetti proprietari, che riflettono la realtà della forza lavoro odierna, in particolare la gig economy, sono strumenti indispensabili per affrontare un’equa distribuzione della ricchezza.
Nella corsa alla crescita, non bisogna dimenticare che la costruzione di una piattaforma di sharing economy prospera e sostenibile dipende essenzialmente da due elementi: cambiamenti di mentalità e fiducia. La mente prende tempo ed il cambiamento non avviene durante una sola notte. Le piattaforme che cercano di crescere troppo velocemente oppure di compromettere la fiducia dei clienti (difficile da costruire ed estremamente facile da perdere), potrebbero trovarsi di fronte a decisioni difficili nel 2019.
Diversità demografica
A partire dal 2019 e negli anni a seguire, la sharing economy sarà sempre più guidata dalla demografia, la quale ha assunto un ruolo di supporto fino ad oggi: la classe media emergente, le donne e gli anziani.
Per la prima volta nella storia umana, la classe media rappresenta la maggioranza della popolazione globale, e si prevede che raddoppierà nei prossimi 10 anni, fino a 5,2 miliardi di persone. Ci si aspetta che le donne siano responsabili per ⅔ dell’aumento di tutti i redditi disponibili nel prossimo decennio. Nel frattempo, la popolazione anziana continuerà ad aumentare in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Giappone ed in Cina.
Ognuno di questi dati demografici giocherà un ruolo più importante nella sharing economy. Essa consente alle persone di accedere a cose che altrimenti non sarebbero in grado di permettersi, fornendo un impulso a una maggiore partecipazione economica. Le donne sono tra i clienti più entusiasti della sharing economy e la crescita della “she-conomy” è destinata a potenziare ulteriormente questa situazione. Inoltre, essa è in grado di rimodellare gradualmente la pensione: poiché sempre più persone invecchiano, hanno bisogno di entrate extra o vogliono rimanere impegnate nelle proprie comunità.